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venerdì 30 settembre 2011

Un passo avanti verso la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari

Il 27 settembre 2011 il Senato della Repubblica italiana ha approvato all'unanimità il testo licenziato dalla Commissione d'inchiesta sul sistema sanitario, presieduto dal senatore Ignazio Marino del Partito Democratico. 
Un testo davvero storico.
La Commissione, infatti, ha chiesto e ottenuto l'impegno del Governo a realizzare una riforma profonda del sistema di detenzione psichiatrica negli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (Opg), arrivando a una loro definitiva chiusura.
''Con il voto del Senato si fa un passo storico verso la chiusura degli Opg'', ha dichiarato visibilmente soddisfatto Marino. ''Il testo dice un no netto ai manicomi criminali che vanno estirpati dal territorio in favore di un sistema di cure davvero degno di questo nome per i 1500 internati nei sei Opg italiani''. Si tratta delle strutture di Aversa (istituto Filippo Saporito), Barcellona Pozzo di Gotto, Castiglione dello Stiviere, Montelupo Fiorentino (Villa Ambrogiana),Napoli (Sant'Efremo) e Reggio Emilia.

La risoluzione approvata dal Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è una nuova tappa del faticoso percorso per abolire definitivamente gli OPG, ma il traguardo non è stato certo raggiunto. 
La risoluzione impegna il Governo a compiere alcuni atti verso gli OPG, che sono però dichiaratamente “transitori”, in attesa della loro chiusura definitiva. L’impegno a migliorare la vita interna negli OPG è certo auspicabile viste le vergognose condizioni, ma non risolve la drammatica situazione di 1.500 nostri concittadini, internati negli ultimi residui manicomiali.

Il presente video, distribuito ai giornalisti nel corso della conferenza stampa svoltasi presso il Senato della Repubblica il 16 marzo 2011, è estratto da un documentario prodotto dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, nell'ambito e ai fini del proprio mandato istituzionale. La Commissione ha ritenuto doveroso renderlo pubblico.





Guarda anche il nostro precedente post:

"Guardare il mondo con occhi profetici - La vita di Padre Tito Brandsma" Frammenti di spiritualità n.9 -

"Guardare il mondo con occhi profetici - 
La vita di P. Tito Brandsma"

di Egidio Palumbo

Estratto della relazione "Tito Brandsma, uomo di speranza” di Egidio Palumbo tenuta il 5 agosto 2011 nell'ambito della SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ - ESTATE 2011 - “IL CORAGGIO DI SPERARE OGGI” promossa dalla Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME).

Anticipazione in attesa del video integrale.

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ActionAid: L'ITALIA E LA LOTTA ALLA POVERTA' NEL MONDO

Martedì 27 settembre ActionAid ha presentato l’ultima edizione dell’annuario della cooperazione italiana “L’Italia e la lotta alla povertà nel mondo”, un’analisi indipendente sull’operato dell’Italia a favore dei Paesi in via di sviluppo.
La cooperazione italiana nella valutazione di ActionAid è definita “fuori classe”: l’Italia infatti è ormai certificata “fuori” dai criteri europei della “buona cooperazione” allo sviluppo, classificandosi tra le economie avanzate come il Paese che ha maggiormente ridotto gli aiuti, più di Grecia e Irlanda. Inoltre detiene la principale responsabilità del fallimento dell’Unione Europea nel raggiungere gli obiettivi finanziari stabiliti per il 2010.

... Nel triennio 2008-2011 dell'attuale governo Berlusconi, la cooperazione allo sviluppo gestita dal ministero degli Esteri ha subito un calo del 78%, con il minimo storico di 158 milioni di euro. "Per effetto dei tagli del giugno 2011, il bilancio della cooperazione del Ministero Affari Esteri potrebbe contrarsi per altri 100 milioni di euro nei prossimi tre anni", praticamente azzerando i fondi per la lotta alla povertà nel mondo...
Leggi tutto: Lotta alla povertà nel mondo: l’Italia è “fuori classe”


giovedì 29 settembre 2011

"IL PRETE EDUCATORE" - "L'UMANITÀ DEL PRETE" - "IL PRETE GIUSTO"

IL PRETE EDUCATORE
Aspetto pedagogico e antropologico
del prof. Daniele Loro, Università di Verona

Incontro promosso dalla Diocesi di Verona e tenuto il 14.06.2011

"... Dalla comprensione alla scelta di educare, cioè di farsi “compagno” di strada.
La comprensione dell’altro, delle sue potenzialità, bisogni e desideri, non è ancora sufficiente per dire di essere educatore. Si diventa educatore non solo perché si sente di poter (e di voler) essere in grado di fare qualcosa perché l’altro colmi i suoi bisogni, potenzi le sue qualità, realizzi i suoi desideri, ma anche perché si sceglie di farlo facendosi “compagni di strada” dell’altro, decidendo così di percorrere un tratto di cammino esistenziale assieme, condividendone le esperienze. ..."
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L'UMANITÀ DEL PRETE

