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mercoledì 5 dicembre 2018

Mustafà, un "clandestino" senza pregiudizi ha riportato un po' di umanità a Crotone...

E MUSTAFÀ RISCATTÒ I PREGIUDIZI DI SALVINI

A Crotone, dove si sono visti i primi immigrati in strada per gli effetti del decreto sicurezza, un ambulante marocchino ha salvato la vita a una dottoressa aggredita a colpi di cacciavite. Un salvataggio molto simbolico


E bravo l’immigrato Mustafa. C’è voluto il suo coraggio per accendere una fiammella di umanità in quel di Crotone, dove in questi giorni si sono avute le prime notizie sugli effetti del decreto sicurezza. Nell'antica città di Pitagora abbiamo visto uomini, donne, vecchi e bambini mandati via dai centri di accoglienza e buttati sulla strada dall'oggi al domani. Privi di un tetto, di un letto, di un pasto. Naturalmente non li abbiamo accompagnati "a casa loro" (sempre ammesso che ci possano tornare, visto che sono Paesi tormentati dalla guerra), perché non ne abbiamo i mezzi. Anche una giovanissima coppia di origine africana con la loro bambina di cinque mesi, è finita su un marciapiede per poi essere ospitata da Croce rossa e Caritas. Ma Crotone è solo il preannuncio di quel che accadrà in Italia da qui a poco, dove vedremo vagabondare torme di richiedenti asilo sbattuti fuori dai centri in cui stavano svolgendo percorsi o dalle aziende dove lavoravano, a scatenare l'indignazione dell'italiano per l'immigrato vagabondo e accattone, trasformati grazie al decreto piccoli gazebo elettorali portatili a beneficio della Lega di Salvini. 

Mustafà ha voluto smentire coi fatti il pregiudizio leghista che gli immigrati richiedenti asilo sono tutti violenti, inutili, parassiti un po’ ladri e mantenuti da uno Stato che non privilegia abbastanza gli italiani. I fatti. Luigi Amoruso, disoccupato di 50 anni, ieri ha atteso davanti all’ospedale di Crotone la dottoressa Maria Carmela Calindro, 56 anni, stimatissimo medico del reparto di Medicina generale. Appena vista la donna, si è calato sul viso un copricapo e l’ha aggredita, colpendola ripetutamente alla testa e al collo con un cacciavite. Sentite le grida della donna, è intervenuto il venditore ambulante Mustafa El Aoudi, che ha rincorso l’uomo, lo ha affrontato e l’ha bloccato fino all’arrivo della polizia. Amoruso è stato quindi arrestato con l’accusa di tentato omicidio. Secondo il procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia il suo agguato è stato premeditato: un anno fa la mamma di Amoruso era stata ricoverata nel reparto dove lavora la dottoressa Calindro ed era morta dopo poche settimane per varie complicazioni, ricoverata in codice rosso, non è in pericolo di vita.

Mustafa El Aoudi è nato in Marocco quarant'anni fa. Vive in Italia da oltre un ventennio. Abita in località Sant'Anna, il rione popolare ai confini tra il comune di Crotone e quello di Isola Capo Rizzuto, con la moglie e i tre figli che sono nati tutti nel capoluogo calabrese nonostante Mustafa non abbia mai preso la nazionalità italiana. Fa il venditore ambulante, come la maggior parte dei marocchini arrivati in Calabria quando ancora quello dei migranti non era diventato un fenomeno epocale. Con la sua bancarella di oggetti di ogni tipo staziona tutti i giorni davanti ai cancelli dell'ospedale San Giovanni di Dio. E all’occorrenza salva vite umane, senza preoccuparsi troppo di quale nazionalità siano. Anche lui era venuto in Italia come clandestino.
(fonte: Famiglia Cristiana, articolo di Francesco Anfossi 5/12/2018)

Mustafa: voleva ammazzare la dottoressa, io l’ho buttato giù

CROTONE – “La dottoressa passa sempre di qua e mi saluta. La conosco”. A parlare è Mustafa Al Aoudi, il ‘marocchino’ che martedì pomeriggio ha salvato la vita della dottoressa Maria Carmela Calindro, Nuccia per gli amici, ferita gravemente da un uomo che le ha sferrato un fendente al collo e, quando la donna era già a terra sanguinante, stava per colpirla di nuovo. Se non fosse stato per il provvidenziale e coraggioso intervento di Mustafa ora staremmo descrivendo un omicidio. Mustafa, nato in Marocco quarant’anni fa, vive ad Isola Capo Rizzuto da circa vent’anni. i suoi tre figli sono nati tutti a Crotone. Fa il venditore ambulante, come la maggior parte dei marocchini arrivati in Calabria quando ancora quello dei migranti non era diventato un fenomeno epocale.

Con la sua bancarella di oggetti dì ogni tipo ogni giorno staziona davanti ai cancelli dell’ospedale San Giovanni di Dio. C’era anche martedì pomeriggio, quando è scattata l’aggressione. “Ho sentito gridare la dottoressa – racconta Mustafa – e allora mi sono avvicinato. L’ho visto (l’aggressore, ndr) che menava con il cacciavite allo stomaco, faceva così, la voleva ammazzare”. Mustafa non ci pensa un attimo. “Mi sono avvicinato e l’ho buttato giù, poi è scappato e sono andato appresso a lui fino al bidone della spazzatura, gli ho fatto lo sgambetto ed è caduto, allora l’ho tenuto finché è arrivata la polizia”.

“Ho fatto quello che tutti avrebbero fatto vedendo la dottoressa in difficoltà” dice Mustafa mentre riceve i complimenti da parte delle forze dell’ordine e dei tanti colleghi del medico aggredito.
(fonte: IL CROTONESE)

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