Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



lunedì 25 luglio 2022

SAN GIACOMO: L'apostolo che fa camminare l'Europa - Le incomprensioni nella sequela

SAN GIACOMO,
L'APOSTOLO CHE FA CAMMINARE L'EUROPA

Era discepolo di Gesù, assistette con Pietro alla Trasfigurazione, alla resurrezione della figlia di Giairo e alla notte del Getsemani. Morì martire nel 42. La sua popolarità è dovuta alle spoglie, traslate da Gerusalemme in Spagna, e scoperte al tempo di Carlomagno divenute meta di grandi pellegrinaggi medioevali. Il “Cammino di Santiago” ancora oggi è battuto da milioni di pellegrini ed è Patrimonio dell’Umanità Unesco



È protettore di pellegrini, viandanti, cavalieri e soldati. Il sepolcro contenente le sue spoglie, traslate da Gerusalemme dopo il martirio, sarebbe stato scoperto al tempo di Carlomagno nell’814. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi medioevali, tanto che il luogo prese il nome di Santiago (da Sancti Jacobi, in spagnolo Sant-Yago) e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata in Galizia, nel Nord della Spagna. Ancora oggi il Cammino di Santiago è una delle mete europee e internazionali più frequentate dai pellegrini.

CHI ERA SAN GIACOMO?

José de Ribera, San Giacomo il Maggiore, 1634
È detto “Maggiore” per distinguerlo dall’apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo. Lui e suo fratello Giovanni sono figli di Zebedeo, pescatore in Betsaida, sul lago di Tiberiade. Chiamati da Gesù (che ha già con sé i fratelli Simone e Andrea) anch’essi lo seguono (Matteo cap. 4). Nasce poi il collegio apostolico: "(Gesù) ne costituì Dodici che stessero con lui: (...) Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono" (Marco cap. 3). Con Pietro saranno testimoni della Trasfigurazione, della risurrezione della figlia di Giairo e della notte al Getsemani. Conosciamo anche la loro madre Salome, tra le cui virtù non sovrabbonda il tatto. Chiede infatti a Gesù posti speciali nel suo regno per i figli, che si dicono pronti a bere il calice che egli berrà. Così, ecco l’incidente: "Gli altri dieci, udito questo, si sdegnarono". E Gesù spiega che il Figlio dell’uomo "è venuto non per essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti" (Matteo cap. 20).

IL MARTIRIO

E Giacomo berrà quel calice: è il primo apostolo martire, nella primavera dell’anno 42. "Il re Erode cominciò a perseguitare alcuni membri della Chiesa e fece uccidere di spada Giacomo, fratello di Giovanni" (Atti cap. 12). Questo Erode è Agrippa I, a cui suo nonno Erode il Grande ha fatto uccidere il padre (e anche la nonna). A Roma è poi compagno di baldorie del giovane Caligola, che nel 37 sale al trono e lo manda in Palestina come re. Un re detestato, perché straniero e corrotto, che cerca popolarità colpendo i cristiani. L’ultima notizia del Nuovo Testamento su Giacomo il Maggiore è appunto questa: il suo martirio.

IL CULTO E LE RELIQUIE A COMPOSTELA

La cattedrale di Santiago di Compostela in Galizia dichiarata con il
Cammino omonimo patrimonio mondiale dell'Umanità Unesco nel 1985
Dopo la decapitazione, secondo la Legenda Aurea, i suoi discepoli trafugarono il suo corpo e riuscirono a portarlo sulle coste della Galizia. Il sepolcro contenente le sue spoglie sarebbe stato scoperto nell'anno 830 dall'anacoreta Pelagio in seguito ad una visione luminosa. Il vescovo Teodomiro, avvisato di tale prodigio, giunse sul posto e scoprì i resti dell'Apostolo. Dopo questo evento miracoloso il luogo venne denominato campus stellae ("campo della stella") dal quale deriva l'attuale nome di Santiago de Compostela, il capoluogo della Galizia. Eventi miracolosi avrebbero segnato la scoperta dell'Apostolo, come la sua apparizione alla guida delle truppe cristiane della reconquista nell'840, durante la battaglia di Clavijo e in altre imprese belliche successive, le cui vittorie sui musulmani gli meritarono nella fantasia popolare altomedievale il soprannome di Matamoros (Ammazzamori), che comunque perdurò e rimane. La tomba divenne meta di grandi pellegrinaggi nel Medioevo, tanto che il luogo prese il nome di Santiago e nel 1075 fu iniziata la costruzione della grandiosa basilica a lui dedicata, meta ogni anno di milioni di pellegrini provenienti da ogni parte d'Europa e del mondo.
(fonte: Famiglia Cristiana)

****************

Le incomprensioni nella sequela
San Giacomo apostolo
 
di Antonio Savone
 

Lungo la strada che sta portando Gesù a Gerusalemme accade proprio di tutto: entusiasmo e resistenze, candidature e dinieghi. Qualcuno si tira indietro ancor prima di cominciare e qualcun altro pur continuando a seguirlo, in realtà è mille miglia lontano da Gesù e dal suo modo di pensare. Sarà necessario essere guariti nella propria cecità per entrare nella giusta comprensione del proprio stare alla sequela di Gesù.