Pubblicazione della Diocesi di Verona

“... Nel contatto quotidiano con gli uomini, nella condivisione della 
loro vita di ogni giorno, il sacerdote deve crescere e approfondire
quella sensibilità umana che gli permette di comprendere i bisogni ed accogliere le richieste, di intuire le domande inespresse, di spartire le speranze e le attese, le gioie e le fatiche del vivere comune; di essere capace di incontrare tutti e di dialogare con tutti”. (Pastores Dabo Vobis, 72)
Non va dimenticato poi, ricordano poi i nostri vescovi, che l’umanità del prete è la via normale attraverso cui noi comunichiamo il messaggio di salvezza del Vangelo. (cfr. La formazione permanente  dei presbiteri…, n. 23). ...
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"Il prete giusto" - La storia di Don Raimondo Viale -
 nel racconto di Nuto Revelli

La storia di Don Raimondo Viale nel racconto di Nuto Revelli, uno dei grandi scrittori dimenticati del nostro novecento letterario. La puntata di "Cultbook" (trasmissione di Rai Educational dedicata ai grandi libri di ieri e di oggi) contiene interviste a Enzo Bianchi e Gianfranco Bettin e materiale di repertorio dell'autore.

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"Io, cristiano come voi" di don Gino Rigoldi - Messa e amore, le regole di don Gino

Dice don Gino Rigoldi che un cristiano deve essere strabico, con un occhio rivolto a Gesù e l'altro alle persone, alle condizioni dell'uomo di oggi». E va da sé che per un prete che ogni mattina legge il Vangelo e poi (come se il libro sacro fosse una sostanziosa colazione) si tuffa con energia ed entusiasmo sul marciapiede, cioè nei problemi dei carcerati, dei tossicodipendenti, degli immigrati, dei bambini negli orfanotrofi, la raccomandazione è rivolta non solo ai fedeli, ma anche e soprattutto ai suoi colleghi di Chiesa.
Superati i settant'anni e dopo una vita di militanza nella vita vera della gente, don Gino, cappellano da 40 anni nel carcere minorile Beccaria di Milano e fondatore di «comunità nuova», ha voluto riunire in un libro dal titolo emblematico Io, cristiano come voi (cioè con tutte le risorse, i difetti e i dubbi) le sue opinioni sulle cose che non vanno nel modo in cui si mettono in atto i principi della fede e del vivere civile.

Un libro per chi cerca nuove motivazioni più che ricette e non ha timore di porsi interrogativi forti in ordine alla sua scelta di vita e di fede.

“Vogliamo zero” Campagna Unicef contro la mortalità infantile


'Vogliamo Zero'
Unicef: ogni secondo muoiono 14 bambini nel mondo. Otto milioni all'anno

“Ogni anno muoiono 8 milioni di bambini e noi vogliamo arrivare a zero”. E' lo slogan usato da Younicef, la rete dei giovani dell'Unicef, nella campagna contro la mortalità infantile: “Vogliamo Zero”.
Oltre 1000 volontari di Younicef in 40 piazze italiane per creare la scritta ZERO con i propri corpi. La manifestazione si svolgerà da Milano a Firenze fino a Cosenza, da nord a sud.

“Vogliamo zero”, il motto della nuova Campagna dell’Unicef contro la mortalità infantile, lanciata stamane a Roma dal direttore generale del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, Anthony Lake. A supportare la campagna in Italia sarà Alberto Angela, noto conduttore televisivo di popolari trasmissioni scientifiche della Rai, nominato oggi nuovo ambasciatore dell’Unicef. Il servizio di Roberta Gisotti.

VOGLIAMO ZERO
La campagna dell'UNICEF di lotta alla mortalità infantile





mercoledì 28 settembre 2011

BUONGIORNO, AFRICA (VIDEO)



BUONGIORNO, AFRICA

"C'era una volta"
programma RAI di Silvestro Montanaro che analizza i cambiamenti globali, i mutamenti sociali, gli scenari politici e racconta le storie di coloro che di tali trasformazioni sono testimoni o vittime.
Puntata del 22.09.2011

E’ un’Africa profondamente diversa quella che raccontano le telecamere di “C’era una volta”. Artisti, economisti, politici, la parte migliore del continente dimenticato, fanno il punto su passato e presente e guardano al futuro del loro mondo.
E se su passato e presente pesano le ombre del razzismo, del colonialismo e della rapina delle grandi risorse di questa straordinaria terra, per il futuro l’Africa vuol far da sola, stanca di false promesse ed aiuti interessati.

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La norma ammazzablog - vietato criticare

«Bendare tutti per salvarne uno. Questo sembra essere ormai l'unico criterio che guida la maggioranza nella riproposizione della legge bavaglio, perché di bavaglio si tratta, come confermano le critiche dei magistrati e dei cronisti, i veri destinatari della legge, quelli che dovranno essere "ammanettati" per impedire loro l'accertamento degli illeciti e soprattutto per oscurare il diritto ad essere informata della pubblica opinione». Questa la posizione di Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. «Una legge che non vuole colpire il marcio, ma soltanto renderlo invisibile». Nel mirino delle polemiche la norma sulla rettifica in rete, detta ammazza-blog

Il governo ha nuovamente scongelato il testo del disegno di legge Mastella, passato alle cronache come “legge bavaglio” e contenente il “comma ammazza blog”. La rete, e gran parte delle testate giornalistiche, sono nuovamente in fermento per cercare di manifestare, assieme ai lettori, il loro dissenso e spiegare perché questo disegno di legge non fa bene alla democrazia, al paese e ai cittadini.

