IL POPOLO DELLA PACE IN MARCIA
DA PERUGIA AD ASSISI
Circa diecimila persone hanno partecipato ala Marcia straordinaria della pace Perugia-Assisi. In corteo, fra bandiere e striscioni, anche la grande bandiera arcobaleno divenuta ormai simbolo della manifestazione, portata dai ragazzi dell'Istituto comprensivo di Sinalunga (Siena)
«Questa manifestazione è fatta apposta per togliere la parola alle armi e ridarla alla politica e se la politica la riprenderà in mano ci salveremo altrimenti sarà un disastro per tutti», ha detto Flavio Lotti, coordinatore del Comitato promotore della Marcia PerugiAssisi, a margine della partenza del corteo che ha percorso 24 chilometri ed è stato organizzato a due mesi dall'inizio della guerra in Ucraina. Lotti ha commentato con l'Ansa l'assenza del mondo della politica a parte qualche eccezione (sono stati notati fra i partecipanti Nicola Fratoianni di Sinistra italiana, e i parlamentari umbri del Pd Verini ed Ascani): «La politica purtroppo in questo tempo ha affidato le sorti dell'Ucraina, dell'Europa e della democrazia alle armi». E riprendendo la polemica sul manifesto di questa edizione straordinaria della Marcia ha aggiunto: «Noi non dobbiamo né fare, né rispondere, né alimentare le polemiche, dobbiamo invece far crescere un movimento di cittadini consapevoli e responsabili che si impegnano non solo a chiedere pace ma a farla concretamente tutti i giorni in ogni momento della giornata prendendosi cura gli uni degli altri e dell'ambiente in cui viviamo». «Il popolo della pace torna quindi a marciare alla faccia dei signori della guerra» ha poi affermato dal palco prima della partenza. Per la prima volta nella sua storia, infatti, la Marcia PerugiAssisi non ha raggiunto la Rocca Maggiore di Assisi ma si è conclusa davanti alla Basilica di San Francesco
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Marcia Perugia Assisi.
Fermatevi! La guerra è una follia.
E' venuto il tempo di fermare la guerra
Questa marcia è un coraggioso atto di solidarietà, di pace e di responsabilità.
Il mondo è in guerra e nessuno può restare indifferente!
Per ora si spara e si ammazza in Ucraina e in tanti altri paesi del mondo. Ma la guerra economica è già globale.
Siamo qui a dire a gran voce: Fermatevi! Fermatevi! Fermatevi. Fermatevi prima che sia davvero troppo tardi!
Questo è il grido disperato delle vittime dell’aggressione russa dell’Ucraina e di tutte le vittime di tutte le guerre che continuano nel mondo: Fermatevi! Fermatevi! Fermatevi
A tutti quelli che ancora di domandano da che parte stiamo, diciamo: Noi stiamo con Papa Francesco. Grazie Papa Francesco unico riferimento universale che sta cercando di guidare l’umanità lontano dalla terza guerra mondiale e dall’apocalisse atomica.
Dopo 8 anni di guerra e 60 giorni di escalation è venuto il tempo di fermare la guerra.
Questa guerra poteva e doveva essere evitata.
Per otto anni e 60 giorni abbiamo riempito l’Ucraina di armi ma non è servito a proteggere gli ucraini dal flagello della guerra.
Per otto anni e 60 giorni abbiamo affidato alle armi le sorti dell’Ucraina, dell’Europa, del diritto all’autodeterminazione dei popoli, della libertà, della democrazia e della pace nel mondo. E’ il suicidio della politica.
Non è vero che le armi sono l’unico aiuto che possiamo dare all’Ucraina.
C’è un altro modo ed è il motivo per cui siamo qui. Per salvare la vita degli ucraini dobbiamo togliere la parola alle armi e ridarla alla politica.
Una politica nuova, una politica di cura, di pace e nonviolenza basata sul diritto internazionale dei diritti umani, sul disarmo e sulla consapevolezza che un mondo ormai globalizzato, frammentato, sottoposto a grandi sfide comuni richiede il passaggio dalla competizione selvaggia alla cura reciproca, dall’economia di guerra all’economia della fraternità, dalla sicurezza armata alla sicurezza comune.
La politica torni ad essere l’alternativa alla guerra.
Prima che la guerra diventi così cieca e devastante da travolgere anche noi!
Prima che la fine della pace nel mondo provochi anche la fine della pace sociale.
Nessuno si permetta di aumentare le spese militari mentre milioni di italiani precipitano nella disoccupazione, nella miseria e nella disperazione.
Invece di preparare un’economia di guerra questo è il tempo di costruire l’economia della fraternità.
Per fermare la guerra e la sua escalation, per spingere i governi sulla via della pace deve crescere dal basso un grande movimento di cittadini per la pace. In ogni città, in ogni quartiere, in ogni scuola, in ogni luogo di lavoro deve nascere un gruppo, un comitato, un’iniziativa per la pace.
Questa marcia deve essere l’inizio di un impegno quotidiano che ci deve vedere tutti responsabili.
Facciamo nostro l’appello di Papa Francesco, nel giorno di Pasqua: “Impegniamoci tutti a chiedere a gran voce la pace, dai balconi e per le strade! Pace! Chi ha la responsabilità delle Nazioni ascolti il grido di pace della gente.”
Flavio Lotti
Coordinatore del Comitato promotore della Marcia PerugiAssisi
Il Saluto del Custode del Sacro Convento di Assisi, Fra Marco Moroni
(fonte: San Francesco Patrono d'Italia)
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