“La scelta più difficile?”
Papa Francesco: “Mandare via qualcuno”.
La Curia in attesa delle nomine
Tom, Regno Unito, 8 anni, disegna un punto interrogativo e un Papa molto pensieroso, buio: «Qual è stata la tua scelta più difficile caro Papa?», domanda a Bergoglio. «Mandar via qualcuno da un compito di responsabilità. Io amo fidarmi della gente, ma a volte bisogna farlo».
Queste parole di Francesco – raccolte da padre Antonio Spadaro nel libro che ha come titolo ‘L’amore prima del mondo‘ (Rizzoli), realizzato con le richieste dei bambini al Papa e le sue risposte – fanno pensare molto in questo stranissimo agosto, che si chiuderà con un inatteso Concistoro straordinario dedicato alla Riforma che sta entrando in vigore, un mese di vacanza prima incandescente e poi flagellato dal maltempo, mentre nella stessa Curia Romana si assiste a prese di posizione apertamente contrarie alla linea del Papa sulla guerra e le armi (lo svizzero Kurt Koch, ma non solo). In effetti ci sono diverse decine di ecclesiastici che aspettano di conoscere il loro futuro, temendo alcuni di ritrovarsi “restituiti” alle diocesi di provenienza avendo superato i 9 anni di servizio.
Con l’entrata in vigore della Riforma della Curia, lo scorso 5 giugno, soprattutto, sono decaduti diversi capi dicastero della Curia Romana, in particolare i titolari di dicasteri che sono stati fusi: per primi Tagle dell’Evangelizzazione e Fisichella della Nuova Evangelizzazione, inoltre Versaldi dell’Educazione e Ravasi della cultura) e si è in attesa della nomina dei nuovi titolari. Mentre diversi altri capi dicastero (Ouellet dei vescovi, Sandri delle chiese orientali) hanno raggiunto l’età della pensione e sono in attesa di avvicendamento.
Inoltre il Nicaragua (dove la chiesa locale è in rivolta contro il governo legittimamente eletto) è senza Nunzio Apostolico da sei mesi e ci sono numerose altre “sedi vacanti” nella rete diplomatica vaticana che accredita i suoi rappresentanti presso 183 stati e organismi internazionali. Secondo il sito “Il Sismografo” circa il 10% delle rappresentanze sarebbe di fatto senza guida sul campo o con un rappresentante pontificio che ha già superato 75 anni di età, soglia che sale se consideriamo che i nunzi possono andare in pensione a 70 anni. Hanno giù compiuto 76 anni l’arcivescovo Christophe Pierre, francese, nunzio negli Stati Uniti, e anche il cardinale Mario Zenari, nunzio in Siria, che però potrebbe essere prorogato anche per la particolare situazione del Paese.
In numerosi casi si tratta di nazioni importanti, a cominciare dal grandemente sofferente Libano.
Insomma Papa Francesco è alle prese con un puzzle complesso, nel quale entrano in gioco meriti acquisiti e aspettative di ciascuno ma soprattutto le caratteristiche che il Papa ritiene necessarie per i diversi servizi ora scoperti. E non deve essere indolore individuare i nomi giusti per tutte le caselle.
Ci sono anche situazioni particolarmente ingarbugliate, una delle quali riguarda la Basilica papale di San Paolo Fuori le Mura a Roma, ritornata 12 anni fa ai benedettini dopo un tentativo (fallito) di Benedetto XVI di affidarla alla nuova Comunità Monastica di Vallechiara, successivamente soppressa. La nomina di Dom Donato Ogliari all’Abbazia di San Paolo mantenendo al momento anche la guida, come amministratore apostolico, di Montecassino, dovrebbe segnare il rilancio della presenza dei benedettini nella Basilica Romana, dove recentemente Papa Francesco aveva ordinato una visita canonica affidata all’arcivescovo emerito di Cagliari Arrigo Miglio, “ricompensato” ora con il cardinalato e tra pochi giorni con la nomina ad arciprete.
