"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
NATALE DEL SIGNORE - MESSA DELLA NOTTE
L'amore del padre per tutti i suoi figli si è finalmente reso visibile nella debolezza e nella fragilità della carne del suo Figlio Amato e il suo Nome è Gesù: Salvezza di Dio. L'infinitamente grande si è manifestato nella piccolezza di un bambino perché potessimo accoglierlo senza timore. A torto riteniamo che le caratteristiche di Dio sono l'onnipotenza, la magnificenza e il grande splendore, ma, in verità, queste sono le caratteristiche dell'idolo, della sua immagine satanica (cfr. Dn 2,31ss). Se Gesù si fosse reso visibile con gran potenza e gloria, tutti giocoforza avremmo dovuto accoglierlo (anche solo per timore), ma non sarebbe stato Dio, bensì l'idolo. La norma essenziale per la nostra vita di fede è la piccolezza, la «porta stretta» che Gesù ci ha invitato ad attraversare per entrare nel Regno, una piccolezza che è in grado di abbattere ogni presunta grandezza. Come il sassolino, in apparenza insignificante, che nel Libro di Daniele è in grado di abbattere e distruggere l'enorme idolo dai piedi di argilla (Dn 2,34ss). La prova della fede per gli uomini di tutti i tempi è quella di accogliere l'estrema debolezza di questo Dio che si è fatto solidale con la nostra fragilità, perché un Dio che ci viene incontro in questo modo si espone inevitabilmente al rifiuto. Questo è il nostro Dio, il suo tallone di Achille: la vulnerabilità del suo infinito amore per gli uomini, un amore così grande che non può non rispettare la nostra libertà, anche la libertà di rifiutarlo.