Grande clamore, sui quotidiani “politicamente impegnati” sta suscitando la reintroduzione della norma ammazzablog all’interno del ddl sulle intercettazioni. Fa figo dire ammazzablog, vero? Legge bavaglio. Privazione della libertà di espressione. Regime. Dittatura. Alieni, mostri, vampiri e dinosauri.
Ma in realtà che cosa prevede questa norma dal nome così pittoresco che, a voler pensar male, sembra esserle stato appiccicato ad arte non tanto per conoscenza della norma in sé quanto più per sterile volontà di portare acqua al proprio mulino politico?

Approda alla Camera il ddl che impone l’obbligo di rettifica per qualsiasi sito internet sulla base di una semplice richiesta. Il 29 la protesta del Popolo della Rete a Roma.

... Sarebbe davvero una sciagura per la libertà di parola sul web se, preoccupato di assecondare l’urgenza della maggioranza nell'approvazione del ddl, il Parlamento licenziasse il testo nella sua attuale formulazione.
Inutile ripetere che le conseguenze dell’entrata in vigore della norma sarebbero gravissime: ogni contenuto, informazione o opinione non gradita ai potenti dell’economia o della politica sarebbe destinata a vita breve sul web e ad essere rimossa – lecita o illecita che ne sia la sua pubblicazione – a seguito dell’invio di una semplice mail contenente una richiesta di rettifica.



L'Italia che non sta alla finestra - Primopiano di Famiglia Cristiana

Anticipiamo il Primopiano di Famiglia Cristiana: le campagne e le iniziative popolari contro l’ignavia delle “caste” arroccate a difesa dei privilegi e sorde agli appelli del Paese.

Nonostante i venti gelidi della crisi, che congelano non solo i sogni, ma anche le “normali” speranze di vita delle famiglie italiane; nonostante la totale immobilità della politica, preda anch'essa di una crisi, soprattutto di valori, idee e onestà; nonostante la valanga di volgarità, furberie e impunità, che sta travolgendo le istituzioni... ciononostante, c’è ancora un’Italia sana, che non si arrende. Un’Italia “buona”, non “buonista”, che non si perde in parole, proclami e false promesse. Ma si rimbocca le maniche per salvare il Paese. A cominciare dalla difesa dei diritti dei più deboli.
È l’Italia solidale della “società civile”. A fronte dell’“inciviltà” dei politici e delle “caste”, arroccati a difesa dei propri privilegi, da non condividere con nessuno. È l’Italia delle famiglie con figli. Degli uomini e delle donne di “buona volontà”, che vogliono più giustizia, equità e condivisione. È l’Italia degli onesti, non delle escort e dei faccendieri. Il rispetto della legalità, in vista del bene comune, è nell'interesse di tutti.
Forse, mai come oggi, è necessario il risveglio delle coscienze.

Leggi tutto: L'Italia che non sta alla finestra


martedì 27 settembre 2011

CONCILIO VATICANO II. I SUOI PRIMI 50 ANNI - il numero di settembre di Confronti

... Quando papa Giovanni XXIII aprì il Concilio – «Pentecoste del nostro tempo», secondo la felice definizione di uno dei suoi testimoni ancora pienamente sulla breccia, il vescovo emerito di Ivrea Luigi Bettazzi – era l’11 ottobre 1962. Nel 2012 si celebrerà dunque il mezzo secolo dal suo inizio. Esso ha influenzato largamente non solo la vita della Chiesa cattolica (al suo interno e all'esterno), ma anche gli altri mondi religiosi, cristiani e non. Con le sue intuizioni, i suoi passi coraggiosi, le sue contraddizioni, le questioni irrisolte. Da tempo è in atto un dibattito sul senso da dare al Concilio, se si sia trattato di una vera e propria rottura rispetto al passato o se piuttosto sia da considerare un’ipotesi di riforma, ma in continuità rispetto al passato di quella Chiesa. Inoltre, a cinque decenni di distanza, è lecito interrogarsi su quanto sia vivo e quanto sia morto, di esso; su quanto ne conoscono i giovani, e quanto essi ne percepiscano la portata, in ogni caso straordinaria. Mentre qualcuno, non solo Panikkar ma anche il cardinal Martini, ha da tempo cominciato a chiedersi se non sia il caso di cominciare a immaginare un Vaticano III, che faccia sue le nuove sfide in una stagione di rapidissime trasformazioni da ogni punto di vista (non solo ecclesiale). Ecco dunque la necessità di una riflessione a tutto campo sul Vaticano II. Dando voce a punti di vista diversi. E guardando soprattutto al futuro! Letta nella storia lunga delle Chiese cristiane, la ricezione del Vaticano II è appena cominciata, più che finita: è nelle mani di Dio, certo, ma anche in ciò che il Concilio stesso chiamò, con una bella immagine, «il popolo di Dio in cammino nella storia».
Leggi tutto: Tra Gerusalemme II e Vaticano III l'editoriale di Brunetto Salvarani

Come ogni anno, il numero di settembre di Confronti è monografico. Questa volta ci occupiamo del cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II che verrà celebrato nel 2012.



"Io e Dio. Una guida dei perplessi" di Vito Mancuso

E' un libro che farà discutere il nuovo saggio di Vito Mancuso, "Io e Dio" (Garzanti), dove lo studioso sostiene la libertà del credente verso i dogmi. Il passo decisivo è il rifiuto di un Dio che comanda, giudica, condanna esercitando un potere esterno.

