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martedì 26 marzo 2019

Papa Francesco a Loreto - Arrivo - Preghiera silenziosa alla Madonna - S. Messa - Firma Esortazione post-sinodale ai Giovani - Saluto ai malati (cronaca, foto e video)



 VISITA DEL SANTO PADRE FRANCESCO   A LORETO 
 25 MARZO 2019 



L'elicottero con a bordo il Santo Padre è decollato dall'eliporto del Vaticano alle 8.

Durante il volo che lo ha condotto a Loreto, papa Francesco ha trovato il modo anche di far sentire la sua presenza e la sua vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto nelle zone interne delle Marche. Alle 8:45 elicottero con a bordo il Pontefice si è abbassato sulla cittadina di Amandola (Fermo) e ha sorvolato a bassissima quota il campo sportivo, dove si erano radunati centinaia di residenti e gli alunni delle scuole che sventolavano bandierine bianche e gialle, i colori del Vaticano. Il Papa ha salutato i presenti dal finestrino dell'elicottero, mentre sul terreno i bambini erano disposti per formare la scritta "Ciao". Si è abbassato "fino a 50-30 metri da terra e abbiamo visto papa Francesco con chiarezza, ci ha benedetto - racconta il sindaco Adolfo Marinangeli -, un dono incredibile, un segnale di attenzione per un territorio e una popolazione che hanno sofferto e che cercano di rialzarsi. Grazie al Papa, questa è una primavera di speranza".



Alle 9 è atterrato presso il centro giovanile Giovanni Paolo II a Montorso, dove ha trovato ad attenderlo l'arcivescovo prelato, Fabio Dal Cin, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, il prefetto di Ancona, Antonio D'Acunto e Paolo Niccoletti, sindaco di Loreto.




Papa Francesco ha poi raggiunto il Santuario, che dista pochi chilometri, dove ha celebrato la Messa nella Santa Casa, prima volta di un Papa dopo 162 anni.

È entrato nella Santa Casa, all'interno del Santuario, da solo, e si è seduto a una sedia davanti alla statua della Vergine. Lunghi minuti di profondo silenzio e raccoglimento con gli occhi pieni di commozione puntati sulla sacra effigie. Anche sulla piazza la folla ha osservato il megaschermo che rilanciava le immagini dall'interno in religioso silenzio.






Il Papa si è poi recato nella sagrestia per indossare i paramenti liturgici. E' seguito l'inizio della Messa alla quale sono stati ammessi solo quattro giovani, una coppia di fidanzati e cinque cantori che hanno eseguito prevalentemente a cappella (cioè senza musica) i canti della celebrazione.

Quell’ “avvenga per me secondo la tua parola” è tornato a risuonare oggi nella Santa Casa di Loreto, dove Papa Francesco ha celebrato la Messa. E’ il primo Pontefice a farlo da 162 anni ad oggi: l’ultimo fu Pio IX nel 1957. In questo arco temporale i Papi non hanno però smesso di far visita a Loreto: San Giovanni XXIII, San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI. E prima, tanti altri. Un “sì” che i cristiani di ogni tempo e latitudine sono stati e sono chiamati a ripetere nella loro vita, nelle loro vocazioni. Raccolti con il Papa, fra le mura scure che chiudevano la Casa di Maria a Nazareth, fra gli altri mons. Fabio dal Cin, arcivescovo prelato di Loreto, mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa pontificia, mons. Edgar Peña Parra, sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato, il cardinale Gualterio Bassetti, presidente della Cei, il cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo emerito di Ancona- Osimo, alcuni frati cappuccini, a cui è affidata la cura pastorale dei pellegrini, e alcuni giovani, che vivono quel tempo in cui per eccellenza ci si interroga sulla propria vocazione. Il Papa non pronuncia l’omelia. Alcune sue parole introducono la Preghiera dei fedeli:

Maria è l’arca della nuova ed eterna alleanza: in Lei si compie per opera dello Spirito Santo il mistero del Figlio di Dio fatto uomo. Rivolgiamo al Signore, con fede e umiltà, la nostra preghiera. Diciamo insieme: Si compia in noi la tua parola, Signore.




Subito dopo, sempre nella Santa Casa, alla fine della Messa, dinanzi all'immagine della Madonna nera, direttamente sull'altare, dove poi Francesco ha deposto una rosa d'oro, il Papa firma l’Esortazione apostolica post-sinodale in forma di Lettera ai giovani, a suggello del Sinodo tenutosi in Vaticano nell’ottobre scorso, e la consegna a mons. Dal Cin. “Vive Cristo, esperanza nuestra” è l’incipit nell’originale spagnolo. 

Il testo sarà reso pubblico il 2 aprile prossimo con una conferenza stampa, come ha annunciato il direttore della Sala Stampa ad interim Alessandro Gisotti. La data è la stessa della morte di san Giovanni Paolo II ed è stata scelta appositamente, per unire questi due pontificati, è stato spiegato.

Un evento storico è stato definito da molti: l’altra firma di un’Esortazione apostolica fuori dal Vaticano avvenne con San Giovanni Paolo II nel ’95 quando, in occasione di un viaggio in Africa, venne resa nota l’Esortazione “Ecclesia in Africa”. Non solo. E' anche una conferma del legame fra i giovani e il Santuario mariano di Loreto dove sia San Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI hanno voluto tenere incontri con loro. 




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Nella navata centrale della Basilica e in quelle laterali ci sono anche circa 600 ammalati in carrozzina, che poi il Papa ha salutato personalmente. 






Gisotti ha raccontato che, dopo aver appreso di un bimbo che piangeva perché non era riuscito a salutarlo, è voluto tornare indietro per consolarlo e abbracciarlo.


All'esterno della Basilica Papa Francesco è atteso da circa 10mila persone.

Guarda il video della Santa Messa