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martedì 26 marzo 2019

Papa Francesco a Loreto - “Hai fatto una cosa buona a venire!” mons. Fabio Dal Cin - “La casa di Maria è la casa dei giovani... della famiglia... dei malati... Dio, per mezzo di Maria, affida una missione in questo nostro tempo: portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei” Papa Francesco (cronaca, foto e video)



VISITA DEL SANTO PADRE FRANCESCO A LORETO
[25 MARZO 2019]
INCONTRO CON I FEDELI
Sagrato del Santuario di Loreto
Lunedì, 25 marzo 2019

Papa Francesco esce sul sagrato accompagnato da sei bambini che si siedono intorno a lui.

Ed è proprio sul piazzale antistante al Santuario che mons. Fabio Dal Cin, arcivescovo prelato di Loreto, si rivolge al Papa con queste parole.

Caro Santo Padre, Benvenuto!
Glielo diciamo con le parole che il centurione Cornelio rivolse all’apostolo Pietro: “Hai fatto una cosa buona a venire!” (At 10, 33).
Da tempo infatti Lei desiderava farsi pellegrino alla Santa Casa, ma anche noi l’aspettavamo. Eccoci tutti qui, Santità, felici di accoglierLa e di ascoltarLa.

Ci sono fedeli, sacerdoti, religiosi, di Loreto e delle diocesi delle Marche, con i loro Vescovi, e provenienti da varie città e nazioni.
Ci sono amici credenti e non credenti, che nella Santa Casa riconoscono un ideale luogo comune, dove condividere e concretizzare la convivenza rispettosa e il desiderio di costruire insieme la pace.
Ci sono soprattutto gli ammalati, che fin dall’arrivo della Casa nazaretana su questo colle hanno sperimentato la presenza di Maria e qui continuano ad ottenere la guarigione spirituale e fisica. Tanti non potendo essere qui oggi, ci seguono da casa attraverso la radio e la televisione.
Ci sono le famiglie, anche quelle che hanno iniziato il cammino di spiritualità proposto dal santuario, e quelle segnate dal terremoto che attendono di tornare nella propria casa: in questo angolo di Terra Santa tutte trovano la grazia di ricominciare e fortificano la propria vocazione missionaria.
Ci sono i ragazzi e i giovani – eccone un gruppo, a rappresentarli tutti! – che dal Sì di Maria attingono forza per accogliere il disegno di Dio nella loro vita.
Santo Padre: grazie di aver scelto la Santa Casa per firmare il documento sui giovani, frutto del Sinodo a loro dedicato e per aver voluto che il Centro Giovanni Paolo II di Loreto, ne diventi luogo di concreta attuazione: e lì ogni giovane si senta a casa.

Lei oggi incoraggia ancora una volta tutta la Chiesa a rivolgersi a Maria e ad affidarsi a Lei, per percorrere la via della misericordia e dell’accoglienza, con umiltà e semplicità.
La Sua presenza conferma l’universalità di questo Santuario, custode di quelle pietre che ancora vibrano di quel Sì che ha rinnovato il mondo.

Dopo la recita dell’Angelus suoneranno a festa le campane di tutti i campanili delle Marche. Ricorderanno il saluto dell’Angelo alla Vergine. Ma saranno anche l’affettuoso saluto che Le rivolge questa bella terra marchigiana, assicurandoLe costante preghiera per il suo ministero.

Santo Padre, grazie di cuore e ci benedica tutti.


DISCORSO DEL SANTO PADRE


Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

E grazie della vostra calorosa accoglienza! Grazie.

Le parole dell’angelo Gabriele a Maria: «Rallegrati, piena di grazia» (Lc 1,28), risuonano in modo singolare in questo Santuario, luogo privilegiato per contemplare il mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Qui, infatti, sono custodite le mura che, secondo la tradizione, provengono da Nazaret, dove la Vergine Santa pronunciò il suo “sì”, diventando la madre di Gesù. Da quando quella che è denominata la “casa di Maria” è diventata presenza venerata e amata su questo colle, la Madre di Dio non cessa di ottenere benefici spirituali in coloro che, con fede e devozione, vengono qui a sostare in preghiera. Tra questi oggi mi metto anch’io, e ringrazio Dio che me lo ha concesso proprio nella festa dell’Annunciazione.

