2 aprile 2015
Nel Giovedì Santo, Papa Francesco si è recato alla casa circondariale Nuovo Complesso Rebibbia di Roma dove è arrivato alle 17.14.
Nel cortile interno il Santo Padre ha salutato numerose autorità, personale ecclesiastico e fedeli, un primo gruppo di detenuti, decine, molti dei quali lo hanno abbracciato con emozione e grande affetto. Un detenuto ha un cartello appeso al collo e Francesco si è fermato un po' più a lungo con lui. Il Pontefice ha accanto solo il cappellano di Rebibbia, don Sandro Spriano. Il comandante della Gendarmeria, Domenico Giani, li segue a una certa distanza. Applausi, grida di entusiasmo, calorose strette di mano, abbracci, baci sulla guancia o sulle mani, sorrisi per il Papa dai carcerati, separati da una transenna e salutati uno a uno da Francesco, che ha anche letto i cartelli che tenevano in mano, tanti con la scritta "W il Papa!", uno con la richiesta "Benedici chi non c'è più" posta accanto a uno foto. A tutti, Jorge Mario Bergoglio riserva una parola di conforto e di incoraggiamento. Questo saluto si è prolungato per molti minuti. Alla fine il Papa, usando un microfono ha ringraziato tutti per “l’accoglienza calorosa e sentita ...” “Grazie tante“, ha concluso visibilmente emozionato.
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Alle ore 17.35, il Papa è entrato nella chiesa “Padre Nostro” per presiedere la celebrazione della Messa in coena Domini, inizio del Triduo Pasquale, nel corso della quale ha lavato i piedi ad alcuni detenuti e ad alcune detenute della vicina casa circondariale femminile.
– La Santa Messa inizia alle 17.51 con la processione che entra in chiesa.
Leggi il testo integrale dell'omelia pronunciata a braccio
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Dopo l'omelia il Papa ha indossato un grembiule bianco, si è inchinato e a lavare, asciugare e baciare i piedi a dodici detenuti, sei uomini e sei donne, per metà stranieri. Tra loro due nigeriane, una congolese, un'ecuadoregna, un brasiliano e un nigeriano. Gli altri sei, due donne e quattro uomini, sono italiani.
Molti di loro hanno pianto molto, durante tutto il rito. Come la giovane nigeriana che teneva in braccio il suo bambino (anche a lui Francesco ha lavato e baciato i piedini).
Al termine della celebrazione Papa Francesco si è intrattenuto a lungo nella cappella di Rebbibia a salutare e abbracciare i detenuti.
Baciato, accarezzato e quasi strattonato dai carcerati, che i gendarmi vaticani hanno lasciato avvicinarsi al Papa senza interferire con il noto desiderio di Bergoglio di avere un contatto diretto con i fedeli. Il Papa è uscito accompagnato da un applauso.
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