Su questo libro non mancheranno discussioni e polemiche. Che sia ignorato è impossibile, se non altro perché esprime intelligenza e sensibilità che è di molti nel mondo cattolico, più di quanti si palesino. Le sue tesi si sviluppano dall'interno del messaggio cristiano, della "buona novella". Vito Mancuso, che tenacemente si professa cattolico, cerca il confronto, un confronto non facile. Lui si considera "dentro"; ma l'ortodossia lo colloca "fuori". Tutto si svolge con rispetto, ma l'accusa mossa al discorso ch'egli va svolgendo da tempo è radicale. La sua sarebbe, negli esiti, una teologia confortevole e consolatoria, segno di tempi permissivi, relativisti e ostili alle durezze della verità cristiana; nelle premesse, sarebbe la riproposizione di un, nella storia del cristianesimo, mai sopito spirito gnostico. Uno "gnostico à la page"?
Il motivo conduttore del libro Io e Dio (Garzanti) è il primato della coscienza e dell'autenticità sulla gerarchia e sulla tradizione, nei discorsi sul "divino". Siamo nel campo della "teologia fondamentale", cioè dell'atteggiamento verso a ciò che chiamiamo Dio e delle "vie" e dei mezzi per conoscerlo: in breve, delle ragioni a priori della fede religiosa. Ma, la teologia fondamentale è la base di ogni altra teologia... 

Nel nuovo saggio lo studioso tenta anche il recupero di classici come Kant 
Ma non c’è traccia del riconoscimento dell’autonomia del pensiero laico.
... In questo contesto da alcuni anni si muove polemicamente con grande verve Vito Mancuso, «il teologo fuori le mura», come volentieri si lascia chiamare. Il suo ultimo libro - dal titolo impressionante Io e Dio (Garzanti, 488 pp., 18.60 euro) - è un ambizioso, denso, appassionato tentativo di proporre nientemeno che una nuova «teologia fondamentale». L’impianto del lavoro è dato da un lato dal rifiuto della dottrina dogmatica tradizionale, la cui forza starebbe esclusivamente nell'autoritarismo della Chiesa, e dall’altro dalla proposta di una teologia fondata sulla libertà. «Questo libro difende la libertà contro la duplice minaccia dell'autoritarismo religioso e dello scientismo negatore del libero arbitrio». 
Il libro si presenta quindi con una «pars destruens» e una «pars construens»... 
Leggi tutto: Vito Mancuso e Dio, un corto circuito teologico di Gian Enrico Rusconi

Guarda il video dell'intervista a Vito Mancuso a "Che tempo che fa" del 25/9/2011

Video presentazione di Vito Mancuso del libro "Io e Dio"




"Bisogna purificare l'aria" il severo monito del cardinale Bagnasco nella prolusione al Consiglio permanente della Cei

Durissima analisi del presidente della Cei. L'Italia in mano a comitati d'affari. Pansessualismo, relativismo amorale e comportamenti licenziosi.
Il cardinale Bagnasco dice basta e che è ora di “purificare l’aria”. Nella prolusione al Consiglio permanente della Cei Bagnasco ha pronunciato parole severissime anche sui comportamenti personali del premier Silvio Berlusconi e sulle vicende emerse nelle scorse settimana dalle intercettazioni: 
“Si rincorrono con mesta sollecitudine racconti che, se comprovati, a livelli diversi rilevano stili di vita difficilmente compatibili con la dignità delle persone e il decoro delle istituzioni e delle vita pubblica”. 
Bagnasco ha denunciato il “pansessualismo” e il “relativismo amorale”. L’analisi è chiarissima e rigorosa. Mai prima d’ora il presidente dei vescovi aveva detto parole così dure: 
“Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità. Rattrista il deterioramento del costume e del linguaggio pubblico, nonché la reciproca, sistematica denigrazione, poiché così è il senso civico a corrompersi, complicando ogni ipotesi di rinascimento anche politico. Mortifica soprattutto dover prendere atto di comportamenti non solo contrari al pubblico decoro ma intrinsecamente tristi e vacui”. 

Le prime reazioni alle prolusione del cardinale Bagnasco all'apertura del Consiglio permanente della Cei 
Leggi tutto:

La prolusione pronunciata questo pomeriggio dal cardinale Angelo Bagnasco può a pieno titolo essere definita dirompente sulla scena politica italiana per il richiamo alla questione morale – o meglio immorale – che riguarda il presidente del Consiglio Berlusconi e che da mesi tiene sotto scacco il Paese e ne mina la credibilità internazionale.
Questo rischia però di far passare in secondo piano altri importanti passaggi del discorso del presidente della Conferenza episcopale italiana, che riguardano la presenza dei cattolici sulla scena politica. Da tempo ormai Benedetto XVI e i vescovi auspicano che sorga in Italia una nuova generazione di cattolici in politica.
Leggi tutto: Cattolici, aria nuova in politica

