Il cardinale Montenegro attacca a testa bassa il Dl sicurezza e i tagli al SSN. E si dimette dalla Caritas
“Dove ci sono uomini che sono in necessità, nel bisogno, non credo sia solo la sicurezza a garantire che tutto sia in ordine: la sicurezza non guarda il cuore, mentre l’uomo ha bisogno di cuore soprattutto se è in difficoltà”. Lo ha affermato il card. Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e fino a ieri presidente di Caritas Italiana, riferendosi alla condizione dei migranti che sono fuori dai centri di accoglienza per via del Decreto Sicurezza. “Che fine faranno bisogna chiederlo a chi ha preso determinate decisioni. Lui avrà visto bene, meglio, ma ho l’impressione che non saranno invisibili perché non li vedremo più, ma perché stiamo trovando la formula migliore di chiudere noi gli occhi per non vederli”, ha sottolineato il card. Montenegro ricordando che “la loro invisibilità dipende dalla nostra capacità di non avere gli occhi aperti”.
A margine della presentazione di “Ti stacco e poi ti aspetto”, il 20° audiolibro della Collana PhonoStorie, curato da Caritas Italiana e Rete Europea Risorse Umane, e dedicato al grande campione di ciclismo Gino Bartali, l’arcivescovo di Agrigento ha evidenziato che “non si tratta di buonismo”. “Buonismo è dare l’elemosina ma dire che non mi interessa niente di te, mentre l’amore è camminare insieme”, ha spiegato aggiungendo questo è necessario perché “mi sento in debito con il mondo, perché anche i miei sono partiti, sono stati accolti e hanno avuto una vita diversa”. “Ho un debito da pagare e lo pago nei tuoi riguardi, tu non sei un peso ma sei per me la possibilità di un mondo diverso”, ha scandito il porporato per il quale “gridando e digrignando i denti, non si costruirà un mondo diverso e la sicurezza diventerà egoismo”.
Montenegro ha commentato negativamente anche la possibilità di tagliare i contributi sanitari per i migranti.
“Se io penso a me come uomo in un momento di difficoltà e vedo che tutto ciò che mi potrebbe aiutare a stare in piedi mi viene tolto, non si sta risolvendo il problema, ma mi stanno uccidendo due volte”. ha detto il porporato per il quale il taglio al fondo per l’assistenza sanitaria degli immigrati è un ulteriore segnale. “Può essere un segnale di forza, ma anche di debolezza”, ha sottolineato.
“Quando non riesco ad affrontare i problemi come vorrei, taglio i rami, sperando di risolvere. Ma – ha scandito il card. Montenegro – non credo si stia risolvendo il problema, non è questo il modo”.
Il cardinale Franco Montenegro ha lasciato proprio ieri la guida della Caritas Italiana. L’arcivescovo di Agrigento, ha preso tale decisione dopo una lunga riflessione. Secondo quanto si apprende dal sito della diocesi agrigentina, don Franco ha comunicato la sua decisione al consiglio nazionale della Caritas Italiana: “Una scelta – si legge sul sito della diocesi agrigentina – maturata dopo una lunga riflessione e dettata dal senso di responsabilità nei confronti della sua diocesi di Agrigento che richiede la sua attenzione e la sua presenza costante”.
Don Franco era il nuovo presidente della Caritas italiana dal maggio del 2015, dopo esserlo anche stato negli anni che vanno dal 2003 al 2008. Il cardinale rimette il suo mandato per una scelta più che mai sofferta.
“Prima di dirvi ciao vi dico grazie e ci metto tutto me stesso, perché il mondo Caritas è stato fondamentale per tutte le mie scelte”, ha detto Montenegro. L’arcivescovo ha comunicato la sua decisione anche alla commissione episcopale per il servizio della carità e la salute.
(fonte: Faro di Roma 4/12/2018)
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