Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Mc 16,15-20
Questi ultimi versetti del Vangelo di Marco non appartengono all'evangelista, sia per stile che per vocabolario. Marco conclude il suo lavoro al vs. 8 con l'annuncio della Resurrezione di Gesù e omettendo le successive apparizioni ai discepoli che gli altri sinottici e il Vangelo di Giovanni riportano. I versetti che vanno dal 9 al 20 sono stati aggiunti dalle prime comunità cristiane (quasi sicuramente nei primi anni del II°sec.) e accolti come canonici dalla Chiesa Cattolica solo nel XVI° secolo da un decreto del Concilio di Trento. Appare certamente strano che Marco abbia terminato il suo Vangelo con l'immagine delle donne impaurite che non annunciano ad alcuno ciò che hanno visto e udito (16,1-8).
"E' molto probabile allora che egli le abbia taciute per un preciso intento teologico e pastorale. Egli non ha voluto mostrare che il Crocifisso è Risorto, bensì che il Risorto è il Crocifisso, e con questo condurre i cristiani non a una fede entusiastica, che riduce il cristianesimo a un mito di resurrezione, bensì alla contemplazione del Figlio dell'uomo, Gesù di Nazareth, il Crocifisso"(T. Beck).
"E' molto probabile allora che egli le abbia taciute per un preciso intento teologico e pastorale. Egli non ha voluto mostrare che il Crocifisso è Risorto, bensì che il Risorto è il Crocifisso, e con questo condurre i cristiani non a una fede entusiastica, che riduce il cristianesimo a un mito di resurrezione, bensì alla contemplazione del Figlio dell'uomo, Gesù di Nazareth, il Crocifisso"(T. Beck).
Così l'evangelista tenta di scongiurare il pericolo di svuotare la fede in Gesù facendone una ideologia, dovendo il credente seguire il suo Signore nel suo cammino concreto, che va dalla Galilea(1,14) al Calvario(15,22), luogo teologico dove solo si rivela la Gloria di Dio. Per quanto riguarda il contenuto della pericope in questione, lo scrittore sacro intende comunicare ai credenti che la loro non è una missione statica ma dinamica, che sono chiamati ad uscire da Israele e da se' stessi per andare in tutto il mondo a proclamare la 'Buona Notizia'.
E qual è questa 'Buona Notizia' ? La 'Buona Notizia' è che Dio non è buono, egli è ESCLUSIVAMENTE buono: "Dio è Amore - O Theòs Agàpe estìn"(1Gv 4,8), e da questo amore nessuna creatura può sentirsi esclusa, qualunque sia il suo stato, la sua condotta, il suo peccato. Dio ama tutti in modo incondizionato e la gioia di questa 'Buona Notizia' deve essere proclamata a tutti i suoi figli. Quanti aderiscono a questa novità di vita e si lasciano avvolgere da questo amore, condividendo la loro esistenza con i fratelli, questi sono già nella pienezza
della vita. Quanti invece non credono, rifiutando di cambiare la loro vita, rimanendo centrati solo su se' stessi, immersi nell'egoismo escludendosi dall'amore, costoro hanno già scelto la loro condanna, preferendo servire la morte piuttosto che la vita, "perché non hanno creduto nel Nome dell'Unigenito Figlio di Dio"(Gv 3,18).