Saluto le Autorità, con gratitudine per l’accoglienza e la collaborazione. Saluto Mons. Fabio Dal Cin, che si è fatto interprete dei sentimenti di tutti voi. Con lui saluto gli altri Presuli, i sacerdoti, le persone consacrate, con un pensiero speciale ai Padri Cappuccini, ai quali è affidata la custodia di questo insigne Santuario tanto caro al popolo italiano. Sono bravi questi Cappuccini! Sempre in confessionale, sempre, al punto che tu entri in santuario e sempre ce n’è almeno uno lì, o due o tre o quattro, ma sempre, sia di giorno sia alla fine della giornata, e questo è un lavoro difficile. Sono bravi e li ringrazio specialmente per questo prezioso ministero del confessionale, continuato durante tutta la giornata. Grazie! E a tutti voi, cittadini di Loreto e pellegrini qui convenuti, rivolgo il mio saluto cordiale.

In quest’oasi di silenzio e di pietà, vengono tanti, dall’Italia e da ogni parte del mondo, per attingere forza e speranza. Penso in particolare ai giovani, alle famiglie, ai malati.

La Santa Casa è la casa dei giovani, perché qui la Vergine Maria, la giovane piena di grazia, continua a parlare alle nuove generazioni, accompagnando ciascuno nella ricerca della propria vocazione. Per questo ho voluto firmare qui l’Esortazione apostolica frutto del Sinodo dedicato ai giovani. Si intitola “Christus vivit – Cristo vive”. Nell’evento dell’Annunciazione appare la dinamica della vocazione espressa nei tre momenti che hanno scandito il Sinodo: 1) ascolto della Parola-progetto di Dio; 2) discernimento; 3) decisione.

Il primo momento, quello dell’ascolto, è manifestato da quelle parole dell’angelo: «Non temere Maria, […] concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù» (vv. 30-31). È sempre Dio che prende l’iniziativa di chiamare alla sua sequela. È Dio che prende l’iniziativa, Lui ci precede sempre, Lui precede, Lui fa strada nella nostra vita. La chiamata alla fede e ad un coerente cammino di vita cristiana o di speciale consacrazione è un irrompere discreto ma forte di Dio nella vita di un giovane, per offrirgli in dono il suo amore. Occorre essere pronti e disponibili ad ascoltare ed accogliere la voce di Dio, che non si riconosce nel frastuono e nell’agitazione. Il suo disegno sulla nostra vita personale e sociale non si percepisce rimanendo in superficie, ma scendendo a un livello più profondo, dove agiscono le forze morali e spirituali. È lì che Maria invita i giovani a scendere e a sintonizzarsi con l’azione di Dio.

Il secondo momento di ogni vocazione è il discernimento, espresso nelle parole di Maria: «Come avverrà questo?» (v. 34). Maria non dubita; la sua domanda non è una mancanza di fede, anzi, esprime proprio il suo desiderio di scoprire le “sorprese” di Dio. In lei c’è l’attenzione a cogliere tutte le esigenze del progetto di Dio sulla sua vita, a conoscerlo nelle sue sfaccettature, per rendere più responsabile e più completa la propria collaborazione. È l’atteggiamento proprio del discepolo: ogni collaborazione umana all’iniziativa gratuita di Dio si deve ispirare a un approfondimento delle proprie capacità e attitudini, coniugato con la consapevolezza che è sempre Dio a donare, ad agire; così anche la povertà e la piccolezza di quanti il Signore chiama a seguirlo sulla via del Vangelo si trasforma nella ricchezza della manifestazione del Signore e nella forza dell’Onnipotente.

