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Una visita lampo quella del Pontefice che al suo arrivo all'aeroporto è stato accolto tra gli altri dal ministro della Difesa e dal presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani.
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A Redipuglia è una mattina piovosa, quasi autunnale. Di quelle che richiamano alla mente i versi di Ungaretti, che nella fragilità delle foglie cadenti fissa l’immagine della vita di tanti soldati mandati a combattere al fronte durante il primo conflitto mondiale. Solo qui ne sono sepolti più di centomila tra conosciuti e ignoti.
Ed è qui che Papa Francesco è venuto sabato 13 settembre per ricordare il centenario di quella “inutile strage”, come la definì Benedetto XV. E con un gesto significativo, mai compiuto prima da nessun Pontefice, ha voluto recarsi anche al cimitero austro-ungarico di Fogliano, prima tappa della sua visita nei luoghi della memoria della Grande guerra.
Da solo, con il capo chino, ha percorso il grande prato disseminato dai cippi che indicano il luogo di sepoltura di oltre 2.400 caduti identificati dell’esercito di Vienna.
Poi si è raccolto in preghiera davanti al monumento centrale, che si erge sulla grande tomba comune dove sono conservati i resti di 7.000 soldati rimasti senza nome (altri 5.000 sono seppelliti ai lati del cimitero).
Ha deposto un omaggio floreale.
Poi, all’uscita, si è fermato a salutare un gruppo di bambini e con loro ha recitato un’Ave Maria per la pace, chiedendo insistentemente ai piccoli di pregare per questa intenzione.
Quindi il trasferimento in automobile al sacrario di Redipuglia: qui l’immagine dei 22 gradoni che salendo convergono sulle due grandi tombe comuni — dove sono custoditi i resti dei sessantamila caduti ignoti — evoca la triste sorte di quanti, in prima linea nelle trincee della prima guerra mondiale, hanno trovato la morte. Papa Francesco, già vestito con i paramenti liturgici, ha sostato in piedi davanti alle migliaia di caduti sepolti nel sacrario.
Iniziata la processione introitale, ha poi salito i gradini per giungere all’altare
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Gli squilli di tromba sulle note del Silenzio, all’inizio della celebrazione eucaristica nel piazzale antistante la tomba del duca d’Aosta, sono risuonati eloquenti in memoria dei caduti di tutte le guerre combattute e che ancora si combattono. Tutta la commemorazione è stata un’invocazione alla pace. Oltre sedicimila persone hanno partecipato alla messa.
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Alla fine della celebrazione — quando il vento ha spazzato via le nubi cariche di pioggia lasciando spazio a tiepidi raggi del sole — il ministro della difesa Roberta Pinotti ha offerto un altare da campo della prima guerra mondiale. Un dono particolarmente gradito è stato poi la copia originale del foglio matricolare del nonno del Pontefice, Giovanni Bergoglio... Francesco conserva caro il ricordo del padre di suo padre, nato in provincia di Asti. E anche di recente, lo scorso 6 giugno, ha confidato: «Ho sentito tante storie dolorose sulla guerra dalle labbra di mio nonno, che l’ha fatta sul Piave».
Come segno tangibile del desiderio di pace nel mondo, il Papa ha donato agli ordinari militari e a tutti i vescovi presenti la lampada Luce di san Francesco, che verrà accesa nelle diocesi durante le celebrazioni di commemorazione della prima guerra mondiale. È stata offerta al Pontefice dal Sacro Convento di Assisi, mentre l’olio per accenderla viene dall'associazione Libera di don Luigi Ciotti. Alla base della lampada sono incise le parole della preghiera semplice di san Francesco: «Dove sono le tenebre ch’io porti la luce». L’olio è stato prodotto con le olive che provengono da terreni confiscati alle mafie in Sicilia e in Puglia, gestiti dalle cooperative sociali aderenti al progetto Libera Terra.
Verso mezzogiorno, terminata la messa, il Papa è ripartito dall’aeroporto di Ronchi dei Legionari alla volta dell’aeroporto romano di Ciampino.
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Leggi tutto: In preghiera per tutte le vittime
Dopo aver contemplato la bellezza del paesaggio di tutta questa zona, dove uomini e donne lavorano portando avanti la loro famiglia, dove i bambini giocano e gli anziani sognano… trovandomi qui, in questo luogo, vicino a questo cimitero, trovo da dire soltanto:
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