Una giornalista del mensile Jesus racconta com'è tornata la vita nel monastero algerino in cui nel 1996 furono uccisi dai terroristi sette monaci trappisti. La nostra fotogallery.
Con le mani nella stessa terra. Quella che i monaci hanno coltivato per decenni. Ma anche quella in cui lavorano le mani della gente del posto. Padre Jean Marie Lassausse la vive così la sua esperienza ormai decennale di presenza al monastero di Tibhirine, in Algeria. Mani nella terra. Ma con un'aspirazione alta: mantenere vivi il dovere della memoria e l'aspirazione di futuro. Lo fa aggrappandosi alla precarietà del presente e a quel pezzo di terra che ha continuato a dare frutti.
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Nelle mmagini, tratte dal mensile Jesus, il monastero trappista di Tibhirine, a Sud di Algeri, che dopo l'uccisione di sette monaci nel 1996 è di nuovo luogo di lavoro e di preghiera.
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