I dieci comandamenti per vivere un Natale cristiano
di Yoannis Lahzi Gaid (*)
Il Natale è un punto di luce che ci riporta ai ricordi di affetto, di infanzia e di famiglia. Sul Natale ciascuno di noi ha tante storie da raccontare: regali, albero, presepe, luci, babbo natale, centri commerciali… Piazze, case, strade e vetrine illuminate ci richiamano e ce ne svelano l’importanza. Troppe sono le attività che si svolgono, le preparazioni, le corse, tanto da farci scordare il festeggiato: Gesù Cristo. L’Emmanuele, il Dio con noi, che ha diviso la storia in: a.C. e d.C. L’origine pagana della festa minaccia sempre la sconsacrazione del Natale, ed è proprio per questo che risulta importante ricordare e chiarire che il Natale significa “la nascita di Gesù”. Dunque augurandoci buon Natale ci auguriamo la “buona rinascita in Gesù”.
La festa del Natale è stata inserita nel calendario cristiano nel 354 d.C., con l’imperatore Costantino. Nei primi secoli i cristiani festeggiavano solo la festa di Pasqua, che veniva chiamata “Giorno del Sole” perché ricordava la resurrezione di Cristo. A Roma il 25 dicembre era il giorno della festa del solstizio d’inverno e dell’approssimarsi della primavera. Era una festa caratterizzata da un’incontenibile gioia perché il sole ricominciava a splendere. I cristiani battezzarono questa festa pagana per la fede in Gesù “Sole di Giustizia” venuto a visitarci dall’alto, per illuminare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra di morte (cfr. Gv 1).
Il Natale è un punto di luce che ci riporta ai ricordi di affetto, di infanzia e di famiglia. Sul Natale ciascuno di noi ha tante storie da raccontare: regali, albero, presepe, luci, babbo natale, centri commerciali… Piazze, case, strade e vetrine illuminate ci richiamano e ce ne svelano l’importanza. Troppe sono le attività che si svolgono, le preparazioni, le corse, tanto da farci scordare il festeggiato: Gesù Cristo. L’Emmanuele, il Dio con noi, che ha diviso la storia in: a.C. e d.C.
L’origine pagana della festa minaccia sempre la sconsacrazione del Natale, ed è proprio per questo che risulta importante ricordare e chiarire che il Natale significa “la nascita di Gesù”. Dunque augurandoci buon Natale ci auguriamo la “buona rinascita in Gesù”.
1- Preparati al Natale: il tempo di Avvento ci esorta a prepararci all’arrivo del Signore attraverso la vigilanza, la preghiera, la conversione e la carità. Prepararsi al Natale significa confessarsi, significa impegnarsi di più nella preghiera e nel compiere concretamente azioni di carità verso i bisognosi.
2- Prepara il presepe: Dio non nasce nei cuori chiusi o impietriti. Dio bussa e non entra mai se non Gli si apre dall’interno. Ecco perché il vero presepe di Gesù sta nel tuo cuore quando è piano di accoglienza, di perdono e di amore. “Preparatemi il presepe anche nella tua famiglia perché, per me, non esiste un presepe più bello di una famiglia raccolta nella preghiera, unita nell’amore, salda nella fedeltà, ove ciascuno vede nell’altro il mio volto”.
3- Onora mia madre e mio Padre: Maria e Giuseppe sono la mia famiglia. Onora mia madre che dall’alto della croce ti ho donato come madre. Onora Giuseppe che mi ha custodito e mi ha insegnato tanto, anche attraverso il suo eloquente e orante silenzio. Ricordati anche che la devozione vera che puoi offrire ai mei genitori è quella di onorare i tuoi genitori e i tuoi nonni, specialmente se sono anziani.