Chissà cosa deve essere passato nel cuore del maestro di fronte alla sfacciataggine con la quale la madre dei figli di Zebedeo (Mc è più diretto e sostiene siano stati proprio loro a chiederlo) aveva avanzato la sua pretesa: Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno.

Non avevano capito nulla, o meglio, senz’altro avevano frainteso. Le parti si erano capovolte è Gesù a registrare l’insuccesso del suo annuncio.

Tra lucidità e incomprensione…

La prima volta – lo ricorderete – ci aveva pensato Pietro: Maestro, questo non ti accadrà mai…; la seconda tutti i discepoli che non avevano trovato di meglio che discutere chi tra loro fosse il più grande; e ora di nuovo. E come se non bastasse nessuno del gruppo a provare a ristabilire le parti. Anzi. Secondo Mc, si scagliano contro Giacomo e Giovanni non perché la loro pretesa era fuori luogo ma perché avevano osato scavalcare tutti con quella loro richiesta. Che gruppo di malassortiti! Non uno all’altezza di quel cammino di sequela che pure avevano intrapreso con tanta generosità. E Gesù davanti a loro che non si sdegna per l’angustia delle visioni dei suoi discepoli e che pazientemente prova a riannodare i fili di un discorso non facile da condividere.

In realtà, a ben guardare, parafrasando un famoso proverbio, la madre dei figli di Zebedeo è sempre incinta: i figli di Zebedeo, infatti, sono molto più di due e rappresentano, in definitiva, un’autentica categoria storica. Non c’è gruppo religioso, politico, sociale che prima o poi non sollevi la questione del potere e della carriera. Della serie: a me cosa ne viene? Sembra proprio che non sia possibile stare nella vita in pura perdita, gratuitamente come il figlio dell’uomo che è venuto non per essere servito ma per servire e dare la sua vita…

Gesù contesta la strumentalizzazione delle pratiche religiose per l’acquisizione del potere e stabilisce che si dà comunità cristiana là dove non si perseguono logiche simili: tra voi però non è così. E mi ritrovo così a pensare a tanti luoghi, a tante relazioni anche fuori della Chiesa, dove si vive secondo il suo stile pur senza saperlo e che forse sono anch’essi segno di lui.

Voi non sapete quello che chiedete: non è il paragonarci gli uni gli altri che riscatta le nostre paure ma il lasciarci guardare dal Signore anche con le nostre vulnerabilità.

L’uomo vale quanto vale davanti a Dio, ripeterebbe Francesco d’Assisi: e ciascuno di noi, davanti a Dio, vale il dono del Figlio, nonostante le nostre nudità.

Lui, il Signore e il Maestro, sceglie di stare tra i discepoli perseguendo tutt’altra logica, quella del servizio, un vero e proprio antipotere. Il posto di onore è quello del servo non quello di chi esercita un dominio. È solo rovesciando il nostro modo di porci di fronte all’altro che il vangelo che annunciamo riacquista credibilità.

Il profumo del vangelo continua ad espandersi là dove ci sono comunità contrassegnate da spirito di servizio, da relazioni generose e disponibili.

Il profumo del vangelo si espande là dove c’è qualcuno disposto a bere il calice come il maestro, vale a dire ad andare con lui fino in fondo anche a prezzo della propria esistenza. Non è forse ciò che vogliamo esprimere tutte le volte che riceviamo la comunione? Nella vita… fino in fondo, da servi.

Il profumo del vangelo si espande là dove c’è qualcuno che vive da battezzato, immerso interamente nella vita così come accade, anche con il suo carico di sofferenza e di morte. Non è forse ciò che vogliamo esprimere quando chiediamo il battesimo per uno dei nostri piccoli? Nella vita… non scegliendo postazioni di privilegio o di esenzione.

Il profumo del vangelo si espande là dove non ripetiamo riti vuoti ma immettiamo atteggiamenti che sono il prolungamento della presenza del Signore Gesù in mezzo a noi. Grati non per i riconoscimenti ricevuti ma soltanto per aver rotto il gioco perverso delle competizioni.

(fonte: A CASA DI CORNELIO)