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domenica 21 gennaio 2018

Si ferma il digiuno di Biagio Conte, ma non il suo impegno "Grazie a voi, grazie per il vostro affetto, ho pregato per tutti ma adottate un povero"

Torniamo sulla storia di fratel Biagio Conte, il missionario laico che per giorni ha dormito sotto i portici del palazzo delle poste di Palermo per richiamare l’attenzione sui senzatetto e sui poveri della citta’. Fratel Biagio ha sospeso il suo sciopero della fame e ha rilanciato il suo appello.

Palermo. Biagio Conte interrompe il digiuno per i senza dimora


Biagio Conte ha interrotto il digiuno. Qualche giorno per riprendersi e partirà per un ritiro di preghiera in montagna per continuare il suo sforzo di sensibilizzazione nei confronti di chi soffre perché senza casa, senza lavoro né affetti. A sostenerlo c’è la Chiesa, ci sono i giovani.

Quando l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice giovedì sera ha preso il microfono in Cattedrale e ha proposto alle centinaia di giovani riuniti per ascoltare la sua riflessione sulla Parola di trasferirsi in massa sulla scalinata che per dieci giorni ha accolto il digiuno e la protesta di fra Biagio, i ragazzi non se lo sono fatti ripetere due volte. E in corteo silenzioso oltre 500 persone, tra cui alcuni giovani in carrozzina, si sono dirette alle Poste centrali di via Roma per un’invasione pacifica e un incontro con colui che, con il suo esempio, ha schiaffeggiato l’indifferenza verso chi muore per strada da solo, chi non ha una casa, chi non ha un lavoro. L’ultima sera nel suo 'santuario sotto le stelle' è stata particolarmente animata. Fino a notte inoltrata, dopo la preghiera e la 'lectio divina' guidata dall’arcivescovo di Palermo, giovani, sacerdoti, suore hanno fatto la fila per scambiare due parole con lui, per infondergli coraggio e ringraziarlo.

«Di questi cristiani c’è bisogno – aggiunge Lorefice –. Vogliamo ringraziare questa scelta di Biagio, dettata dalla profezia del cuore. Fratel Biagio ci sta ricordando che questa è la strada. A noi è chiesto di fare sul serio con quello che Gesù ci chiede: vi riconosceranno da come vi amerete». E ieri è tornato a trovarlo anche l’imam della moschea tunisina, Mustafà Abderrahmane, che ha portato la solidarietà della comunità musulmana, ringraziando Biagio «per l’aiuto che ci ha sempre dato».

Intanto, il fondatore della missione Speranza e Carità è tornato a casa. Biagio ieri ha chiesto di pregare per coloro che nel mondo vivono emarginati nelle grandi città. Già dai primi giorni della prossima settimana vuole trasferirsi in montagna per un periodo di silenzio.
 (fonte: Avvenire)

Biagio Conte lascia il Palazzo delle Poste e torna in Missione

Provato e con i solchi sul volto, il missionario laico ha abbandonato il Palazzo delle Poste. Qualche giorno di riposo nella Missione e poi si chiuderà nel silenzio tra le montagne della città.

Si è alzato, ha camminato e si è accasciato tre volte con la croce di dieci giorni di digiuno sopra le spalle. Una via Crucis lunga quanto la scalinata grigia che separava la roulotte che lo avrebbe portato alla Missione di "Speranza e Carità", dal colonnato oltre cui per molte, troppe notti ha trovato un riparo di fortuna. Prima un momento di preghiera e la recita del rosario. Poi il missionario laico, nonostante le poche forze, ha salutato quel lastricato freddo da cui si è riparato con le sole coperte accumulate da gesti d'amore.

"Grazie", gli urla qualcuno tra gli applausi. "Sei un santo", sussurra sottovoce una donna. "Biagio, Biagio, fratello Biagio", dicono gioiosi alcuni bambini cui lui non fa mancare baci e carezze. "Grazie a voi, grazie per il vostro affetto, ho pregato per tutti ma adottate un povero", risponde Biagio Conte, quasi nascosto nel suo saio verde divenuto troppo grande e sorretto da chi lo ha accompagnato nel suo calvario. Accanto a lui anche Pasquale Scimeca, il regista che tra il 2014 e il 2015 ha prodotto il film "Biagio, controcorrente".

Si ferma, infatti, il suo digiuno ma non la sua protesta. Qualche giorno per riprendersi dalla fame e dal freddo che ha scelto per far arrivare a quanta più gente possibile il suo messaggio, tra coloro lo amano lungo gli spazi della Missione di Speranza e Carità di via Decollati. Poi il missionario si chiuderà nel silenzio e nella preghiera, tra le montagne della sua Palermo, come ama spesso dire.

E chissà quanti già da oggi, passando davanti all'edificio in cemento armato di via Roma, si volteranno a guardare se Biagio è ancora lì e ricorderanno il messaggio di quegli occhi profondi come il mare. E quanti riconosceranno in lui il primo degli ultimi che lo sostituirà tra il gelido colonnato di quel luogo così centrale ma lontano a molti.

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(fonte: PALERMOTODAY)
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