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lunedì 14 maggio 2012

BENEDETTO XVI: Visita Pastorale ad Arezzo, La Verna e Sansepolcro (13 maggio 2012)

Elogio della sobrietà. E’ stato il viaggio degli imprevisti meteo, ma sarà ricordato come una «Via Crucis» nella crisi italiana con l’appello alla coerenza e all’impegno politico dei cattolici. Una coda d’inverno ha tenuto l’elicottero papale lontano dal santuario francescano de La Verna così, ad Arezzo e Sansepolcro, Benedetto XVI ha concentrato il senso della sua missione toscana.
Tra sit in di chi protesta per i costi della sua visita e stand anti-casta dei grillini (con messaggi a Monti e Bondi), il Pontefice ha tracciato la ricetta contro la recessione e l’identikit del credente nella vita pubblica. 
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Negli affreschi della «Leggenda della Vera Croce» mura ed edifici che raffigurano Gerusalemme sono in realtà quelli di Arezzo, Benedetto XVI arriva nella terra di Piero della Francesca e ricorda l'impegno della Chiesa a «costruire la città dell'uomo a immagine della Città di Dio», il che significa «concretamente» molte cose. Come l'invito ai «fedeli laici illuminati» e in particolare «ai giovani» ad impegnarsi in politica e nel sociale contro «la sfiducia» dominante, per contribuire «alla nascita di una nuova etica pubblica»

Un forte appello ai giovani a dare «fiducia» e «sale» alla politica, con un ulteriore invito ai cristiani, sull'esempio del neo-beato Giuseppe Toniolo, a impegnarsi politicamente contro «gli interessi di parte» e per il bene comune ha concluso il 27.mo viaggio internazionale del Papa, a Arezzo e Sansepolcro, visita pensata tra attualità e radici, tra un presente difficile e un patrimonio di cultura e fede a cui attingere e far riferimento per reagire alla crisi. Un viaggio nel quale, davanti a circa migliaia di persone radunate al mattino nel Parco il Prato, il punto più alto di Arezzo, Benedetto XVI ha voluto esplicitamente, con forza, invitare l'Italia a non cadere nella «tentazione dello scoraggiamento»e forte della «tradizione umanistica», a riprendere «con decisione la via del rinnovamento spirituale ed etico, che sola può condurre ad un autentico miglioramento della vita sociale e civile». 

C'é la crisi, e colpisce duro soprattutto i poveri, osserva il Papa ad Arezzo, ma anche con la crisi la Chiesa non può dimenticare i "suoi valori distintivi, la solidarietà, l'attenzione ai più deboli, il rispetto della dignità di ciascuno", ha citato anche la "accoglienza" che nei secoli gli aretini hanno praticato, e la "solidarietà" con i poveri e deboli.