E' rientrata da poco. A Lampedusa ha indagato la sofferenza di chi arriva su barconi di fortuna e quella di chi accoglie gli immigrati. Lo ha fatto con la competenza professionale che le deriva dall'essere psicoterapeuta unitamente all'umanità che l'ha spinta nel 2001 a fondare a Torino, insieme con suor Giuliana Galli, una religiosa del Cottolengo, un'Onlus chiamata Mamre, che opera nell’ambito della solidarietà sociale attraverso progetti, in Italia e all’estero, di aiuto per la promozione e la valorizzazione della persona umana.
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Due grandi carrette del mare, ciascuna con 600 migranti a bordo. Una, la prima, ha avuto fortuna. La seconda no. Il secondo barcone, stipato all’inverosimile, é naufragato all’alba del 6 maggio, a poche decine di metri dalle coste libiche, nei pressi di Tripoli.
Un’altra tragedia del cimitero-Mediterraneo. Secondo le testimonianze dei sopravvissuti, nell'affondamento sarebbero morti decine e decine di migranti.
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Tragedia sfiorata nella notte a Lampedusa. Intorno alle 4.10 un barcone con circa 500 persone a bordo, tra cui molti bambini e alcune donne in gravidanza, si è incagliato tra gli scogli del porto, dopo la rottura della catena che dalla cabina di comando va al timone, rendendo ingovernabile l'imbarcazione.
È stata una catena umana formata da uomini delle forze dell'ordine, volontari delle associazioni umanitarie, perfino giornalisti a salvare circa 500 migranti, tra i quali numerose donne e bambini, da un naufragio che poteva assumere i contorni della tragedia.
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... Durante la giornata ci sono stati due sbarchi: nel primo sono arrivate 178 persone di cui 19 donne e 1 bambino accompagnato, mentre nella notte, sono arrivati circa 655 profughi di cui 82 donne e 16 bambini accompagnati, per un totale di 833 persone di cui 101 donne e 17 bambini. Ad essi si aggiungono i 798 arrivati nella notte, di cui 138 donne e 16 bambini, nonché circa 500 tratti in salvo a seguito del naufragio sugli scogli. Anche tra loro sono numerose le donne, i bambini e gli adolescenti. A fare il punto dei numeri di questa emergenza umanitaria è Save the Children...
''Quello che non dimentichero' mai piu' sono gli occhi di quei bambini, anche di pochi mesi, che mi venivano lanciati dal barcone che ondeggiava pericolosamente in acqua. Al momento del distacco dalla madre o dal padre iniziavano a gridare e a piangere per la paura''