La “spallata”, o meglio, la “scomunica” ad personam ovviamente non c’è. Ma il discorso pronunciato dal cardinale Angelo Bagnasco in apertura dei lavori del Consiglio permanente della Cei non si può certo definire accomodante nei confronti del premier. Silvio Berlusconi non viene mai citato direttamente, eppure l'affondo non lascia spazio a dubbi.
Leggi tutto: E Bagnasco “striglia” il premier




lunedì 26 settembre 2011

VERSETTI PERICOLOSI "Neppure io ti condanno" il nuovo libro di Alberto Maggi

Sempre più spesso nella società e nella Chiesa si vanno affermando espressioni come valori non negoziabili… tolleranza zero… fare piazza pulita, termini che appartengono alle strutture di potere che difendono se stesse, ma che sono estranee al messaggio della buona notizia che i credenti hanno l’impegno di vivere e annunciare.
Ogni potere, quando si sente minacciato, erige barriere difensive, si rifà all'ordine, alla disciplina e all'ubbidienza  Ma la Chiesa, che non deve in alcun modo assomigliare alle strutture di potere esistenti, non può in nessun caso emulare il linguaggio e i metodi della società.
Su questo Gesù era stato molto chiaro e anche severo, e ai discepoli, mossi dall'ambizione e dalla vanità, aveva detto:“Voi sapete che i governanti delle nazioni dominano su di esse e i capi le opprimono”e, dopo questa affermazione, non certo lusinghiera verso i governanti, aveva ammonito i suoi discepoli di non imitare in alcuna maniera i potenti: “Tra voi non sarà così, ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo” (Mt 20,25-27).
Il Regno di Dio, che Gesù è venuto ad annunciare e a inaugurare, richiede da parte di quanti vi aderiscono un cambio radicale dei valori esistenti nella società. Gesù chiede di sostituire i rapporti di forza con quelli di amore, quelli di dominio con quelli di servizio, quelli di interesse con quelli di generosità...

Leggi INTRODUZIONE a: VERSETTI PERICOLOSI "Neppure io ti condanno" il nuovo libro di Alberto Maggi in uscita il 22 settembre

Alberto Maggi presenta il suo libro: Versetti pericolosi




Marcia per la pace Perugia – Assisi 2011: la risposta del popolo della PACE

Oltre 200 mila partecipanti, più di 20 chilometri di corteo che ha portato i colori dell’arcobaleno fin sulla Rocca di Assisi. Nel suo cinquantesimo anniversario, la Marcia della Pace Perugia – Assisi ha radunato il popolo pacifista nel segno dello slogan che il fondatore Aldo Capitini scelse per la prima edizione, quella del 1961, “per la pace e la fratellanza dei popoli”. Niente di malinconico o retorico,tutt’altro: protagonista della giornata di domenica 25 settembre non è stato uno spirito nostalgico,bensì le voci, ed anche i silenzi, che hanno segnato la storia di quest’ultimo anno.



“Un reale e concreto manifesto politico che sottoporremo alle rappresentanze politiche del nostro paese”. Così il coordinatore della Tavola della Pace, Flavio Lotti ha presentato ieri dal palco della Rocca di Assisi la mozione finale dellaMarcia per la pace e la fratellanza dei popoli Perugia-Assisi”. Oltre oltre 200mila personeprovenienti da tutta Italia e dall'estero hanno partecipato alla diciannovesima edizione della Marcia della Pace Perugia-Assisi, che quest'anno celebrava il 50esimo anniversario della prima edizione, quella del 1961 ideata e organizzata dal filosofo della nonviolenza Aldo Capitini
“Se vogliamo la pace dobbiamo rovesciare le priorità della politica e dell’economia. Dobbiamo mettere al centro le persone e i popoli con la loro dignità, responsabilità e diritti” – afferma la mozione che chiede l’Italia “un governo di pace e una nuova politica, coerente in ogni ambito”.






Omelia di P. Gregorio Battaglia


Omelia di P. Gregorio Battaglia
della Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto (ME)
XXVI domenica del T. O. anno A - 25.09.2011 -

In questa XXVI domenica del Tempo Ordinario risentiamo un'altra parabola che riguarda il lavorare nella vigna... 
Credo che per noi sia importante chiarirci cosa vuol dire andare a lavorare nella vigna di questo signore...
La vigna è questa realtà umana che gli appartiene; dietro questo signore c'è il volto di Dio, il volto del Padre che ritiene tutta l'umanità come una cosa sua; tutti, nessuno escluso, tutti gli apparteniamo e per Lui tutti siamo una cosa cara e desidera che questa umanità possa crescere e realizzare quel frutto bello che solo la vigna può dare che è la gioia...


ASCOLTA




Leggi anche le preghiere dei fedeli lette durante la celebrazione.


Se anche il Papa studia l'ambiente - Dossier di FAMIGLIA CRISTIANA

Se anche il Papa studia l'ambiente

La Pontificia accademia delle Scienze raduna un gruppo di premi Nobel per studiare il cambiamento climatico. E poi le nuove frontiere sugli oceani, i ghiacciai, le risorse idriche...
Leggi il Rapporto del gruppo di lavoro incaricato dalla Pontificia Accademia delle Scienze:

