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domenica 30 ottobre 2022

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n. 52/2021-2022 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino

 XXXI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)

Vangelo:


Insieme alla parabola del Samaritano (10,25-37) e alle parabole della misericordia (15,1-32), questo brano può essere considerato un "Vangelo nel Vangelo". Nella persona di Zaccheo, infatti, si realizza ancora una volta quella salvezza impossibile per gli uomini, ma possibile a Dio. Zaccheo (che significa: il Puro oppure : Dio fa memoria) è figura di tutti coloro che, agli occhi della religione, sono ritenuti insalvabili. Egli è l'immagine vivente della Gerico biblica, la città ritenuta inespugnabile, le cui mura crollarono al suono delle trombe, simbolo della voce tonante di Dio. Allo stesso modo crolla adesso la falsa sicurezza delle ricchezze di Zaccheo dopo che Gesù gli ha fatto visita e gli ha annunciato la sua Parola. Gesù, come tante altre volte nel Vangelo di Luca, si accosta all'impuro Zaccheo senza temere di contrarre l'impurità, si ferma in casa sua perché DEVE, perché questo è il progetto d'amore del Padre: «che nessun figlio vada perduto!» (Gv 17,12). «Nessuno, infatti, può essere dichiarato impuro (cfr. At 10,15) perché il Padre ha purificato tutti con il sangue del suo Figlio» (cit.). Veramente esemplare è la risposta dal capo dei pubblicani che realizza non a parole, ma con la vita, «che cosa fare per ereditare la vita eterna» (10,25). Nella vita di Zaccheo si attua quel radicale cambiamento di mentalità (metanoia), quella reale conversione del cuore che gli consente di fare giustizia (tzedakà), di liberarsi di quella diabolica zavorra che lo schiaccia fino a terra e gli impedisce di vedere Gesù. Solo adesso Zaccheo, dopo aver fatto esperienza vitale della misericordia del Padre, può finalmente cominciare una nuova vita e seguire il Maestro fino a Gerusalemme, pervenendo così «alla misura della statura della pienezza di Cristo» (Ef 4,13).