Due belle iniziative a Natale ...
per incoraggiarci a ritrovare
la nostra umanità.
Una maratona con 34 mila nomi di migranti morti
Ci vogliono ventinove ore consecutive per leggere tutti i nomi dei 34.361 uomini, donne, bambini e bambine morti nel Mediterraneo, sui sentieri di montagna o lungo le strade e le ferrovie tra il 1993 e il 2018 nel tentativo di raggiungere l’Europa dall’Africa e dal Medio Oriente. Verranno proclamati ad alta voce, in piazza Grande, a Modena, dalle 8 del mattino di sabato 22 dicembre fino alle 13 di domenica 23, senza sosta, anche di notte, in una lunga staffetta di voci che si alterneranno in una inedita “Maratona dell’umanità”.
Ci sarà il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’arcivescovo mons. Erio Castellucci, la parlamentare europea Cecile Kyenge (che il senatore leghista Roberto Calderoli paragonò ad un «orango» e che ora andrà a processo per diffamazione dopo che la Corte costituzionale ha sentenziato che l’ex ministro non può godere della «insindacabilità sugli insulti»), i Modena City Ramblers, i rappresentanti delle comunità straniere sul territorio, il mondo della scuola, dell’informazione, dello sport, del terzo settore e tutti i cittadini e le cittadine che vorranno aggiungersi, anche all’ultimo momento. Molte le associazioni coinvolte, laiche e cattoliche, coordinate dal Centro servizi per il volontariato di Modena: le Acli, Amnesty International, gli scout dell’Agesci, i partigiani dell’Anpi, l’Arcigay, la Cgil, il Coordinamento per la democrazia costituzionale, le Donne in nero, Emergency, Libera, Mani Tese, il Movimento nonviolento, diverse parrocchie e scuole del territorio.
Tutte insieme per «riconoscere dignità a ognuna delle persone morte nel mare Mediterraneo o ai confini d’Europa, nominandole una a una, per fermare l’emorragia di umanità che sta abbrutendo la nostra società». Non solo numeri (appunto 34.361, che frattanto sono diventati molti di più), ma nomi – quelli pubblicati dal manifesto, lo scorso 22 giugno (e da Internazionale, dal britannico Guardian e dal tedesco Tagesspiegel) con un inserto speciale di 56 pagine della lista curata dall’associazione olandese United for Intercultural Action – e soprattutto storie di donne e uomini che non ce l’hanno fatta, respinti dalla Fortezza Europa. C’è chi è annegato nel Mediterraneo; chi ha tentato di attraversare a nuoto il fiume Evros, tra Turchia e Grecia, ed è stato risucchiato dalla corrente; chi è soffocato nel cassone di un camion o congelato sul tetto di un treno; chi è morto di freddo attraverso le Alpi oppure lungo la Balkan Route.
«La maratona dell’umanità è una testimonianza, una sfida a recuperare il senso dell’essere umani e una denuncia della tragedia infinita» provocata dalle politiche dei muri e dei respingimenti, spiegano gli organizzatori. «Un lungo elenco, ma ancora parziale, che prende avvio nel 1993, e attraversa quindi diversi anni e diversi governi, e provoca una vertigine ad ascoltarlo. Per questo vogliamo leggere tutti i nomi della lista, perché nessun uomo è un’isola, e la morte di questi uomini, donne e bambini ci sminuisce. Tutti».
Ci sarà il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, l’arcivescovo mons. Erio Castellucci, la parlamentare europea Cecile Kyenge (che il senatore leghista Roberto Calderoli paragonò ad un «orango» e che ora andrà a processo per diffamazione dopo che la Corte costituzionale ha sentenziato che l’ex ministro non può godere della «insindacabilità sugli insulti»), i Modena City Ramblers, i rappresentanti delle comunità straniere sul territorio, il mondo della scuola, dell’informazione, dello sport, del terzo settore e tutti i cittadini e le cittadine che vorranno aggiungersi, anche all’ultimo momento. Molte le associazioni coinvolte, laiche e cattoliche, coordinate dal Centro servizi per il volontariato di Modena: le Acli, Amnesty International, gli scout dell’Agesci, i partigiani dell’Anpi, l’Arcigay, la Cgil, il Coordinamento per la democrazia costituzionale, le Donne in nero, Emergency, Libera, Mani Tese, il Movimento nonviolento, diverse parrocchie e scuole del territorio.
Tutte insieme per «riconoscere dignità a ognuna delle persone morte nel mare Mediterraneo o ai confini d’Europa, nominandole una a una, per fermare l’emorragia di umanità che sta abbrutendo la nostra società». Non solo numeri (appunto 34.361, che frattanto sono diventati molti di più), ma nomi – quelli pubblicati dal manifesto, lo scorso 22 giugno (e da Internazionale, dal britannico Guardian e dal tedesco Tagesspiegel) con un inserto speciale di 56 pagine della lista curata dall’associazione olandese United for Intercultural Action – e soprattutto storie di donne e uomini che non ce l’hanno fatta, respinti dalla Fortezza Europa. C’è chi è annegato nel Mediterraneo; chi ha tentato di attraversare a nuoto il fiume Evros, tra Turchia e Grecia, ed è stato risucchiato dalla corrente; chi è soffocato nel cassone di un camion o congelato sul tetto di un treno; chi è morto di freddo attraverso le Alpi oppure lungo la Balkan Route.
