"Un cuore che ascolta - lev shomea"
"Concedi al tuo servo un cuore docile,
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
perché sappia rendere giustizia al tuo popolo
e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo
a cura di Santino Coppolino
Questo brano, abbastanza lungo, contiene al suo interno due narrazioni di miracoli disposte 'a sandwich', cioè l'uno all'interno dell'altro. I due episodi si illustrano a vicenda mettendo in risalto i vari aspetti di un unico contenuto teologico: Gesù è colui che suscita la fede che dà la salvezza. Una fede che ha la sua scaturigine nell'incontro personale con Lui, un contatto fisico che manifesta un'intima relazione d'amore: l'Amante ha finalmente incontrato l'amata. Da questo incontro, da questa relazione amorosa scaturisce la Vita Eterna, una vita che ha un sapore e una qualità divine, la sola vita che vince e sconfigge la morte per sempre. I due personaggi femminili del brano simboleggiano la comunità dei credenti, sia Israele come pure la Chiesa, unite insieme dal numero dodici. L'una e l'altra fanno quotidianamente esperienza della finitudine e della morte, malattie queste che nessun medico al mondo può guarire se non lo Sposo soltanto perché egli è l'autore della vita innamorato della sua sposa. Sfiorare il lembo del suo mantello (simbolo della Parola di Dio), essere afferrati dalla sua mano che ci trae fuori dalla fossa della morte è dimorare in questa relazione d'amore. Avere fede significa fidarsi di Lui, aderire al suo progetto d'amore, lasciarsi immergere nell'abisso del cuore del Padre che, attraverso il Figlio Gesù , restituisce vita alla nostra esistenza purificando le nostre relazioni.