Papa Francesco sull'aereo parla ai giornalisti |
È semplicemente una borsa da lavoro di pelle nera, leggermente usurata, simile a quelle che si portano dietro i medici condotti, o i viaggiatori di commercio. È semplicemente una valigetta come se ne vedono a migliaia, ma che effetto ha fatto vederla in mano al Papa, che è salito sulla scaletta dell’aereo tenendosela stretta – e, immaginiamo, dopo aver gentilmente ma fermamente rifiutato l’aiuto di chi si offriva di portargliela.
Ci sono piccoli gesti che bucano la nostra abitudine di iper-consumatori di immagini, e quello di Francesco sulla scaletta dell’Airbus che lo portava in Brasile è uno di questi: una cosa da niente, e che però proprio chi guarda non si aspetta. Involontario, certo, quel gesto di non affidare ad altri la borsa gonfia di carte importanti e delicate, da consultare nelle lunghe ore del viaggio; eppure, quanto si può comunicare anche un piccolo gesto.
Dice, quell’uomo in bianco con la valigetta nera, di una persona che in questi mesi non si è abituata e non ha voluto abituarsi a essere servita in tutto, e vuole restare fedele almeno ai piccoli oneri della vita della gente normale: reggere da sé una borsa gonfia, anche se pesante, nulla cedendo alle consuetudini del cerimoniale. Gesti come, all’indomani della elezione, l’andare di persona a pagare il conto dell’albergo, cosa che aveva strabiliato tutti; o anche il volersi tenere le proprie care vecchie cose, l’orologio da polso, le scarpe nere e grosse e non propriamente eleganti che gli si vedono spuntare da sotto la veste candida. O ancora, ieri all’arrivo all’aeroporto di Rio, rifiutare l’automobilona di lusso per salire su una semplice utilitaria del seguito. Gesti, soltanto, e minimi, e però capaci di testimoniare una forma mentis...
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