OREUNDICI
IL QUADERNO DI SETTEMBRE 2014
LA PACE CHE ANCORA NON C'E'
L'EDITORIALE
di Mario De Maio
Ogni giorno la televisione e le prime pagine dei giornali ci sommergono con immagini di morte provenienti dai diversi scenari di guerra. È terribile vedere quanto dolore e quanta sofferenza abbiamo vicino a casa nostra. Cosa fare? È la domanda che ci viene spontanea, a cui però la risposta è di smarrimento e di grande impotenza. Il tema della “pace” a cui dedichiamo questo quaderno è un tema antico, un tema che percorre tutti i libri del vecchio e del nuovo testamento. È una dimensione soprattutto dell’animo umano che ha mille sfaccettature. Siamo colpiti dalle guerre ma in realtà siamo avvolti in un universo morbido di violenza. Vi è una violenza strutturale nelle nostre istituzioni dove non vi è giustizia e spazio per una pacifica convivenza. Vi è violenza sulle nostre strade dove ogni giorno non si contano più le vittime. Vi è violenza nelle nostre relazioni, personali e sociali, nella politica, nel lavoro, nelle scuole. Eppure questo termine...
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LA SCOPERTA DELL’AMORE NEL DOLORE
una sicurezza profonda, un perno solido e inalienabile
di Arturo Paoli
Introduciamo questo quaderno dedicato alla “pace che cerchiamo” con uno scritto di Arturo Paoli di commento alla parabola del samaritano. Il testo è tratto dall’introduzione al libro Il difficile amore. Un uomo scendeva (Cittadella editrice, 2008). Il senso della parabola del samaritano è stupendo. Un uomo perde i sensi in un’imboscata, si risveglia come avviluppato in una storia d’amore: scoprirà che qualcuno lo ha curato, lo ha portato all’albergo, ha pagato per lui. Non poteva essere amato di più. Questa scoperta è capace di ricostruirlo dal fondo, di dargli la forza di alzarsi e di ricominciare la vita. Nel momento dell’abisso, del buio, della perdita di tutto, lì trova l’amore. «D’amore eterno ti ho amato; perciò ti ho conservato la mia pietà» (Ger 31,3). La nuova storia dell’uomo ritornato alla vita comincia da lì, dalla scoperta di essere stato «comprato», salvato dall’amore. È un’e-sperienza che ognuno di noi deve fare. Mi pare che molti passino tutta la vita attenti alla definizione di Dio, attenti a «chi è Dio», senza arrivare a scoprire «che cosa è Dio», cioè a conoscere e sentire che Dio è Amore. Quando una persona lo scopre in una avventura di dolore – in un risveglio improvviso che pare molto simile a quello del nostro uomo, in una stanza d’albergo nudo, senza soldi, senza sangue – si sentirà come un fiume che ha trovato il suo letto, una pianta nella sua terra, un uomo nella sua patria, in casa sua fra le persone che gli vogliono bene...
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al dolore altrui
è premessa
di ogni futura politica
di pace
Carlo Maria Martini
(27 agosto 2003)