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sabato 7 dicembre 2024

8 Dicembre - 1) Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria: NOSTRA SORELLA DELL'ARCOBALENO Anche il nostro “sì” può cambiare il mondo - 2) II Domenica di Avvento anno C : SEMPLICI, DRITTI E CHIARI Per avere il cuore leggero occorre avere un pensiero semplice, diritto e lineare, senza tortuosità. - Commento al Vangelo a cura di P. Ermes Maria Ronchi

8 Dicembre 2024


Due vangeli:
 
1) per chi celebra l'Immacolata della Beata Vergine Maria 

2) per chi celebra la II domenica di Avvento anno C

Due vangeli , due candele accese sulla corona d'Avvento



NOSTRA SORELLA DELL'ARCOBALENO

Anche il nostro “sì” può cambiare il mondo.

1) In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei. Lc 1,26-38

 
NOSTRA SORELLA DELL'ARCOBALENO
 
Anche il nostro “sì” può cambiare il mondo

Maria è la prima della lunga carovana dell’umanità. E noi che immacolati non siamo, camminiamo dietro a lei, nostra prima sorella.

Porrò inimicizia tra il serpente e la donna. Che potenza! Ostilità tra la donna che ama la vita e il serpente che ama il suo contrario.

Adamo ed Eva la vita l’hanno appena fallita, e Dio, contro ogni evidenza, li chiama solennemente nemici del male.

Stupendo: io sarò ferito e sporcato dal male, ma non sarò mai amico suo!

E sento ancora: Tu le insidierai il calcagno, ma lei ti schiaccerà la testa. Il serpente, il male ti raggiunge da dietro, è un passato che talvolta ritorna e fa molto male, ma è in basso, non arriva al cuore dell’uomo, non è davanti a te, non è il tuo orizzonte.

Adamo ed Eva escono dal paradiso portando con sé un germe di vittoria: schiaccerai la testa del serpente. Puoi vincere.

In noi c’è un pezzettino di Dio luminoso, c’è in noi una stella sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla (Ch. Bobin).

L’angelo Gabriele se ne vola via da Zaccaria, sbattendo le ali sulla sua incredulità, e atterra in un paesino assolato e sconosciuto, in una casa qualunque, fra pentole e telai.

È il vangelo delle prime volte: è la prima volta che Dio si rivolge ad una donna. Che la creatura ha l’ultima parola nel dialogo con il cielo. È la prima volta di una parola mai udita: sei piena di grazia! Il tuo nome è: amata-per-sempre.

L’angelo aggiunge: Dio è con te. Parola che avrebbe dovuto mettere in guardia la ragazza, perché con quelle parole nella Bibbia Dio convoca ad una avventura ardua come una sfida.

Maria, avrai un figlio, tuo e di Dio. Gli darai nome Gesù.

Da ragazza matura e intelligente, Maria obbietta e argomenta, vuole capire: dimmi come avverrà! E l’angelo: viene l’infinito nel tuo sangue, la luce che ha generato gli universi si aggrappa al tuo seno. Cosa importa il come!

E tuttavia Gabriele resta lì, a spiegare: evoca lo Spirito come era sulle acque dell’origine, come era la sua nube che scendeva nel deserto, e la invita a pensare in grande, più in grande che può.
Fidati, sarà Dio a trovare il come.

E se noi siamo qui oggi, se possiamo dirci cristiani è per la fede, la libertà e il coraggio di questa ragazzina che ha detto: sono qui, Tu sei il Dio dell’alleanza, e io sarò l’alleata del Dio delle alleanze.
Dove tu andrai anch’io andrò, il tuo sogno sarà il mio sogno.

Forse a Maria torna in mente il legame forte tra Ruth e Noemi, o forse è la voce dell’umanità, che invece di dare sempre la colpa a qualcuno, prova a dire: sì, io credo al futuro perché tu sei con me.

Tu hai inventato l’arcobaleno come segno d’alleanza con le creature, e io sarò un piccolo arcobaleno, di pace e di abbracci.

