Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 4,1-13
Dopo il battesimo al Giordano, Gesù - come Israele - ripercorre il cammino nel deserto; ma mentre il popolo cadde nella prova e morì, Gesù la supera definitivamente. <<Se Adamo, dopo la prova e la caduta, perse il paradiso e finì nel deserto, Gesù, il nuovo Adamo, proprio partendo dal deserto, supera la prova e apre l'ingresso alla terra promessa introducendoci nel Regno>>(cit.).
Nella pericope delle tentazioni, che altro non sono se non il tessuto della vita di tutti i giorni dei cristiani, la continua lotta contro il male e i costi del bene, l'evangelista fa chiarezza circa il messianismo di Gesù e il suo rifiuto categorico di viverlo all'insegna del potere, sia esso economico (il pane), politico (i regni) e religioso (il tempio). Al potere, Gesù sceglie l'ascolto obbediente della Parola del Padre, nell'umiltà, nella povertà e nel servizio agli ultimi. Egli non cade nel tranello del tentatore di usare il potere, nemmeno a fin di bene. Il potere - in se stesso - è diabolico ed <<usare i mezzi del nemico significa lavorare per lui, il cui fine è quello di far usare tali mezzi all'uomo che lo rendono idolatra>> (cit.).
Gesù ci insegna, e lo insegna perché lo vive, che c'è una realtà che vale più del pane, più del potere politico, più dell'effimera gloria umana, che è quella di vivere alla Presenza del Padre, come figli obbedienti alla sua Parola, totalmente rivolti a Lui nel servizio ai fratelli.
Nella pericope delle tentazioni, che altro non sono se non il tessuto della vita di tutti i giorni dei cristiani, la continua lotta contro il male e i costi del bene, l'evangelista fa chiarezza circa il messianismo di Gesù e il suo rifiuto categorico di viverlo all'insegna del potere, sia esso economico (il pane), politico (i regni) e religioso (il tempio). Al potere, Gesù sceglie l'ascolto obbediente della Parola del Padre, nell'umiltà, nella povertà e nel servizio agli ultimi. Egli non cade nel tranello del tentatore di usare il potere, nemmeno a fin di bene. Il potere - in se stesso - è diabolico ed <<usare i mezzi del nemico significa lavorare per lui, il cui fine è quello di far usare tali mezzi all'uomo che lo rendono idolatra>> (cit.).
Gesù ci insegna, e lo insegna perché lo vive, che c'è una realtà che vale più del pane, più del potere politico, più dell'effimera gloria umana, che è quella di vivere alla Presenza del Padre, come figli obbedienti alla sua Parola, totalmente rivolti a Lui nel servizio ai fratelli.