Migranti. Verso il rinnovo del memorandum.
TONIO DELL'OLIO:
Accordi sulla pelle dei poveri
NON RINNOVATE L'INFAMIA DI QUELL'ACCORDO
E le persone in carne ed ossa trasformate in migranti dalla fame di pane e di diritti, dalla guerra e dalla violenza, diventano pedine di un gioco sporco sulla scacchiera degli affari.
Ministri e trafficanti libici o trafficanti travestiti da ministri o da guardiacoste stroncano giovani vite per alzare il prezzo. In questi giorni – come da anni – si mettono in acqua più gommoni stracarichi di umanità dolente e si spingono verso Lampedusa. È vicino il rinnovo del contratto con l'Italia e bisogna alzare il prezzo. "È la legge del mercato, bellezza. Domanda e offerta". E qui devono capire che la domanda è altissima. Piuttosto che perseguire un'equa distribuzione degli stranieri in Europa, attrezzarsi per accoglienza e integrazione, aiutarli a casa loro… i governi italiani che si sono succeduti nel tempo, hanno scelto di finanziare i trafficanti con accordi milionari sulla pelle di donne, uomini e bimbi reclusi senza pane nei lager della Libia senza governo. Che siano tutte le vittime dormienti in fondo al mare – vite spezzate dal calcolo – a disturbare i sonni dei ministri e a pretendere giustizia e dignità: non rinnovate l'infamia di quell'accordo. Nello stesso tempo in cui si siglano patti perché arrivi copioso in Italia il gas del Nordafrica, dalle stesse sponde chiediamo che si condannino, a morte certa, persone e sogni.
(Fonte: Mosaico dei giorni del 28.10.2022)
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Memorandum Italia-Libia
“5 anni di illegalità
e di crimini contro l’umanità”
Se entro il 2 novembre il governo italiano non deciderà per la sua revoca, il Memorandum Italia–Libia verrà automaticamente rinnovato per altri 3 anni. Per questo motivo oltre 40 organizzazioni chiedono all’Italia e all’Europa di riconoscere le proprie responsabilità e di non rinnovare gli accordi con la Libia.
“A cinque anni dal Memorandum Italia–Libia, il bilancio delle ricadute sulla vita di uomini, donne e bambini migranti è tragico – affermano le organizzazioni in una nota -. Dal 2017 ad oggi quasi 100.000 persone sono state intercettate in mare dalla Guardia costiera libica e riportate forzatamente in Libia, un paese che non può essere considerato sicuro. La vita dei migranti e rifugiati in Libia è costantemente a rischio, tra detenzioni arbitrarie, abusi, violenze e sfruttamento. Significa non avere alcun diritto e nessuna tutela”.
“L'Italia e l’Unione Europea continuano a impiegare in Libia sempre più risorse pubbliche e a considerarlo un paese con cui poter stringere accordi, all’interno di un complesso sistema basato sulle politiche di esternalizzazione delle frontiere, che delega ai paesi di origine e transito la gestione dei flussi migratori, con il sostegno economico e la collaborazione dell’Unione Europea e degli Stati membri. Il Memorandum Italia – Libia crea le condizioni per la violazione dei diritti di migranti e rifugiati agevolando indirettamente pratiche di sfruttamento e di tortura perpetrate in maniera sistematica e tali da costituire crimini contro l’umanità”, affermano le organizzazioni che ieri, 26 ottobre, sono scese in piazza con la società civile contro il rinnovo degli accordi.
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