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domenica 15 dicembre 2024

"Un cuore che ascolta - lev shomea" n° 3 - 2024/2025 anno C

"Un cuore che ascolta - lev shomea"

"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)



Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino


III DOMENICA DI AVVENTO ANNO C

Vangelo:

«Che cosa dobbiamo fare?». E' la domanda fatta dalle folle a Giovanni Battista, identica a quella fatta a Pietro e agli apostoli nel giorno di Pentecoste (At 2,37). Il Battista si inserisce in pieno nel solco della profezia veterotestamentaria in un itinerario di conversione nella fraternità, nella giustizia e nella condivisione dei beni; Giovanni stigmatizza con forza l'economia del possesso e dell'accumulo dei beni, generatrice di ingiustizia e di morte, perché venga riattivato il circolo virtuoso del dono gratuito e della misericordia. E come avvenne per la manna durante l'esodo, che se accumulata marciva (Es 16,20), l'accumulo dei beni è la causa diretta delle sofferenze e della morte dei poveri. Fin dal principio della storia della salvezza Dio ascolta il grido di dolore dei poveri che a lui si rivolgono e prontamente interviene. «Quando Israele si prostituisce all'idolo del possesso esclusivo dei beni, perde il dono della terra e imbocca la via dell'esilio» (cit.). Questo deve servire da monito anche alla nostra società escludente, egoista e idolatra, sorda da troppo tempo al grido dei poveri che si leva dai sotterranei della storia. Come cattolici, spesso con arroganza, rivendichiamo le nostre radici cristiane (il più delle volte per reclamare privilegi), ma in realtà siamo troppo lontani dalle esigenze di fraternità universale del Regno di Dio. Non come figli di quel Padre che è amore, provvidenza e misericordia per tutti, ma come servi di un sistema oppressore, violento e ingiusto, come «figli del serpente» (Lc 3,7) dispensatori di sofferenze e di morte, assolutamente incapaci di porgere l'orecchio alla «voce di uno che grida nel deserto», che ci invita a preparare nei deserti della nostra esistenza il cammino a Colui che deve venire.