'Un cuore che ascolta - lev shomea'
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 3,1-6
L'evangelista Luca introduce la figura di Giovanni Battista presentandoci prima di tutto i vertici del potere politico e religioso in terra di Israele. Sono i sette uomini più potenti, i grandi della terra di quel tempo, un G7 'ante litteram'. Ma a nessuno di loro, nemmeno ai sommi sacerdoti, Dio rivolgerà la sua Parola: "La Parola di Dio divenne evento su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto".
La Parola di Dio evita accuratamente il palazzi del potere e dell'istituzione religiosa "perché essi sono refrattari alle sue dinamiche, perché Dio è amore e dove c'è il potere che domina e schiaccia la vita delle persone, la Parola del Signore non può essere riconosciuta e accolta" (A. Maggi).
Giovanni invece è l'uomo dell'ascolto e dell'attesa, l'ascolto di una Parola che a lui si rivela e si comunica nella durezza di una vita vissuta nell'essenzialità estrema del deserto. L'esistenza di Giovanni è tutta volta ad una promessa che ancora non vede realizzata, tutta protesa ad un futuro che non gli viene rivelato ma che ha il volto e il cuore del suo Signore. Attraverso la figura del Battista, Luca desidera condurre la sua comunità, e noi, a preparare la via del ritorno dall'esilio della schiavitù del peccato verso la patria della libertà dei figli di Dio. Egli ancora ci invita ad accogliere "oggi" il Signore Gesù, il Veniente, per ricevere da lui la nostra vera identità di uomini, amati e salvati da Dio.