La decisione è il terzo passaggio che caratterizza ogni vocazione cristiana, ed è esplicitato dalla risposta di Maria all’angelo: «Avvenga per me secondo la tua parola» (v. 38). Il suo “sì” al progetto di salvezza di Dio, attuato per mezzo dell’Incarnazione, è la consegna a Lui di tutta la propria vita. È il “sì” della fiducia piena e della disponibilità totale alla volontà di Dio. Maria è il modello di ogni vocazione e l’ispiratrice di ogni pastorale vocazionale: i giovani che sono in ricerca o si interrogano sul loro futuro, possono trovare in Maria Colei che li aiuta a discernere il progetto di Dio su loro stessi e la forza per aderire ad esso.

Penso a Loreto come a un luogo privilegiato dove i giovani possono venire alla ricerca della propria vocazione, alla scuola di Maria! Un polo spirituale a servizio della pastorale vocazionale. Auspico perciò che sia rilanciato il Centro “Giovanni Paolo II” a servizio della Chiesa in Italia e a livello internazionale, in continuità con le indicazioni emerse dal Sinodo. Un luogo dove i giovani e i loro educatori possono sentirsi accolti, accompagnati e aiutati a discernere. Per questo inoltre chiedo caldamente ai Frati Cappuccini un servizio in più: il servizio di estendere l’orario di apertura della Basilica e della Santa Casa durante la tarda serata e anche l’inizio della notte quando ci sono gruppi di giovani che vengono a pregare e a discernere la loro vocazione. Il Santuario della Santa Casa di Loreto, anche a motivo della sua collocazione geografica al centro della Penisola, si presta per diventare, per la Chiesa che è in Italia, luogo di proposta per una continuazione degli incontri mondiali dei giovani e della famiglia. È necessario, infatti, che all’entusiasmo della preparazione e celebrazione di questi eventi corrisponda poi l’attualizzazione pastorale, che dia corpo alla ricchezza dei contenuti, mediante proposte di approfondimento, di preghiera e di condivisione.

La Casa di Maria è anche la casa della famiglia. Nella delicata situazione del mondo odierno, la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna assume un’importanza e una missione essenziali. È necessario riscoprire il disegno tracciato da Dio per la famiglia, per ribadirne la grandezza e l’insostituibilità a servizio della vita e della società. Nella casa di Nazaret, Maria ha vissuto la molteplicità delle relazioni familiari come figlia, fidanzata, sposa e madre. Per questo ogni famiglia, nelle sue diverse componenti, trova qui accoglienza, ispirazione a vivere la propria identità. L’esperienza domestica della Vergine Santa sta ad indicare che famiglia e giovani non possono essere due settori paralleli della pastorale delle nostre comunità, ma devono camminare strettamente uniti, perché molto spesso i giovani sono ciò che una famiglia ha dato loro nel periodo della crescita. Questa prospettiva ricompone in unitarietà una pastorale vocazionale attenta ad esprimere il volto di Gesù nei suoi molteplici aspetti, come sacerdote, come sposo, come pastore.

La Casa di Maria è la casa dei malati. Qui trovano accoglienza quanti soffrono nel corpo e nello spirito, e la Madre porta a tutti la misericordia del Signore di generazione in generazione. La malattia ferisce la famiglia e i malati devono essere accolti dentro la famiglia. Per favore, non cadiamo in quella cultura dello scarto che viene proposta dalle molteplici colonizzazioni ideologiche che oggi ci attaccano. La casa e la famiglia sono la prima cura del malato nell’amarlo, sostenerlo, incoraggiarlo e prendersene cura. Ecco perché il santuario della Santa Casa è simbolo di ogni casa accogliente e santuario degli ammalati. Da qui invio ad essi, tutti, ovunque nel mondo, un pensiero affettuoso e dico loro: voi siete al centro dell’opera di Cristo, perché condividete e portate in maniera più concreta dietro a Lui la croce di ogni giorno. La vostra sofferenza può diventare una collaborazione decisiva per l’avvento del Regno di Dio.