domenica 25 settembre 2011

Non di solo pane di Enzo Bianchi


Si legge nel libro del Deuteronomio: «[Il Signore] ti ha fatto provare la fame, poi ti ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per farti capire che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che l’uomo vive di quanto esce dalla bocca del Signore » (Dt 8,3). Gesù riprende queste parole mentre si trova nel deserto, assalito dalla fame dopo quaranta giorni di digiuno, ed è tentato di ricorrere al miracolo di trasformare in pane i sassi che stanno davanti a lui. Ma al divisore egli risponde: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”» (Mt 4,4; cf. Lc 4,4).
Il pane necessario per vivere, senza il quale si va incontro alla morte, non basta a far vivere gli umani. È necessario qualcosa oltre il pane, qualcosa di cui il pane è solo segno, qualcosa che come il pane sappia portare vita, ma una vita altra rispetto a quella meramente biologica. L’uomo si è umanizzato il giorno in cui ha inventato e fatto il pane, ma la sua umanizzazione ha bisogno di qualcosa che trascenda il pane. C’è infatti nell'uomo una fame, un desiderio, una ricerca che non si ferma al cibo: il cibo è assolutamente necessario, ma non è sufficiente perché un uomo si umanizzi. Ognuno di noi, lo sappia o no, per istinto vuole vivere e dunque cerca, guadagna pane con il lavoro, ma ciò non gli basta: ognuno cerca un senso nella vita,perché è abitato da una fame, la fame di divenire essere umano.
L’umanità, questa condizione che ciascuno di noi vive e di cui è responsabile, è una condizione di transizione tra l’animalità e l’umanità vera, e il cammino che siamo chiamati a percorrere è quello mai finito dell’umanizzazione. 

Leggi tutto: Non di solo pane


Forme e profumi che parlano all'Io di Enzo Bianchi


Non si può parlare del pane senza fare riferimento al «da dove» esso è tratto, cioè dalla terra. Dalla terra, dallaadamà è tratto l’adam, l’umano, il terrestre (cf. Gen 2,7): noi siamo fatti di terra e alla terra torniamo (cf. Gen 3,19). La terra, nostra madre, chiede di essere custodita e lavorata, non lasciata vergine, perché in tal caso non potrebbe essere per noi madre; tutto questo però va fatto con rispetto, senza sfruttarla indebitamente né violentarla. Oggi il nostro rapporto con la terra si è fatto critico e tutti siamo consapevoli del rischio della catastrofe ecologica. In nome della crescita, del libero mercato, di un’insaziabile pretesa di arricchimento, di un consumo senza limiti, la terra madre è sempre più desolata e devastata. Come annunciava Friedrich Nietzsche oltre un secolo fa, «il deserto avanza», continua ad avanzare anche tra di noi, nei nostri campi e tra le nostre colline che, dopo essere state offese dalla cementificazione, ora sono insidiate anche da distese di pannelli solari che, se collocati senza discernimento, scacciano le nostre colture, tolgono sovranità alimentare e spesso feriscono la bellezza del paesaggio, cioè della terra.
Agiamo nei confronti della terra come se ne fossimo i padroni assoluti, come se fossimo i soli ad aver diritti su di essa e nessun dovere nei suoi confronti; non ci rendiamo conto che la natura e l’ambiente non sono nostra proprietà né sono un luogo di risorse a nostra totale e arbitraria disposizione.

La terra deve sì darci il pane, ma noi umani dobbiamo a nostra volta riconoscere che esistono diritti dell’ambiente, della natura, che le altre co-creature, gli altri co-inquilini della terra sono portatori di diritti come noi: natura, animali, piante, umani, siamo tutti co-inquilini e tutti soggetti di diritti che vanno tutelati e sinfonicamente affermati.

Leggi tutto: Forme e profumi che parlano all'Io


L'ingresso ufficiale del cardinale Angelo Scola nella diocesi ambrosiana.

Nel paese delle chiacchiere, prima dell’uomo arrivano le etichette e decidono l’umore: viene dal movimento! Perciò si decreta che ci siano gli entusiasti e, dall'altra parte, i perplessi. Nel paese dei sospetti, prima dell’inizio si scrivono i retroscena e si immaginano complicate strategie, inverosimili macchinazioni, improbabili ambizioni. Perciò nel salotto dei sapientoni si confidano, come distillati di sapienza, frammenti di banalità intravisti nei titoli dei giornali. Nel paese degli affari, prima dell’autore interessa mettere in vetrina i libri: non è che sia importante leggerli, importante è venderli. Ma i cristiani, pur abitando tutti i paesi, si impegnano a resistere alla tentazione del conformismo. Si preparano alla novità dell’Arcivescovo perché sono contenti di continuare ad essere fedeli. Come si prepara una Chiesa ad accogliere il vescovo che è mandato come pastore?

Il nuovo Arcivescovo partirà dal suo paese natale, poi tappa a Sant'Eustorgio e infine in Cattedrale. Tutti i significati dei riti che si compiranno quel giorno
Leggi tutto: L'ingresso, da Malgrate al Duomo

Tutti i fedeli che lo desiderano potranno avere libero accesso al Duomo a partire dalle 15.45, utilizzando esclusivamente le porte della facciata. Quanti non riusciranno a entrare in Duomo potranno seguire la celebrazione dal maxi-schermo posto sul sagrato della Cattedrale.
Chi invece non potrà partecipare fisicamente al pomeriggio a Milano, potrà seguire le celebrazioni innanzitutto on line sul portale www.chiesadimilano.it.
In televisione, a partire dalle 13.30 su Tn News (canale 664) con approfondimenti, filmati, interviste, ospiti in studio, collegamenti da Malgrate, dalla Basilica di S. Eustorgio e poi la diretta della celebrazione in Duomo. 
A partire dalle 17 si collegherà anche Telenova (canale 14). Pure RaiTre si collegherà in diretta dal Duomo alle 17. 
Alla radio su Radio Marconi uno speciale e la diretta di tutti gli eventi e su Radio Mater la Messa dal Duomo.