4- Lasciami un posto libero nel tuo tavolo: sii generoso e non nascondere la tua paura e avarizia dietro pregiudizi e false giustificazioni. Impara a vedermi in ogni affamato, assetato, nudo, carcerato e ammalato. Non rimandare dunque il bene che puoi fare a quel domani che non arriverà mai e non sentirti mai sazio se hai lasciato un tuo fratello senza pane.
5- Vivi il mio Natale con i tuoi: ferma la tua vita frenetica e riordina la piramide delle cose di valore nella tua vita. Non lasciarti divenire schiavo delle cose che periscono, del lavoro, oppure del superfluo. Trova il tempo per giocare con i tuoi bambini, di parlare con i tuoi, di uscire insieme ai tuoi. Sono nato al freddo ma il calore della mia famiglia mi ha salvato dal freddo e dal gelo che mi circondavano. Solo il calore della famiglia è in grado di scaldarci il cuore.
6- Riconciliati con gli altri: senza perdono non c’è Natale. È inutile addobbare la casa, il giardino e la strada con luci e alberi di Natale se il rancore e i risentimenti si sono impadroniti di te. Liberati dall’odio con l’amore; dal risentimento con il perdono; dall’avversità con la riconciliazione; dall’ostilità con l’amabilità. Guadagna di più chi concede il perdono rispetto a chi lo riceve.
7- Non vergognarti del mio Natale: non nominare il mio Natale invano, trasformandolo in una festa pagana. Impara da Giovanni il Battista ad essere una voce che grida nel deserto del mondo per preparare il mio arrivo. Non avere paura di dire che questa festa si chiama Natale e non babbo natale. Togliere il mio nome non indicherà mai il rispetto verso ai non credenti ma la vergogna dei credenti. Si parla tanto della mia nascita ma senza ricordarmi. Rimango senza parole nel notare la genialità di sfruttare commercialmente al massimo la mia festa senza nominarmi. Almeno tu non farlo.
8- Non fare regali impuri o inutili: la cultura del materialismo e del commercio ha trasformato il mio compleanno in infiniti pacchi di regali di ogni genere. Difronte alle infinite possibilità il regalo è diventato un peso per chi lo offre e per chi lo riceve. Quante cose inutili riempiono le nostre case e occupano posto per anni. Impara a fare bene i regali scegliendo la semplicità e non la firma, l’utilità e non il prezzo. Liberati anche del superfluo e condividi gli oggetti che non usi con coloro che ne hanno bisogno. “Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale: Al tuo nemico, perdona; Al tuo avversario, offri tolleranza; A un amico, offri il tuo cuore; A un cliente, il tuo servizio; A tutti, dona la carità; A ogni bambino, rendi un buon esempio. A te stesso, offri rispetto” (Oren Arnold).
9- Ricordati di santificare la vigilia e il giorno della mia Nascita: fa male vedere i credenti affannati e agitati nel preparare la cena della vigilia di Natale e altrettanto disinteressati a trovare il tempo per santificare il mio arrivo nel mondo. Sento di doverti ricordare: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, ma una sola è la cosa di cui c’è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta» (Lc 10, 41 – 42).
10- Ricordati degli anziani: il Natale è tempo di gioia ma è anche tempo di memoria e la memoria diventa una frusta sulla schiena della persona che, dopo una lunga vita, si trova sola, abbandonata e dimenticata perfino dai propri figli. Impegnati, dunque, nel donare loro il calore che ti avevano dato in abbondanza quando ne avevi bisogni. Regalagli anche una telefonata o una breve visita, sarà il regalo più bello che puoi donarmi.
Apri il tuo cuore alla vera luce: la luce che può illuminare e trasformarci, se nasce dentro di noi; la luce del bene che vince il male; la luce dell’amore che supera l’odio; la luce della vita che sconfigge la morte.
In realtà ti sto chiedendo di trasformare il mio Natale nel tuo natale a una vita generosa e fruttuosa.
Ecco perché anche io ti auguro un Buon Natale!
(*) segretario particolare di Papa Francesco
(fonte: Sir - 20 dicembre 2018)