(Fonte: Faro di Roma, articolo di Salvatore Izzo 19/08/2022)
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Il ritorno del cardinale Becciu. “Ora il Papa mi ha riabilitato”
Dalla Santa Sede nessun commento alle dichiarazioni del porporato; il processo sulla gestione dei fondi del Vaticano riprenderà a settembre
Il cardinale Giovanni Angelo Becciu parteciperà al concistoro (ansa)
Giovanni Angelo Becciu, il cardinale imputato nel maxi-processo in Vaticano per la gestione dei fondi della Santa Sede, parteciperà al prossimo concistoro convocato da Bergoglio. «Il Papa mi ha reintegrato»: il porporato sardo è «molto emozionato per questo gesto del Pontefice. Lo ringrazio di cuore e riconfermo la mia piena comunione con Lui». Mentre da Oltretevere si conferma che il procedimento giudiziario «andrà avanti», l’alto prelato, 74 anni, spiega che Francesco lo ha chiamato per invitarlo al concistoro per la nomina di venti nuovi cardinali e alle riunioni sulla riforma della Curia romana, un programma che inizia sabato 27 agosto. Becciu lo ha confidato ai fedeli presenti alla messa domenicale che ha celebrato a Golfo Aranci in Sardegna, dove sta trascorrendo qualche giorno di villeggiatura: «Sabato mi ha telefonato il Papa per dirmi che sarò reintegrato nelle mie funzioni cardinalizie e per chiedermi di partecipare a una riunione con tutti i cardinali che si terrà nei prossimi giorni a Roma».
Dunque il porporato di Pattada si riunirà in un incontro cardinalizio per la prima volta dalla drammatica sera del 24 settembre 2020, quando la Sala stampa della Santa Sede in poche righe annunciava che era stato «defenestrato» dal Vescovo di Roma: «Il Santo Padre ha accettato la rinuncia dalla carica di Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e dai diritti connessi al Cardinalato, presentata da Sua Eminenza il Cardinale Giovanni Angelo Becciu». Ieri nessuna nota ufficiale vaticana ha confermato o smentito la riabilitazione del cardinale sardo. In un articolo sul sito Vatican News si legge che «fonti della Santa Sede ricordano che i diritti del Cardinalato non si riferiscono alla partecipazione alla vita della Chiesa; i cristiani sono chiamati a prendervi parte, secondo il proprio stato: nel caso dei cardinali questo può includere l’invito - talvolta personale - a partecipare ad alcune riunioni a loro riservate». Appare come un modo per precisare che si tratterebbe di una scelta del Papa attinente soprattutto al rapporto personale con Becciu. Tra Francesco e il cardinale il legame e l’amicizia si erano incrinati due anni fa, ma i colloqui telefonici e personali non si sono interrotti.
E il primo aprile 2021, a sorpresa, il Pontefice celebrò la Messa del Giovedì santo proprio a casa di Becciu. Mentre un anno fa Francesco disse in un’intervista alla radio cattolica spagnola Cope che l’ex sostituto per gli Affari generali della Segreteria di Stato deve essere «processato secondo la legge vaticana», ma aggiunse anche: «Desidero con tutto il cuore che sia innocente, è stato un mio collaboratore e mi ha aiutato molto. È una persona di cui ho una certa stima come persona, il mio desiderio è che ne esca bene. Ma è un modo affettivo di presumere l'innocenza. Oltre alla presunzione di innocenza, non vedo l'ora che ne esca bene».
Il sito vaticano ricorda che «Becciu figura tra gli imputati nel processo iniziato il 27 luglio 2020, nell’ambito della vicenda legata agli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra». Il dibattimento «riprenderà il 29 e 30 settembre e proseguirà per altre sette udienze a ottobre». Il porporato, «accusato di peculato e abuso d’ufficio, si è sempre definito una “vittima di una macchinazione” ordita a suo danno e in sede processuale, dove è stato interrogato tre volte», si è difeso «parlando di accuse infondate».
(fonte: Vatican Insider, articolo di Domenico Agasso 23/08/2022)