Il Concilio Vaticano II e il rapporto Chiesa Mondo
seguendo la bussola della Gaudium et spes
di Dionigi Tettamanzi,
Arcivescovo emerito di Milano
Vasto - 11 Maggio 2012
presso il Teatro Rossetti di Vasto
"Introduzione
L’Anno della Fede, indetto da papa Benedetto XVI con la lettera apostolica Porta fidei con inizio 11 ottobre 2012, data del cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II, vuole essere “un’occasione propizia per comprendere che i testi lasciati in eredità dai Padri conciliari, secondo le parole del beato Giovanni Paolo II, non perdono il loro valore né il loro smalto”(n. 5). Di qui l’impegno, come recita il corrispondente Motu proprio, di assicurare che il Concilio abbia il posto che gli spetta e che, di conseguenza, deve avere nella vita e nella missione della Chiesa.
Vengono qui riprese le parole di papa Wojtyla in Novo millennio ineunte: “Sento più che mai il dovere di additare il Concilio come la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre”. E dal canto suo Benedetto XVI aggiunge: “Io pure intendo ribadire con forza quanto ebbi ad affermare a proposito del Concilio pochi mesi dopo la mia elezione a Successore di Pietro: se lo leggiamo e recepiamo guidati da una giusta ermeneutica, esso può essere e diventare sempre di più una grande forza per il sempre necessario rinnovamento della Chiesa”.
Penso utile allora porre qualche interrogativo generale sul Concilio prima di passare ad affrontare il tema specifico scelto: il rapporto Chiesa-Mondo.
Il primo interrogativo è questo: con quale sguardo dobbiamo prendere in considerazione il Concilio e i suoi testi? ...." (Dionigi Tettamanzi)
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