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lunedì 30 dicembre 2024

Natale, giovinezza di Dio di Bruno Forte

Natale, giovinezza di Dio
di + Bruno Forte,
Padre Arcivescovo Diocesi di Chieti Vasto




        Ai credenti, che celebrano nel Natale la festa della giovinezza sempre nuova di Dio e del Suo amore per noi, la domanda di speranza si impone in maniera prioritaria, assoluta: se Natale vuol dire che Dio non è stanco degli uomini e sa ricominciare sempre da capo con loro e per loro, è più che mai urgente che la fede non si esaurisca nell'esteriorità ripetitiva della tradizione né si arrenda alla logica dominante del consumismo, proprio di questi giorni. 

       Il dono che il mondo chiede a Natale non può ridursi alla somma dei tanti doni segnati dall'effimero, ma è quel dono, che non passa e dà significato alla vita, il dono che Dio ha voluto accendere nel cuore dell'uomo e del tempo facendosi uomo e che rende sempre nuovo e vivo fra noi nel pane di vita. Natale, oggi e più che mai, vuol dire speranza. Per questo è apparsa “la grazia di Dio, apportatrice di salvezza”: per questo ci è offerto il pane eucaristico - vero pane della speranza -, perché tutti possiamo “rinnegare l’empietà e i desideri mondani e vivere con sobrietà, giustizia e pietà in questo mondo, nell’attesa della beata speranza della manifestazione della gloria del nostro Dio e salvatore, Gesù Cristo” (Tito, 2,12s). 

       Perciò, non esito a chiedere al divino Bambino, per tutti noi e per l’intera nostra comunità ecclesiale e civile, come per tutta la famiglia umana, il dono di venire a noi e in ciascuno di noi come anticipazione del futuro, speranza credibile e certa, affidabile e bella, quale nessun altro potrebbe dare al nostro cuore inquieto. Natale sia speranza nuova nei cuori, audacia di riconoscere le ragioni che rendono la vita degna di essere vissuta. Natale sia scelta nuova di pace, che rifiuti la legge della forza per scegliere la forza della legge e - per costruire la pace - anteponga a ogni altra la via fondata sull’impegno per la giustizia e sul dialogo nell’offerta reciproca del perdono. Natale sia la sorpresa di imparare nuovamente a rispettarci ed amarci, al servizio dell’unica causa del bene comune, con particolare attenzione ai più deboli e a chi soffre di più (penso specialmente a quanti patiscono le conseguenze del drammatico terremoto del 6 Aprile scorso). Natale sia incontro nuovo con Colui, che è in persona la luce del mondo, la luce della vita, e che la Chiesa – come luna baciata dai suoi raggi solari – irradia nella notte del mondo. Sia Natale la festa della giovinezza di Dio e della nostra giovinezza in Lui, celebrata nel mistero del Suo avvento in noi e fra di noi e nel dono dei nostri cuori a Lui. Per questo, invoco con voi e per voi il Dio che viene, unica, vera speranza del mondo: 

Vieni, giovinezza di Dio, 
nel muto silenzio della nostra incapacità
 di lasciarci amare da Te e di amarci! 

Vieni nella caducità della vita, 
nella fatica dei giorni, 
nel dolore del tempo, 
nella solitudine del cuore. 
Innamoraci di Te, che vieni, 
innamorato di noi.
Fa' che per Te, umile Dio, 
convertito alla fragilità della creatura, 
siamo capaci del gesto nuovo dell'amore, 
della resa di chi, perdutamente, 
si consegna a Te, l'Amato che non delude 
e non deluderà mai... 

Allora, si scioglierà la lingua del cuore
e cederà la resistenza dolorosa dell'anima.
Il muto silenzio si farà parola,
e il cuore arderà nuovo
nel fuoco divorante del Tuo Amore.
Vieni, speranza del mondo,
giovinezza dell'anima, consumata giustizia,
intramontabile pace. 
Fa’ di noi i prigionieri della speranza:
e l'intera vita nostra Ti venga incontro
con segni inequivocabili d'attesa. 
Amen. Alleluia! 

Buon Natale di luce e di speranza a tutti

(fonte: sito della Diocesi)