sabato 24 settembre 2011

Da Perugia ad Assisi di Tonio Dell'Olio

Da Perugia ad Assisi

Camminare. Un passo dopo l’altro. 
Per costruire la pace è necessario camminare. Come per vivere è indispensabile respirare. Con un punto di partenza e una meta. Pronti ad ascoltare la vita che ci sorprende con i cambiamenti di rotta senza distrarci dal senso, ovvero dal significato e dalla direzione. 
Quel maestro profondo che fu Aldo Capitini generò la Perugia Assisi come una figlia. 
Non un’esercitazione ma un percorso festoso e sofferto. Non solo uno sforzo ma il fascino del camminare insieme. 
Perché la pace non è sfida per eroi solitari e vive nei mille e mille volti di chi ama la vita. Si nutre dei respiri di chi non si è fermato. Danza nella fantasia di chi si sente corresponsabile del tutto. 
Camminare come un esodo. Innanzitutto da se stessi e dalle proprie certezze per incontrare l’altro, la sua vita, le sue ragioni, il suo grido. 
Da Perugia ad Assisi è troppo poco. Per questo il sentiero si inerpica ancora silenzioso fino al cuore dei giorni. Di tutti i giorni. 
Tonio Dell'Olio
(Fonte : Mosaico dei giorni)


A cinquant’anni dalla prima edizione voluta da Aldo Capitini e riprendendone lo slogan, domani si svolgerà per la diciannovesima volta la Marcia Perugia-Assisi.

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Meeting dei 1000 Giovani per la Pace!


Migliaia di giovani si sono riuniti oggi a Bastia Umbra per partecipare al Meeting dei 1000 Giovani per la Pace. Un'occasione per contrastare l'odierna crisi culturale, parlando di presente e di futuro.

4000 giovani da tutta Italia sono arrivati a Bastia Umbra per partecipare al meeting dei giovani per la pace. Al centro del primo incontro anche il tema dell’ informazione e le storie giunte dalle “piazze arabe delle rivoluzioni”.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, augura pieno successo alla realizzazione del Meeting dei Giovani e alla Marcia Perugia-Assisi 2011, per costruire un futuro fondato sui principi di libertà, tolleranza e giustizia sociale in grado di garantire la pacifica coesistenza tra i popoli.

Il Meeting per la Pace è un’occasione per confrontarsi e riflettere. Una giovane racconta le sue impressioni sul laboratorio “Io, la cultura e l’informazione”, nel quale Roberto Natale ha intervistato Paolo Ruffini, direttore di Rai3.

Sono intervenuti in 4000, dividendosi fra le varie attività in un programma intenso, che li ha tenuti impegnati fino al tardo pomeriggio. A sera, c'è chi va in albergo e chi a dormire nei sacchi a pelo all'interno dell'Umbriafiere.

"Facciamo pace in Medio Oriente", "L'acqua e i beni comuni:che ne facciamo?", "La forza delle donne dell'Africa", "Facciamo pace in Afghanistan". Realtà diverse, ma lo stesso desiderio di pace nei seminari che i ragazzi hanno seguito nella seconda mattinata del Meeting dei Giovani.

I ragazzi si confrontano sui temi dei diritti dei lavoratori, degli immigrati e sul proprio futuro. Lo studio come diritto ad un futuro migliore, che deve essere accessibile a tutti.

Si conclude la 2 giorni di seminari, laboratori e lezioni di pace per i 4000 giovani giunti a Bastia Umbra per il Meeting dei 1000 giovani per la Pace. E domani la Marcia Perugia-Assisi.


Bastia Umbra: giovani che non aspettano la pace, la fanno

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre prenderà il via la XIX edizione della “Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli”. Sei ore di cammino per 24 chilometri di strade attraversate da esponenti laici e religiosi da ogni parte del globo, dai tantissimi rappresentanti di Comuni e Province italiane, da enti ed organizzazioni nazionali ed internazionali, ma anche da cittadini qualsiasi, per chiedere maggior impegno nella lotta alla povertà, per la giustizia sociale, contro le discriminazioni di sesso, religione e razza, per l'uguaglianza dei diritti e soprattutto per la pace.
Ma quest’anno la Marcia è “iniziata” in anticipo e rispondendo all’appello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che nel messaggio di capodanno aveva invitato tutti ad “Investire sui giovani, scommettere sui giovani, chiamarli a fare la propria parte e dare loro adeguate opportunità”, la Tavola della pace e il Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani hanno deciso di creare, da oggi fino al 25 settembre, un grande spazio d’incontro, confronto e progettazione dedicato ai giovani attorno ad un ricco programma con tre parole chiave: pace, lavoro e futuro.

