"Ricordate la situazione in cui si trova Giobbe con i suoi guai, inspiegabili: un uomo di fede che è coinvolto in una situazione dolorosa, anzi si può dire di più, una situazione scandalosa che non può trovare una spiegazione convincente. Non c’è modo per riportare il dramma che travolge la vita di Giobbe al di dentro di quell’insegnamento tradizionale che fa capo al principio della retribuzione: Dio premia i buoni, Dio punisce i colpevoli.
Giobbe è in grave difficoltà. Giobbe è un uomo di fede. E’ un vero credente, ma è in difficoltà per quanto riguarda l’interpretazione di quello che gli succede. E quello che succede a lui, in realtà, succede poi a tanti altri uomini, succede in un luogo e in tanti altri luoghi, succede in un momento della storia, ma succede poi lungo tutto lo svolgimento della storia, ieri e ancora oggi.
Come si spiega questo svolgersi così catastrofico degli eventi che, per quanto Giobbe riesce onestamente a verificare, non può essere determinato da una colpa più o meno identificata, denunciabile nella sua oggettività. "Come si può mai spiegare il male che mi strazia, la disgrazia che travolge la mia vita, il dolore che mi si è inciso dentro in modo così inconsolabile senza che – afferma Giobbe – io riesca a ricondurre tutto questo a una qualche colpa". Giobbe sa bene di essere un peccatore anche lui come tutti gli uomini sono (siamo) peccatori. Ma è la connessione tra la sua colpa e la situazione dolorosa che lo affligge in modo così travolgente che per Giobbe non è affatto chiara. Giobbe dice "io non comprendo proprio come sia possibile che per le mie colpe, quali che siano e sono tutte da dimostrare, i fatti della mia vita debbano andare in modo così tragico. Questo non me lo spiego". ....
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