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domenica 1 dicembre 2019

"Attendere: declinazione del verbo amare." Commento al Vangelo della I domenica di Avvento a cura di P. Ermes Ronchi



I commenti di p. Ermes al Vangelo della domenica sono due:
  • il primo per gli amici dei social
  • il secondo pubblicato su Avvenire

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata. Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Matteo 24,37-44


per i social

Io ho qualcosa di prezioso che attira il Signore come la ricchezza attira il ladro: è la mia persona, il fiume della mia vita che mescola insieme fango e pagliuzze d’oro.

Avvento: tempo per attendere, perché qualcuno manca. Come i soldati romani, i “desiderantes” che, riferisce Giulio Cesare, attendevano sotto le stelle i compagni non ancora rientrati all’accampamento dopo la battaglia.

Attendere: declinazione del verbo amare. Attesa del Dio che viene nel tempo delle stelle, in silenzio, senza rumore né apparenza, che non ruba niente e dona tutto. Che viene, con una metafora spiazzante, come un ladro. Il Dio che ha sempre da nascere, sempre straniero in un mondo e un cuore distratti. La distrazione, appunto, da cui deriva la superficialità: “presero moglie e marito e non si accorsero di nulla”. Siamo così distratti, che non riusciamo a gustare i giorni e i doni. Per questo non siamo felici, perché siamo distratti.

È possibile vivere così, da utenti della vita e non da viventi, senza sogni, senza mistero? Senza accorgersi di chi ti sfiora in casa, di chi ti rivolge la parola, della bimba rosa ieri a Lampedusa, del povero affamato di ascolto? Senza vedere il pianeta avvelenato e umiliato, la casa comune depredata da stili di vita insostenibili?

Si può vivere senza volti. Un altro diluvio.

Questo è il tempo dell’attenzione, dove attenzione è rendere profondo ogni momento. Tempo per guardare in alto e più lontano, per essere attenti a ciò che accade.

Tempo di strade, di mistero.

Lo senti ad ogni pagina Gesù ripetere: non vivere senza mistero! Ti prego: sotto il familiare scopri l’insolito, sotto il quotidiano osserva l’inspiegabile. Che ogni cosa che diciamo abituale, possa inquietarti (B. Brecht).

Dei due uomini nel campo uno verrà portato via e uno lasciato. Non è dell’angelo della morte che parla il Vangelo, ma di due modi diversi di vivere nel campo della vita: uno vive in modo adulto pronto all’incontro e l’altro, infantile, non si accorge di nulla; uno è chino solo sul suo piatto, l’altro è generoso di pane e amore.

Se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro…

Mi ha sempre inquietato l’immagine del Signore che viene di soppiatto come un ladro nella notte. Ma Dio non è un ladro di vita! E’ un ladro ben strano, non ruba ma dona tutto, a mani piene.

E’ l’incontro con Lui che è rapinoso! Ti obbliga a fare il vuoto in te di cento cose inutili, altrimenti ciò che porta non ci sta. Ti mette a soqquadro la casa, ti cambia la vita e la fa ricca di volti, luce, orizzonti.

Io ho qualcosa di prezioso che attira il Signore come la ricchezza attira il ladro: è la mia persona, il fiume della mia vita che mescola insieme fango e pagliuzze d’oro, questo nulla fragile e glorioso in me.

Vieni pure come un ladro Signore, prendi quello che per te è prezioso. Prendilo e poi ridammelo, armato di luce.

E fra le stelle, come un desiderante, accendi la lucerna e aspettami, mentre mi incammino verso casa.

per Avvenire

Al tempo di Noè gli uomini mangiavano e bevevano… e non si accorsero di nulla (…)


(fonte: http://www.smariadelcengio.it/)