LA BEATITUDINE DEGLI OPPOSITORI
La violenza alla fine si autodistruggerà.
Ciò che deve restare inciso negli occhi del cuore è l'ultima riga di questo vangelo: risollevatevi, perché la vostra liberazione è vicina.
I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
- il primo per gli amici dei social
- il secondo pubblicato su Avvenire
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta».
Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine».
Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo.
Ma prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere.
Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto.
Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita». Lc 21,5-19
per i social
LA BEATITUDINE DEGLI OPPOSITORI
La violenza alla fine si autodistruggerà. Ciò che deve restare inciso negli occhi del cuore è l'ultima riga di questo vangelo: risollevatevi, perché la vostra liberazione è vicina.
Dov'è la buona notizia su Dio e sull'uomo in questo Vangelo di catastrofi, in questo balenare di spade e di pianeti che cadono?
Siamo sopra il crinale ripido della storia: da un lato il versante oscuro della violenza, il cuore di tenebra che distrugge; dall'altro versante la tenerezza che salva, terra di pace dove “neppure un capello” andrà perduto.
Un Vangelo così denso non anticipa le cose ultime, svela il senso ultimo delle cose.
Dopo ogni crisi ecco un punto di rottura, un tornante che apre una breccia di speranza.
Verranno guerre e attentati, rivoluzioni e disinganni brucianti, ansie e paure. Sarete traditi da chi amate di più, ma voi alzate il capo e risollevatevi.
Ma voi... bellissimo questo «ma»: una disgiunzione, una resistenza a ciò che incombe oggi nel mondo. Ma voi, voi alzatevi: agite, non rassegnatevi, non omologatevi, non arrendetevi.
È la beatitudine degli oppositori.
Ringrazio il mio Signore, perché nel caos della storia il suo sguardo è fisso su di me, custode memore di ogni mio frammento.
E nulla di me è troppo piccolo, per lui. È l'infinita cura di Dio per l'infinitamente fragile, amante anche di un solo unico capello del mio capo.
Cosa c'è più affidabile di un Dio che si perde a contarti i capelli in capo? Che ama l'uomo nella sua interezza, uno solo dei capelli e tutto il suo mistero?
Dentro a tutto questo Gesù ci indica come camminare: con perseveranza. «Nella perseveranza salverete le vostre anime», vale a dire salverete le vostre vite.
La vita si salva non nel disimpegno, ma nel tenace, umile, quotidiano lavoro che si prende cura della terra e delle sue ferite. Senza cedere allo scoraggiamento né alle seduzioni dei falsi profeti.
Restare saldi nella perseveranza poiché il cristiano non evade, non si toglie, sta in mezzo al mondo e alle sue piaghe, prendendosene cura. Vicino alle croci non per caso, se capita, fortuitamente, ma nella perseveranza della vita, che sarà salva.
Ogni volta che vai fino in fondo a un'idea, a una intuizione, a un servizio sfoci nella verità della vita. Ogni atto umano perseverante nel tempo, si avvicina all'assoluto di Dio.
Cadono molti punti di riferimento, ogni giorno di più, ma questo mondo ne porta un altro nel grembo, come in una danza felice. Per ogni mondo che ogni giorno muore, ce n’è uno nuovo che ogni giorno rinasce.
La violenza alla fine si autodistruggerà. Noi lo crediamo. Ciò che deve restare inciso negli occhi del cuore è l'ultima riga di questo vangelo: risollevatevi, perché la vostra liberazione è vicina.
Che cosa posso fare? Usare la tattica del contadino. Rispondere alla grandine piantando nuovi frutteti, per ogni raccolto di oggi perduto impegnarmi a prepararne uno nuovo per domani. Seminare, piantare, attendere, perseverare vegliando su ogni germoglio di vita che, inarrestabile, nasce.
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