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"Eucaristia, pane del cammino, fonte e culmine della vita consacrata" di mons. Bruno Forte

Eucaristia, pane del cammino,
fonte e culmine della vita consacrata
(Congresso Eucaristico Nazionale, Ancona, Ai Consacrati, Giovedì 8 Settembre 2011)
di
+ Bruno Forte
Arcivescovo di Chieti-Vasto

“Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, da quel 2 novembre 1946 in cui celebrai la mia prima Messa nella cripta di San Leonardo nella cattedrale del Wawel a Cracovia, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo ‘contratti’ e il dramma del Golgota si è ripresentato al vivo, svelando la sua misteriosa ‘contemporaneità’. Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore alla speranza” (Ecclesia de Eucharistia, n. 59). Queste parole, nutrite da una fede innamorata, sono la testimonianza personalissima che il beato Giovanni Paolo II volle consegnare a uno dei Suoi ultimi testi (l’Enciclica è del 2003): esse ci indicano come e dove egli abbia imparato a usare i suoi occhi per vedere l’invisibile, a far battere il suo cuore all'unisono con quello dell’amore divino, a fare della sua bocca veicolo di verità, a usare le sue mani per compiere opere di pace e a muovere i suoi piedi per portare dovunque la buona notizia, fino agli estremi confini della terra. In queste poche parole, la celebrazione eucaristica è insomma presentata come la fonte e il culmine dell’intera esistenza di un uomo totalmente consacrato a Dio, capace di fare della sua stessa vita la liturgia di una continua consacrazione del mondo all’Eterno e alla Sua bellezza.
Che nell’eucaristia sia in gioco la bellezza di Dio e della vita a Lui donata ci aiuta a comprenderlo San Tommaso d’Aquino, che nella Summa Theologica (I q. 39 a. 8 c) presenta in maniera speculativa il significato propriamente teologico della bellezza. Parlando del Figlio eterno Tommaso coglie nel bello l’offrirsi del Tutto nel frammento.


50 anni di Marcia Perugia-Assisi. 50 buone ragioni per partecipare



Il presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana invita a partecipare alla Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli...





venerdì 23 settembre 2011

Il viaggio di Benedetto XVI in Germania

In Germania molti aspettano la visita del Papa, nonostante dissensi che sono naturali in una società secolarizzata, e legittimi se vengono espressi in modo civile: è sorridente Benedetto XVI quando incontra i giornalisti volando verso il cielo sopra Berlino e risponde alla domanda sulle polemiche preventive al viaggio, consuete e certo non gentili, come invece lui si dimostra in ogni circostanza. "Vado con gioia nella mia Germania e sono felice di portare Cristo nella mia terra" dice ancora, sintetizzando così lo scopo di questo terzo ritorno in patria, per la prima volta in forma ufficiale dopo i viaggi a Colonia e in Baviera.
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Benedetto XVI: in Germania tanta gente mi aspetta con gioia


"Solo un Papa ci può salvare. (...) Ieri, nello splendido discorso tenuto al Bundestag, il Parlamento della sua patria, è riemerso in chiara, mite e fulgidissima luce - la luce dell'intelligenza e della ragione - quel formidabile professor Ratzinger che fu eletto alla guida della chiesa di Roma su una piattaforma di lotta intellettuale ed etica alla deriva relativista e nichilista dell'occidente moderno. Che solo un Papa può salvare (altro che il Dio oscuro di Martin Heidegger)".
"Benedetto ha sorpreso tutti. Niente afflato pastorale minimalista, niente catechesi ordinaria, e invece un energico, nitido e straordinario richiamo alla sostanza di ciò che è politico, pubblico, e alla questione filosofico-giuridica di come si possa fare la cosa giusta, condurre una vita giusta, reggere governi e stati giusti, fare leggi giuste in un mondo che non dipende più dalla tradizione, dall'autorevolezza intrinseca della fede, ma dalla democrazia maggioritaria"
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Il Papa al Bundestag: natura e ragione vere fonti del diritto


A cinque anni dal discorso di Ratisbona, proprio in Germania Benedetto XVI ricuce lo strappo con l'Islam. Nell'incontro alla nunziatura di Berlino con i rappresentanti delle comunità musulmane, il Papa affida all'imminentemeeting interreligioso di Assisi del 27 ottobre il compito di ravvivare il dialogo tra i due monoteismi.
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Nella seconda giornata del suo viaggio apostolico in Germania, Benedetto XVI ha presieduto la Celebrazione Ecumenica nella chiesa dell'ex convento degli Agostiniani di Erfurt, alla presenza di circa 300 persone, rappresentanti della Chiesa Evangelica di Germania e delle altre Chiese Protestanti tedesche.

L''uomo è stato creato per Dio e ha bisogno di Lui




Visita la pagina della Santa Sede Viaggio Apostolico in Germania (22-25 settembre 2011)


Questione immorale e disarmo - Armi, potere, prostituzione, corruzione.

Armi, potere, prostituzione, corruzione.

Non è mia competenza dare valutazioni penali in un’indagine che deve sviluppare il suo corso processuale in ambito giudiziario. Ma è mia competenza civile, anzi mio dovere di cittadino impegnato in un movimento per la pace, ragionare con indignazione operativa sul rapporto tra corsa agli armamenti, logiche di guerra, prostituzione sessuale-umana, corruzione economica-politica. Sembra che tutto si tenga in un blocco orientato al degrado etico-politico pericoloso sia per la democrazia che per la vita di tante persone nel mondo.

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Questione immorale e disarmo di Sergio Paronetto