«La maratona dell’umanità è una testimonianza, una sfida a recuperare il senso dell’essere umani e una denuncia della tragedia infinita» provocata dalle politiche dei muri e dei respingimenti, spiegano gli organizzatori. «Un lungo elenco, ma ancora parziale, che prende avvio nel 1993, e attraversa quindi diversi anni e diversi governi, e provoca una vertigine ad ascoltarlo. Per questo vogliamo leggere tutti i nomi della lista, perché nessun uomo è un’isola, e la morte di questi uomini, donne e bambini ci sminuisce. Tutti».
(fonte: “il manifesto”, articolo di Luca Kocci 20/12/2018)
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In auto verso la Grecia per il Natale con i migranti
Un messaggio di speranza e solidarietà ai rifugiati provenienti dalla Siria e una sfida alle politiche migratorie dell’Unione Europea. La scommessa arriva dall’Olanda, dove oggi 70 automobilisti e un pullman inizieranno il loro viaggio verso la Grecia. L’obiettivo è arrivare lì il 24 dicembre, passare la vigilia con i migranti e chiedere ufficialmente al governo di Atene di poterne portare in Olanda 150, scelti in base alle condizioni di salute e di indigenza. Una volta giunti ad Amsterdam, li aiuteranno a imparare la lingua e trovare un lavoro, fino a quando non riusciranno a regolarizzare la propria situazione. L’operazione è supportata da Amnesty International ed è frutto dell’idea di un pastore protestante, RIkko Voorberg, che qualche mese fa ha creato una piattaforma chiamata ‘let’s bring them here’, portiamoli qui. L’operazione si rivolge in particolare ai rifugiati in Grecia e provenienti dalla Turchia, che prima di arrivare ad Atene sono stati mesi sulle isole nell’Egeo, spesso in condizioni disumane.
La lettera a Tsipras
Un vero e proprio convoglio della solidarietà al quale, oltre agli autisti con le loro macchine, hanno contribuito centinaia di persone con donazioni, che permetteranno di arrivare ad Atene con viveri da donare a persone che ormai da anni vivono in condizioni disperate. Anche il periodo, quello del Natale, non è stato scelto a caso. Gli organizzatori sperano che, grazie al clima natalizio, il messaggio a Bruxelles arrivi ancora più forte. Il convoglio ha già annunciato al governo greco il suo arrivo nella capitale la vigilia. In una lunga lettera indirizzata al premier, Alexis Tsipras, gli organizzatori hanno scritto che l’Olanda al momento ospita solo 1735 migranti degli 8700 che si era impegnata a ospitare, sottolineando come l’Europa abbia abbandonato sia la Grecia sia l’Italia, che hanno sopportato da sole gran parte del peso migratorio. «Il fallimento del nostro governo – si legge nella lettera –, l’assenza di solidarietà dell’Europa e le immagini comparse sui media sulle condizioni di vita nei campi, hanno dato vita a questo movimento di cittadini olandesi». L’appuntamento, quindi è per il 25 dicembre ad Atene, quando il convoglio della solidarietà scoprirà se il governo greco metterà a disposizione i documenti di cui i migranti necessitano per lasciare il suolo ellenico. Le speranze sono molte e culminano in una certezza: anche se la Grecia dovesse rifiutare la richiesta, il clamore dell’iniziativa contagerà altre persone che fanno parte dell’Europa della solidarietà.
La lettera a Tsipras
Un vero e proprio convoglio della solidarietà al quale, oltre agli autisti con le loro macchine, hanno contribuito centinaia di persone con donazioni, che permetteranno di arrivare ad Atene con viveri da donare a persone che ormai da anni vivono in condizioni disperate. Anche il periodo, quello del Natale, non è stato scelto a caso. Gli organizzatori sperano che, grazie al clima natalizio, il messaggio a Bruxelles arrivi ancora più forte. Il convoglio ha già annunciato al governo greco il suo arrivo nella capitale la vigilia. In una lunga lettera indirizzata al premier, Alexis Tsipras, gli organizzatori hanno scritto che l’Olanda al momento ospita solo 1735 migranti degli 8700 che si era impegnata a ospitare, sottolineando come l’Europa abbia abbandonato sia la Grecia sia l’Italia, che hanno sopportato da sole gran parte del peso migratorio. «Il fallimento del nostro governo – si legge nella lettera –, l’assenza di solidarietà dell’Europa e le immagini comparse sui media sulle condizioni di vita nei campi, hanno dato vita a questo movimento di cittadini olandesi». L’appuntamento, quindi è per il 25 dicembre ad Atene, quando il convoglio della solidarietà scoprirà se il governo greco metterà a disposizione i documenti di cui i migranti necessitano per lasciare il suolo ellenico. Le speranze sono molte e culminano in una certezza: anche se la Grecia dovesse rifiutare la richiesta, il clamore dell’iniziativa contagerà altre persone che fanno parte dell’Europa della solidarietà.
(fonte: “La Stampa”, articolo di Marta Ottaviani 20/12/2018)