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martedì 20 marzo 2012

Jonathan Sandler, 30 anni insegnante di religione, i suoi figli Gabriel e Arieh, di 4 e 5 anni, Myriam Monsonego, 7 anni: le vittime innocenti della strage di Tolosa

La strage di Tolosa ha lasciato muta l’Europa e inorridita Israele. Prima di ogni giudizio, prima di una riflessione che non potrà né dovrà mancare, pesa su tutto lo sgomento...
In questa Europa così saggia e attenta al proprio passato, in questa Europa che ha davanti agli occhi le camere a gas e le racconta con tanto slancio nei libri di scuola, capita ancora di morire perché si è ebrei. L’orrore, lo sgomento, la paura, lasciano addosso una rabbia amara e impotente. 

A Tolosa, un “folle” cavalcando uno scooter, armato di una pistola, ha assassinato esseri umani innocenti, grandi e piccoli con feroce determinazione animata da un odio nutrito con ossessione fanatica. Questa volta sono ebrei, colpiti proditoriamente nella loro istituzione educativa.
Le vittime sono un insegnante, due suoi figli piccini e un adolescente anche se l’intento del carnefice era quello di fare una strage di maggiori proporzioni, la logica quella dello sterminio indifferenziato purché l’obiettivo fosse quello odiato, il “perfido giudeo”. La stessa mano probabilmente ha colpito già tre “maledetti mussulmani”, tre paracadutisti francesi di origine magrebina.
In questi casi, di primo acchito, si cerca una spiegazione rassicurante: è un folle...
Leggi tutto: La peste nera

Quando accadono tragedie come quelle di Tolosa, mi chiedo se si possono ancora considerare gli ebrei come i capri espiatori della Storia. Ebbene, la risposta è sì...
Leggi tutto: L'Europa antisemita (pdf)
«Le parole che escono dal cuore, giungono al cuore», recita il Talmud. Ed era proprio all'insegnamento di questo testo sacro all'Ebraismo che Jonathan Sandler dedicava le sue lezioni a Bordeaux. «Era un ragazzo molto dolce e discreto», dice di lui Claude Maman, ex rabbino capo della capitale della Gironda. «Non aveva - precisa - posizioni politiche marcate. Era un uomo molto praticante, ma anche aperto verso gli altri e le religioni altrui». «A volte - ricorda - portava i suoi alunni a giocare a bowling o in altri luoghi di svago, per distrarsi un po’ dagli studi e dalle lezioni». Sandler non potrà più raccontare ai suoi bambini le discussioni dei primi saggi ebrei sulle grandi questioni dell’uomo, perché la sua vita è stata interrotta prematuramente, ad appena trent'anni, nel vile attacco di Tolosa, dove sono morti anche due dei suoi figli, Arié di 6 anni e Gabriel di 3. «Il mondo, purtroppo, è in mano agli stolti», recitano i testi che leggeva ai suoi alunni. 

Il rabbino ha coperto i piccoli Gabriel e Arieh con il suo corpo
Era tornato a fare l'insegnante nel luogo dove aveva studiato da bambino. Al rabbino Jonathan Sandler, nato a Parigi 30 anni fa, la sonnacchiosa Tolosa piaceva - hanno raccontato gli amici - per «la tranquillità». Una città (la quarta più popolosa di Francia) dove era arrivato nel settembre scorso con l'idea di studiare in pace e crescere i suoi tre figli accanto alla moglie, lasciando per un paio d'anni la combattiva Gerusalemme, il quartiere di Kiryat Hayovel dove avevano casa e il centro di studi ebraici Zichron Shimon dove contava di tornare a completare gli studi. 
Sandler era una di quelle persone per cui gli studi sono un tour che non finisce mai. È morto davanti all'entrata dell'istituto Ozar haTorah (che comprende anche un collegio di 50 studenti e una sinagoga) dove insegnava la Torah (la Bibbia). 

Le spoglie di Jonathan Sandler, 30 anni insegnante di religione, dei suoi figli Gabriel e Arieh, di 4 e 5 anni, più quello di Myriam Monsonego, 7 anni, figlia del rabbino e direttore della scuola Ozar Hatorah, sono partite alla volta di Israele per essere sepolte mercoledì 21 a Gerusalemme.