P. Alex Zanotelli:
Basta con le politiche criminali e discriminatorie nei confronti dei profughi provenienti dall’Asia e dall’Africa
Non si può restare in silenzio davanti alle “politiche criminali e discriminatorie nei confronti dei profughi provenienti dall’Asia e dall’Africa, profughi che fuggono da guerre spaventose come in Iraq, Siria, Afghanistan, Yemen, ma anche da tante nazioni africane come Etiopia, Sud Sudan, Sudan…” Lo afferma padre Alex Zanotelli a nome del Digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti.
“Mentre la UE e l’Italia hanno subito aperto i confini per chi fugge dalla guerra in Ucraina”, il nostro paese e l’UE continuano a respingere brutalmente donne e uomini provenienti dal Sud del mondo, in fuga anch’essi da guerre e violenze.
“Alla fine di dicembre dello scorso anno – denuncia Zanotelli citando Avvenire – una donna irachena ha partorito in mezzo alle barbe del filo spinato che separa i due paesi. Lei e il bambino sono stati lasciati morire per assideramento: nessuno è intervenuto. Questi sono crimini che gridano vendetta al cospetto di Dio tanto quanto i crimini commessi dai russi in Ucraina. Ai profughi ucraini la UE e l’Italia, giustamente, hanno subito applicata la protezione temporanea regolata dalla direttiva 55/2001”.
“Perché non applichiamo le stesse categorie giuridiche, politiche e sociali anche ai rifugiati africani o asiatici?”, si chiede padre Zanotelli sottolineando che “nel primo mese di guerra in Ucraina sono arrivati in Italia circa 80.000 rifugiati, un numero che corrisponde ai rifugiati africani e asiatici che sono stati catturati in mare e riportati in Libia dalla guardia costiera libica in questi cinque anni dalla firma del Memorandum Italia-Libia”.
“Per fermare quelle persone – sottolinea il missionario comboniano – il governo italiano ha ritirato le navi salva-vite delle ONG e ha finanziato le criminali milizie libiche con quasi un miliardo di euro”.
“Questa – rileva Zanotelli – è la cosiddetta politica dell’ esternalizzazione delle frontiere, pagata quest’anno da oltre 2.000 rifugiati morti e sepolti nel Mediterraneo”.
“Questo ha costretto tanti profughi a tentare la via ancora più pericolosa dell’Atlantico per arrivare nelle Canarie e poi in Europa. Lo scorso anno ben 4.000 rifugiati sono periti nell’Atlantico. Ben 83 imbarcazioni sono scomparse”, documenta padre Zanotelli che annuncia la convocazione di un nuovo appuntamento.
“Il 1° giugno, primo mercoledì del mese, il Digiuno di giustizia si terrà nella piazza Rotonda, davanti al Pantheon, dalle ore 16 alle ore 18”. “Non è giusto – annota in proposito – che la Questura di Roma continui a negarci il diritto costituzionale di digiunare, in nome di quanti in Italia digiunano quel giorno, davanti al Parlamento italiano, contro le criminali politiche migratorie del nostro governo e della UE. Questo digiuno è un atto di protesta E protestiamo anche contro le politiche della ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, che continua a far aspettare le navi con i naufraghi a bordo senza assegnare loro il porto. E’ successo di nuovo ora alla Geo Barents, con 471 naufraghi a bordo, che ha dovuto aspettare undici giorni prima di avere il porto di Augusta. Per disperazione ben 6 migranti si sono gettati in mare”. “Stiamo ripetendo le politiche di Salvini?”, si domanda padre Alex, che ribadisce: “siamo contro la criminalizzazione dell’accoglienza”.
Infine Zanotelli ricorda: “il 25 maggio è iniziato il processo d’appello contro Mimmo Lucano, già sindaco di Riace, colpevole del reato di Umanità. Ha profondamente ragione Papa Francesco a ricordarci: ‘Quando le vite umane sono in pericolo, i confini nazionali diventano irrilevanti’”.
(fonte: Faro di Roma, articolo di Sante Cavalleri 27/05/2022)