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domenica 16 dicembre 2018

LE FESTIVITÀ, UN TEMPO PER CERCARE di Gabriella Caramore

LE FESTIVITÀ, 
UN TEMPO PER CERCARE 

di Gabriella Caramore





Le cose sembrano premerci addosso rendendo le giornate sempre più affannose: gli affetti sono complicati ed esigenti, le attività incalzanti e spesso accavallate, la contemporaneità ci smarrisce perché sembra aver perduto le coordinate entro cui collocavamo gli eventi. Anche le scadenze delle festività, si tratti di quelle religiose, come Natale, o di quelle civili, come il passaggio di un anno, sembrano correre più veloci di una volta. Oggi ciò di cui soffrono non è più tanto la deriva consumistica, come si diceva fino a qualche anno fa, quanto il venir meno di una vera scansione temporale, di una sospensione nello scorrere dei giorni. 
Tanto più necessario, allora, ricavare nell’arco della giornata un tempo separato («sacro», appunto), anche se breve, ma preservato dal rincorrersi degli avvenimenti. Questo era poi – ed è ancora – il senso di un momento, o più momenti, dedicati alla preghiera, oppure, laicamente, a una meditazione sul nostro quotidiano. Ma anche sulle questioni ultime che agitano il vorticoso enigma dell’universo. Anche se a volte sopito, offuscato, è dentro di noi il desiderio di affacciarci, almeno, sull’orlo della vastità dei mondi. Si può trarne sgomento, ma si può anche attivare un desiderio di conoscenza. Si può rimanerne schiacciati. Ma è anche possibile ritrovare una “misura” dei giorni che accolga con maggiore semplicità e amorevolezza la nostra fragilità umana e la fatica delle relazioni con gli altri.
«Egli ha posto nel cuore dell’uomo anche il senso dell’eterno, senza però che gli uomini possano capire l’opera compiuta da Dio dal principio alla fine». Così dice il saggio e malinconico Qoelet (3,11). Si tratta di uno dei versetti più discussi dagli esegeti: il termine ’olam può esser inteso come «eternità», o anche come «ciò che è nascosto», o ancora in altri modi. Ma in ogni caso indica che nell’essere umano vive il desiderio di conoscere ciò che sta oltre lo scorrere del tempo ordinario («il tempo per nascere e il tempo per morire»), pur sapendo che il tempo dell’eterno non lo si potrà mai afferrare fino in fondo. Ma è per questo che occorre stabilire, nella curva delle nostre giornate, anche un «tempo per cercare»

(Fonte: Jesus - Dicembre 2018)