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domenica 2 dicembre 2018

"Un cuore che ascolta - lev shomea" - n. 1/2018-2019 (C) di Santino Coppolino

"Un cuore che ascolta - lev shomea"
Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)




Traccia di riflessione
sul Vangelo della domenica
di Santino Coppolino



Vangelo: 
Lc 21,25-28.34-36



La venuta del Figlio dell'Uomo è il cuore stesso del discorso escatologico che non è qualcosa di terribile, bensì il compimento dell'anelito di ogni uomo: l'incontro con il suo Signore. Sole, luna e stelle sono solo immagini, simboli delle divinità pagane e dei potenti di questo mondo, idoli di morte attorno ai quali ruota la vita degli uomini. Tutti sono destinati inesorabilmente a crollare davanti alla manifestazione della gloria del Figlio dell'Uomo e al suo Amore crocifisso. Vuoti come vasi d'argilla, si frantumeranno come la statua di Dagon davanti alla Gloria della Dimora del Signore (1Sam 5). Se per quanti che non credono tutto ciò sarà causa di terrore e angoscia, per coloro che appartengono al Signore è giunto il "Kairòs", il momento propizio di rimettersi in piedi e sollevare lo sguardo, come uomini liberi riscattati dal male. Attenti allora alla menzogna dell'idolo per non lasciarsi anestetizzare dal suo veleno mortale, che promette la libertà e la vita, ma che invece rende schiavi e dà la morte. La venuta del Figlio dell'Uomo perciò è un cammino che ha come termine la piena manifestazione della misericordia del Padre, che ci viene incontro nel suo Figlio amato. E' importante allora conoscere non tanto la fine, quanto piuttosto il fine della storia umana, poiché  <<l'uomo non è ciò che è ma ciò che diviene, e diviene ciò verso cui va, e va verso ciò che ama.>> (cit.) Egli è "viator": ha il suo centro fuori di sé verso cui tende e alla fine sarà ciò che attende, perché attende ciò che ama.
 <<Beati saranno quei servi che, venendo, il Signore troverà vigilanti>> (Lc 12,37)