Anche il nostro “sì” può cambiare il mondo; tutti noi possiamo segnare nascite sul libro della vita, e tracciare arcobaleni sul calendario della storia.

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SEMPLICI, DRITTI E CHIARI

Per avere il cuore leggero occorre avere 
un pensiero semplice, diritto e lineare, senza tortuosità.


2) Nell’anno quindicesimo dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetràrca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetràrca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetràrca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Càifa, la parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccarìa, nel deserto. Egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, com’è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaìa:
«Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri!
Ogni burrone sarà riempito,
ogni monte e ogni colle sarà abbassato;
le vie tortuose diverranno diritte
e quelle impervie, spianate.
Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio!». Lc 3,1-6

 

SEMPLICI, DRITTI E CHIARI
 
Per avere il cuore leggero occorre avere un pensiero semplice, diritto e lineare, senza tortuosità.

La frase centrale oggi è: la Parola venne.

Tra tante parole, in questa marea di parole, tra quelle che ingannano e gli slogan che si impongono, viene la Parola.

Quella che era presso Dio. Quella che era Dio.

Una pagina solenne dà avvio a questo vangelo. Nell’anno 15° di Tiberio Cesare... la parola scende su un giovane scappato nel deserto, consumato dal sole.

Provo a portare fra noi questo avvio sontuoso della Parola: mentre in America si passavano le consegne..., nel pieno delle guerre russo/ucraina e israelo/palestinese, mentre in Europa si stava insediando un nuovo governo, mentre la Cina scrutava la scena mondiale, mentre Francesco a Roma si spendeva, voce inascoltata, implorando pace sul mondo, la Parola venne.

Su chi? Su uno di questi? Su un social-media? Un influencer?

No, dribblando antenne e piattaforme la Parola scende su un giovane senza storia politica, che nemmeno è prete, un levita disertore. Posto sul confine orientale tra acqua e sabbia, amico del vento e scavato dalla fame, che si consegna a Dio, anima e corpo.

Il Verbo era presso Dio, ma non gli basta. Scarta personaggi e istituzioni per planare su un malato di Dio, uno che soffre della malattia tipicamente semitica dell’Assoluto. Non parla alle istituzioni, ai potenti o ai sacerdoti; è fatica inutile: i primi non lo ascoltano e non gli credono; gli altri manipolano a proprio uso la Parola.

Che comunque viene, ama le piccole cose, spesso sotto traccia, e non le casse di risonanza. Si rifugia nel silenzio delle sabbie, dove Giovanni non era che Voce, e la Parola era un Altro.

Raddrizzate, appianate, colmate!

Per diventare semplici e diritti, senza barriere.

Raddrizzare i sentieri tortuosi, i pensieri complicati. Siamo diventati complottisti, confusi e vittimisti. Invece per avere il cuore leggero occorre avere un pensiero semplice, diritto e lineare, senza tortuosità.

Riempire i burroni: quanti ne abbiamo di cose mancate, relazioni vuote, storie finite, ricerca dell’apparire.

Ma io so che nonostante la mia vicenda personale e quella comune, questa nostra è una storia di salvezza fatta di cose che durano, che meritano di durare, di sogni che non si dissolvono ad ogni alba.

Raddrizziamoci, riempiamo, abbassiamo, sapendo che le strade su cui Dio sceglie di venire sono sempre le nostre, non ne ha altre: la sua strada è l’uomo.

L’ultima riga del vangelo è stupenda: ogni uomo vedrà la salvezza.

Sì, letteralmente. Dio ci vuole tutti salvi, e in qualche modo ci raggiungerà tutti e non si fermerà davanti alle curve del mio passato o ai cocci della mia vita. Non c’è storia senza una goccia di luce, nessuna vita senza una manciata di bontà. Io ci credo! Ogni essere vivente vedrà la salvezza. Io lo credo!

E ringrazio tutti i profeti di oggi, che sono ‘voce che grida’, per deserti e città, passione per Dio e passione per l’uomo.