La parrocchia di San Nicola, a Casal di Principe (Ce), stamattina era gremita, malgrado fossero solo le 7.30. L’occasione è stata la concelebrazione, presieduta dal vescovo di Aversa, monsignorAngelo Spinillo, in memoria di don Peppe Diana, ucciso 21 anni fa dalla camorra, proprio in quella chiesa di cui era parroco, mentre si accingeva a celebrare Messa. Hanno partecipato don Luigi Ciotti, presidente di Libera, i sacerdoti della forania e della diocesi, tra i quali don Maurizio Patriciello, e anche altri provenienti da Chiese sorelle. Presenti anche il fratello e la sorella di don Peppe, con le loro famiglie, autorità civili e militari, le associazioni e i tanti che dall’esempio di don Diana hanno tratto la forza di voltare pagina in una terra segnata dalla criminalità organizzata. L’emozione è stata palpabile e qualche lacrima è scorsa ad ascoltare le parole di monsignor Spinillo, soprattutto, quando, nell’omelia, ha ricordato che “nei giorni scorsi alcune associazioni e un certo numero di fedeli hanno presentato una petizione alla nostra diocesi di Aversa per l’apertura di un processo informativo sulla vita di don Peppino Diana allo scopo di vederlo riconosciuto nella Chiesa come ‘beato’. La nostra comunità diocesana accoglie con gratitudine e attenzione questa petizione”. “Don Peppe - si legge nella petizione presentata dal Comitato don Peppe Diana e dall’Agesci Campania - è stato un ‘pazzo’ innamorato di Dio, un sacerdote che ha fatto della preghiera l’arma per entrare in tutte le coscienze, un sacerdote che ha pregato per una Chiesa povera, senza privilegi, per una vita pienamente libera”.
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