Alberto Pellai
ALLE MIE FIGLIE, IN OCCASIONE DELLA
GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Carissime figlie mie, domani si celebra la giornata contro la violenza sulle donne. Io sono vostro papà e sento il dovere ma anche la bellezza di non lasciarvi senza le mie parole. Le parole del primo uomo che è entrato nella vostra vita. Che vi parla a nome di tutti gli uomini. E che negli anni a venire si farà da parte perché saranno altri uomini a tenervi la mano e a camminarvi accanto.
Come uomo trovo terribile che si possa usare la forza fisica per gestire un legame o un conflitto. Io non ho mai alzato le mani su nessuno. Non comprendo come si possa farlo con la donna che hai scelto di amare. So che l’amore può non durare per sempre, che i legami si infragiliscono e a volte si spezzano. Che sentirsi abbandonati o rifiutati fa stare male, molto male. Ma nessuno è di nessuno e l’amore non è possesso. L’amore è appartenenza e se si smette di sentirsi appartenenti all’altro, lasciarsi ne sarà la diretta conseguenza.
Spero che il mio modo di guardare, parlare, vivere a fianco della vostra mamma rimanga per voi una buona testimonianza di cosa sono rispetto e responsabilità, empatia e reciprocità all’interno di una relazione amorosa. Spero anche che gli sguardi con cui vi ho guardato, le parole che ho scelto per voi nella mia storia di padre siano un modello che vi aiuta a comprendere quali sono gli sguardi e le parole con cui ci sente amati e nutriti, dentro un legame che ci sostiene e che ci fa sentire amati e protetti.
Crescendo non avrete bisogno di un uomo che vi protegga, perché saprete farlo da sole. Ma sentirsi sicure dentro una relazione sarà qualcosa che andrete cercando. Sempre. E sentirsi sicure dentro una relazione vorrà dire sapersi rispettate e comprese, nello stesso modo in cui voi riuscirete a rispettare e comprendere chi avrete al vostro fianco.
Amare significa poter sperimentare il potere del proprio NO e del proprio SI. Sono entrambi due poteri importantissimi. Dite NO ogni volta che qualcuno vuole farvi diventare ciò che non siete e soprattutto pensa di avere il diritto di decidere per voi, togliendovi autonomia e dignità. Ma sappiate dire SI tutte le volte che l’Amore, quello con la A maiuscola, vi chiederà di fare scelte complesse, dove a volte tutelare il “NOI” che si diventa quando si ama, rende impossibile mettere l’IO al centro di tutto.
L’amore è la costruzione di un equilibrio davvero complesso in cui nessuno vince e nessuno perde, in cui insieme ad un’altra persona si diventa nuovi a se stessi. E quel diventare “nuovi”, deve permettere ad entrambe le persone che formano una coppia di scoprirsi migliori, grazie all’altra che ci vive accanto. Quando una relazione si fa tossica e violenta, ci si sente soli e dispersi, pieni di dolore nel corpo e nell’anima. Si diventa dislocati nella propria vita, come se non ci fosse più un posto in cui sentirci al sicuro.
Negli ultimi anni ho constatato che la violenza di genere si basa spesso su messaggi che invitano le donne a “difendersi” dal potenziale aggressore che vive nell’uomo che c'è loro accanto. Però penso che fare davvero prevenzione debba anche comprendere messaggi diversi. Per esempio, insegnare agli uomini la bellezza dell’amore, la consapevolezza delle proprie emozioni, la possibilità di non sentirsi fragili quando si sperimentano tristi o impauriti. Un uomo queste competenze non le impara mai nella comunità degli altri uomini. Le apprende spesso nella relazione con la persona che ama. Le apprende tenendo in braccio il proprio bambino, quando diventa padre. Sentendo che il senso di tutto sta nell’appartenersi e non nel possedersi.
E’ questo il messaggio di me – maschio, uomo e padre – per voi in preparazione della giornata in cui tutte le violenze di genere mi auguro possano essere bandite, prevenute e cancellate. E’ bello essere vostro padre. E anche se il “paternalismo” è uno dei termini più messi “all’indice oggi”, io non cancellerei nemmeno una parola di ciò che vi ho scritto qui, qualora venisse definita paternalistica. Perché esservi padre mi ha insegnato del mio essere “maschio” più di qualsiasi altra esperienza vissuta fino ad oggi. Il vostro papà.
(fonte: Bacheca facebook di Alberto Pellai)