Cari fratelli e sorelle! A voi e a quanti sono legati a questo Santuario, Dio, per mezzo di Maria, affida una missione in questo nostro tempo: portare il Vangelo della pace e della vita ai nostri contemporanei spesso distratti, presi dagli interessi terreni o immersi in un clima di aridità spirituale. C’è bisogno di persone semplici e sapienti, umili e coraggiose, povere e generose. Insomma, persone che, alla scuola di Maria, accolgono senza riserve il Vangelo nella propria vita. Così, attraverso la santità del popolo di Dio, da questo luogo continueranno a diffondersi in Italia, in Europa e nel mondo testimonianze di santità in ogni stato di vita, per rinnovare la Chiesa e animare la società col lievito del Regno di Dio.

La Vergine Santa aiuti tutti, specialmente i giovani, a percorrere il cammino della pace e della fraternità fondate sull’accoglienza e sul perdono, sul rispetto dell’altro e sull’amore che è dono di sé. La nostra Madre, stella luminosa di gioia e di serenità, doni alle famiglie, santuari dell’amore, la benedizione e la gioia della vita. Maria, sorgente di ogni consolazione, porti aiuto e conforto a quanti sono nella prova.

Con queste intenzioni, ora ci uniamo insieme nella preghiera dell’Angelus.


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Al termine del suo discorso pronunciato sul sagrato della basilica, il vescovo, mons. Fabio Dal Cin, gli ha annunciato il dono di un dolce preparato dagli allievi dell’Istituto alberghiero di Loreto, e consegnatogli da due di loro, un ragazzo e una ragazza, con tanto di cappello da cuoco. 


Poi il giro del piazzale in papamobile, mentre le campane di tutte le parrocchie di Loreto suonavano a festa. La presenza dei giovani, con i loro fazzoletti gialli al collo, era oggi particolarmente visibile nella cittadina marchigiana. “I giovani con Papa Francesco, apostoli del terzo millennio”, recitava ad esempio uno striscione a caratteri cubitali issato al primo piano del portico che delimita il piazzale e allarga l’abbraccio della basilica. “Con te liberi di sognare”, il testo di un altro striscione visibile tra i fedeli e i cittadini accorsi ad ascoltare il Papa. “Conta su di noi”, il messaggio a lettere grandi colorate, sagomate artigianalmente come solo i giovani sanno fare, che adornava la prima fila delle transenne. Il percorso del Papa sulla macchina scoperta, in una splendida giornata di sole, è andato decisamente oltre il piazzale del santuario, percorrendo, sempre al suono delle campane a festa, anche l’abituale via di accesso alla piazza percorsa ogni giorno dai pellegrini di tutto il mondo.




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Un risotto asparagi e guanciale ha aperto il pranzo di papa Francesco a Loreto con i vescovi, dopo la messa celebrata dal pontefice nella Santa Casa, il discorso ai fedeli sul sagrato della Basilica e l'Angelus che hanno preceduto un giro di piazza della Madonna con una piccola 'papamobile' elettrica. 

Il menu speciale previsto per papa Bergoglio è stato preparato in parte dagli studenti dell'Istituto alberghiero di Loreto 'Einstein-Nebbia', in particolare il secondo piatto, un guanciale di vitello con tortino di patate e fave e il dolce, tortino al cioccolato e pera con salsa di vaniglia. Come vini Verdicchio e Rosso Piceno dell'azienda agricola della Santa Casa, che ha fornito anche l'olio. 

A chiudere il pranzo un caffè e dell'anice. I ragazzi dell'alberghiero, sul sagrato, hanno donato al pontefice una torta di forma quadrata e hanno lavorato per il pasto anche sul pane, motivo caratterizzante dei centrotavola.

Dopo il pranzo con i Vescovi alle 14.30 il Santo Padre lascia il Santuario.
Alle 14.45 raggiunge l’eliporto di Montorso e si congeda dalle Personalità che Lo hanno accolto all’arrivo.
Alle 15.45 atterraggio nell’eliporto del Vaticano.