"Casa di Preghiera
per Tutti i Popoli"
per Tutti i Popoli"
della Missione
"Speranza e Carità"
di Biagio Conte
"Speranza e Carità"
di Biagio Conte
Palermo,
5 gennaio 2017
Una celebrazione significativa, e per certi versi anche emozionante si è svolta nella Missione “Speranza e Carità” di via Decollati, l’Arcivescovo mons. Corrado Lorefice ha presieduto il solenne rito della Dedicazione dell’Altare e la consacrazione della chiesa Casa di preghiera per tutti i popoli, diretta dal missionario laico Biagio Conte che ospita centinaia di immigrati. Presente anche i card. Paolo Romeo e diversi presbiteri, diaconi e rappresentanti delle Istituzioni che non hanno voluto mancare all’importante appuntamento. La solenne celebrazione è stata animata dalla corale del duomo di Monreale diretta dal maestro Marco Intravaja.
La chiesa è stata realizzata in un capannone dell’ex caserma aeronautica abbandonata, dove non c’era neppure il tetto, ora il soffitto ligneo, il marmo sul pavimento, un’icona dell’ospitalità di Abramo, realizzata in mosaico, domina l’abside, otto tele con la vita di Gesù dipinte da Bakiri, tunisino musulmano ex ospite della missione, la Via Crucis scolpita da Nanà del Ghana, i mosaici realizzati dai ragazzi con la sindrome di Down di Comiso, le opere di Misericordia nelle vetrate raccontano che nessuno è straniero nella chiesa casa di tutti i popoli.
La chiesa consacrata come “Casa di preghiera per tutti i popoli” (definita già da molti la "cattedrale dei poveri") ha una macina come altare, un rotolo di marmo per proclamare la Scrittura, un torchio come basamento per il Crocifisso del Madagascar, le due mani di Cristo che si aprono nell’abside per diventare tabernacolo. Ci sono voluti anni di lavoro, donazioni di tantissimi benefattori, associazioni, club service, parrocchie, aziende, per realizzare quella che Biagio Conte aveva immaginato appena entrato in questo luogo. Nella missione Speranza e Carità, da oltre 25 anni, vengono messe in pratica tutte le opere di misericordia corporale, dai tempi in cui il laico consacrato fratel Biagio trascorreva le giornate e le notti tra i portici della Stazione per confortare chi viveva per strada. Era emozionato e incredulo «per quello che grazie alla collaborazione di tanti è stato possibile realizzare, un messaggio importante di accoglienza che arriva da Palermo in un momento difficile per la nostra società. .
La chiesa consacrata come “Casa di preghiera per tutti i popoli” (definita già da molti la "cattedrale dei poveri") ha una macina come altare, un rotolo di marmo per proclamare la Scrittura, un torchio come basamento per il Crocifisso del Madagascar, le due mani di Cristo che si aprono nell’abside per diventare tabernacolo. Ci sono voluti anni di lavoro, donazioni di tantissimi benefattori, associazioni, club service, parrocchie, aziende, per realizzare quella che Biagio Conte aveva immaginato appena entrato in questo luogo. Nella missione Speranza e Carità, da oltre 25 anni, vengono messe in pratica tutte le opere di misericordia corporale, dai tempi in cui il laico consacrato fratel Biagio trascorreva le giornate e le notti tra i portici della Stazione per confortare chi viveva per strada. Era emozionato e incredulo «per quello che grazie alla collaborazione di tanti è stato possibile realizzare, un messaggio importante di accoglienza che arriva da Palermo in un momento difficile per la nostra società. .
“Abbiamo realizzato questa chiesa – afferma Biagio Conte – grazie alla collaborazione di tanti che si sono impegnati giorno e notte. Un messaggio importante di accoglienza che arriva da Palermo in un momento difficile per la nostra società.Questo luogo sembra profetizzare la fratellanza, senza esclusione di nessuno, non più frontiere e muri ma ponti. Ricordiamoci che nessuno è titolare nemmeno di un metro quadrato della terra"
L’emozione di monsignor Lorefice durante il rito è stata percepita da tutti. “Questo era un luogo simbolo di abbandono e invece questo è quello che sono capaci di fare gli uomini di fede vera, che fanno diventare il loro cuore tempio di Dio. Da qui arriva per tutti il messaggio che dobbiamo fare sul serio. Attraverso la Chiesa di Palermo parte un appello a tutti i palermitani per realizzare una città dove nessuno si senta straniero né ospite, ma concittadino e familiare”
Una festa per tutti i fratelli e le sorelle della missione, per don Pino Vitrano, stretto collaboratore del missionario laico, che ricorda «le piccole che hanno reso questo luogo qualcosa di bello. Era una pietra scartata, ce l’hanno donata, ne abbiamo fatto una mensa, un luogo di preghiera, un luogo di accoglienza». In quella che la diocesi di Palermo ha voluto come una delle quattro porte sante del Giubileo della Misericordia, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha unto l’altare con l’olio santo e vi ha deposto le reliquie dei santi Francesco e Chiara d’Assisi, Madre Teresa di Calcutta, Santa Bakita, nel beato Zeffirino Namuncura, sudamericano e la reliquia del beato Pino Puglisi, il martire ucciso dalla mafia.
Una festa per tutti i fratelli e le sorelle della missione, per don Pino Vitrano, stretto collaboratore del missionario laico, che ricorda «le piccole che hanno reso questo luogo qualcosa di bello. Era una pietra scartata, ce l’hanno donata, ne abbiamo fatto una mensa, un luogo di preghiera, un luogo di accoglienza». In quella che la diocesi di Palermo ha voluto come una delle quattro porte sante del Giubileo della Misericordia, l’arcivescovo Corrado Lorefice ha unto l’altare con l’olio santo e vi ha deposto le reliquie dei santi Francesco e Chiara d’Assisi, Madre Teresa di Calcutta, Santa Bakita, nel beato Zeffirino Namuncura, sudamericano e la reliquia del beato Pino Puglisi, il martire ucciso dalla mafia.
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Servizio TG2000
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Servizio Telesud
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Omelia integrale don Corrado Lorefice,
arcivescovo di Palermo
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Cerimonia integrale