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giovedì 17 agosto 2023

Tutti al mare? No, non proprio tutti

Tutti al mare? No, non proprio tutti

(Foto di Openpolis)

Per tanti sono ancora giorni di vacanza, ma non tutti hanno potuto permettersi durante questa estate un viaggio o qualche giorno al mare o in montagna. Le presenze turistiche nella prima metà del 2023, anche grazie all’uscita dall’emergenza Covid, sono cresciute, proseguendo la tendenza già emersa l’anno scorso. Ma la metà delle famiglie con almeno 3 figli non può permettersi una vacanza. A registrarlo è un dossier dell’Osservatorio povertà educativa, realizzato dalla Fondazione Openpolis insieme all’impresa sociale Con i Bambini, che evidenzia come la “questione vacanze” non attiene esclusivamente allo sviluppo del comparto turistico, ma tocca direttamente anche la condizione di bambine e bambini e delle loro famiglie che in Italia, come ci ricorda Openpolis, non possono permettersi una vacanza.

Come è noto, il tasso di deprivazione materiale di Eurostat, un indicatore che misura l’incapacità di potersi permettere alcune voci considerate dalla maggior parte delle persone come desiderabili o addirittura come necessarie per condurre una vita adeguata, indicatore che contribuisce a definire il rischio di povertà o di esclusione sociale, per i bambini (al di sotto dei 16 anni) ha preso in considerazione anche le vacanze, la cui mancanza ovviamente deve avvenire non per scelta ma perché non si è economicamente in grado di effettuarle. L’indice individua una condizione di deprivazione infantile laddove mancano (per problemi economici) almeno tre dei seguenti elementi che la famiglia non è in grado (per impossibilità e non per scelta) di garantire ai bambini del proprio nucleo familiare: alcuni vestiti nuovi; due paia di scarpe; frutta e verdura fresche quotidianamente; carne, pollo, pesce (o equivalenti vegetariani) quotidianamente; libri adatti all’infanzia; attrezzature per giocare all’aperto; giochi da fare in casa/al chiuso; luogo adatto per fare i compiti; attività per il tempo libero; festeggiamento delle ricorrenze; invitare a casa amici per la merenda o il pasto; partecipazione alle gite scolastiche; vacanza: https://ec.europa.eu/eurostat/web/employment-and-social-inclusion-indicators/social-protection-and-inclusion/investing-children.

E a confermare le difficoltà di tanti a considerare un periodo di vacanza è anche un’indagine che Facile.it ha commissionato all’istituto di ricerca EMG Different, la quale ha evidenziato come quasi 9 milioni di italiani abbia ammesso di non poterselo permettere per motivi economici. Ad averlo dichiarato sono soprattutto gli intervistati appartenenti alla fascia anagrafica 35-44 anni; tra di loro ben il 64,3%, ovvero 1,6 milioni, ha dichiarato che resterà a casa per motivi economici. A livello territoriale, invece, sono gli abitanti del Sud Italia (59,1%) e delle Isole (60%) coloro che – in percentuale – rinunceranno in misura maggiore alla partenza a causa di difficoltà economiche: https://www.facile.it/ufficio-stampa/comunicati/vacanze-quasi-9-milioni-di-italiani-non-partiranno-perche-non-possono-permetterselo.html.

Ma sono anche tanti Europei a non avere la possibilità di andare in vacanza, una situazione già emersa con nettezza lo scorso anno e destinata a ripetersi. Secondo i dati dell’edizione 2023 del rapporto di Eurostat “Key Figures in Europe”, nel 2022 il 28,6% della popolazione dell’Unione Europea non poteva permettersi una vacanza di una settimana all’anno, soprattutto in Ungheria, Croazia, Bulgaria e Grecia. A questo link consultare il report: https://ec.europa.eu/eurostat/en/web/products-eurostat-news/w/wdn-20230717-1. Anche secondo un report della Confederazione europea dei sindacati (Ces), nei 27 Stati membri ci sono almeno 35 milioni di cittadini poveri che non possono permettersi una vacanza estiva. E di questi oltre sette milioni sono italiani, il numero più alto in termini assoluti, seguono poi Spagna (4,7 milioni), Germania (4,3 milioni), Francia (3,6 milioni) e Polonia (3,1 milioni).

Scrive la Fondazione Openpolis: “Per bambini e ragazzi viaggiare con la propria famiglia e con i coetanei, trascorrendo alcuni giorni lontano da casa, può essere anche un’importante esperienza formativa. Ciò a maggior ragione in questi anni di emergenza Covid, in cui le restrizioni dovute alla pandemia hanno limitato la possibilità delle scuole di effettuare gite, visite a musei e altre esperienze culturali, ludiche, sociali ed educative. Acuendo di fatto il divario tra chi ha alle spalle una famiglia che può permettersi questo tipo di opportunità e chi no. Tra le famiglie con figli minori, un terzo non può permettersi una settimana di vacanza lontano da casa. La quota sale al 50% se nel nucleo vivono tre o più bambini”.

E pensare che alcuni nostri Comuni da qualche anno sono costretti a restituire i fondi statali ricevuti per i Centri estivi perché non sono in grado di organizzare attività socio-educative a favore dei minori, da attuare anche in collaborazione con enti pubblici e privati, finalizzate al potenziamento dei servizi socioeducativi territoriali e dei centri con funzione educativa e ricreativa che svolgono attività a favore dei minori: https://famiglia.governo.it/it/search/?cerca=centri+estivi.

Un bambino al mare
di Gianni Rodari

Conosco un bambino così povero
che non ha mai veduto il mare:
a Ferragosto lo vado a prendere
in treno a Ostia lo voglio portare.

“Ecco, guarda” gli dirò
“questo è il mare, pigliane un po’!”.
Col suo secchiello, fra tanta gente,
potrà rubarne poco o niente:
ma con gli occhi che sbarrerà
il mare intero si prenderà.
(Pressenza, articolo di Giovanni Caprio 17.08.23)