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lunedì 16 settembre 2019

Papa Francesco dona reliquie di San Pietro a Bartolomeo: "passo cruciale" nel cammino verso l’unità dei cristiani.

Papa Francesco dona reliquie di San Pietro a Bartolomeo:
"passo cruciale" nel cammino verso l’unità dei cristiani.





Scopriamo il dono di Papa Francesco al Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo. Si tratta di un reliquiario che contiene 9 frammenti delle ossa dell’apostolo Pietro, parte di un cospicuo gruppo conservato nella Necropoli Vaticana.

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In una lettera al Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Francesco spiega il motivo che lo ha indotto a consegnare nove frammenti ossei. È bene che Pietro stia accanto a suo fratello Andrea

Santità, caro Fratello,

Con profondo affetto e vicinanza spirituale, le invio i miei cordiali buoni auspici di grazia e pace nell’amore del Signore Risorto. In queste ultime settimane ho spesso pensato di scriverle per spiegarle più pienamente il dono di alcuni frammenti delle reliquie dell’Apostolo Pietro che le ho presentato, Santità, attraverso l’illustre delegazione del Patriarcato Ecumenico guidata dall’Arcivescovo Job di Telmessos, che ha preso parte alla festa patronale della Chiesa di Roma.
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nella pace nata dalla preghiera, ho sentito che sarebbe stato molto significativo se alcuni frammenti delle reliquie dell’Apostolo Pietro fossero state poste accanto alle reliquie dell’Apostolo Andrea, che è venerato come patrono celeste della Chiesa di Costantinopoli.

Ho sentito che questo pensiero mi veniva dallo Spirito Santo, che suggerisce in così tanti modi ai cristiani di recuperare quella piena comunione per la quale nostro Signore Gesù Cristo ha pregato alla vigilia della sua gloriosa Passione (cfr. Gv 17, 21).

Questo gesto intende essere una conferma del cammino compiuto dalle nostre Chiese nell’avvicinarsi l’una all’altra: un cammino a volte esigente e difficile, ma anche accompagnato da segni evidenti della grazia di Dio. Seguire questo cammino richiede soprattutto conversione spirituale e rinnovata fedeltà al Signore, che domanda maggiore impegno e nuovi coraggiosi passi da parte nostra. Difficoltà e disaccordi, ora e in futuro, non devono distoglierci dal nostro dovere e dalla nostra responsabilità di cristiani, e soprattutto di Pastori della Chiesa, dinanzi a Dio e alla storia.

Unire le reliquie dei due fratelli Apostoli può servire anche come costante promemoria e incoraggiamento perché, in questo cammino continuo, le nostre divergenze non siano più d’intralcio alla nostra comune testimonianza e alla nostra missione evangelizzatrice al servizio di una famiglia umana che oggi è tentata di costruire un futuro puramente secolare, un futuro senza Dio.

Santità, amato Fratello, ho trovato grande conforto nel condividere con lei questi pensieri. Nella speranza di rincontrarla presto, le chiedo di pregare per me e di benedirmi, e scambio con lei, Santità, un fraterno abbraccio di pace.

Dal Vaticano, 30 agosto 2019




Intervista con il Patriarca ecumenico di Costantinopoli che racconta la sua sorpresa per l’inatteso regalo di Francesco, indica come unica via per l’evangelizzazione quella del servizio al mondo e parla degli incendi in Amazzonia spiegando le ragioni spirituali e teologiche dell’impegno per l’ambiente

Il dono delle reliquie di Pietro che Francesco ha voluto regalare al successore di sant’Andrea, rappresenta "una nuova pietra miliare" e un "passo cruciale" nel cammino verso l’unità dei cristiani. Lo afferma il Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo alla vigilia del suo viaggio a Roma in questa intervista con Vatican News e L’Osservatore Romano, raccontando la sorpresa per il dono inatteso. Bartolomeo indica come strada maestra per l’evangelizzazione la via del servizio al mondo, e rispondendo a una domanda sul prossimo Sinodo dedicato all’Amazzonia spiega le ragioni spirituali e teologiche dell’impegno per l’ambiente minacciato di distruzione.

Santità, qual è stata la sua prima reazione quando ha ricevuto da Papa Francesco il dono della teca contenente i 9 frammenti delle ossa ritenute dell’Apostolo Pietro?

"Dobbiamo ammettere che all'inizio siamo rimasti molto sorpresi nell'apprendere che Sua Santità, nostro fratello Papa Francesco, ci stava regalando un tale tesoro. Questo gesto ha sorpreso molti. Nemmeno la delegazione del Patriarcato ecumenico che era a Roma per la festa patronale della nostra Chiesa sorella se lo aspettava. Di solito questo tipo di eventi è oggetto di discussioni protocollari. Non è stato così questa volta. Apprezziamo con tutta sincerità questo dono, che è la manifestazione di una spontaneità, un segno del vero amore fraterno che oggi unisce cattolici e ortodossi".

Qual è il significato di questo gesto?

"Possiamo distinguere almeno tre significati profondi. Innanzitutto, l’arrivo delle reliquie del santo apostolo Pietro alla sede del Patriarcato ecumenico a Costantinopoli è una benedizione in sé. San Pietro è una figura centrale di santità perché è apostolico e per molti aspetti vicino a tutti i cristiani: è l'apostolo della confessione, ma allo stesso tempo quello del rinnegamento. San Pietro è il testimone della risurrezione, segno di speranza per tutti i cristiani. Il secondo significato che dovrebbe essere ricordato è il legame di fratellanza che unisce San Pietro e Sant'Andrea, patrono del Patriarcato ecumenico. Allo stesso modo in cui i due apostoli sono fratelli secondo la carne, così le nostre Chiese di Roma e Costantinopoli sono sorelle. Infine, il terzo significato è più ecumenico e si riferisce alla ricerca dell’unità e della comunione. Questo dono del nostro fratello Papa Francesco è una nuova pietra miliare sulla via del riavvicinamento, un passo cruciale nel dialogo della carità avviato più di cinquant'anni fa dai nostri predecessori. Un dialogo che oggi è posto sotto la benedizione del santo apostolo Pietro. Ricordiamo soltanto queste parole dell'apostolo che nel nostro attuale contesto assumono una dimensione molto particolare: “Amatevi intensamente, di vero cuore, gli uni gli altri, rigenerati non da un seme corruttibile ma incorruttibile, per mezzo della parola di Dio viva ed eterna". (1 Pietro 1, 22)

Più di 50 anni fa il Suo predecessore Atenagora donò a san Paolo VI un’icona raffigurante i fratelli Pietro e Andrea che si abbracciano. Papa Francesco la definisce un “segno profetico della restaurazione della comunione visibile tra le nostre Chiese”. A che punto è il cammino?

"È un’ottima domanda. A che punto siamo? Molto cammino è stato percorso in più di cinquant'anni. Tuttavia, abbiamo ancora molto lavoro da fare per ristabilire il legame di comunione che continua a farci soffrire come la negazione della perfetta fraternità a cui aspiriamo. La divisione dei cristiani è uno scandalo per la Chiesa, perché non c'è vera testimonianza del Vangelo se non nell'unità delle membra del corpo di Cristo. Come già detto, il dono delle reliquie di San Pietro alla nostra Chiesa da parte del nostro fratello Papa Francesco è un gesto potente che dimostra l'impegno della Chiesa di Roma al servizio dell'unità dei cristiani. In un modo molto simbolico, è un riflesso quasi perfetto dell’icona citata nella sua domanda. I fratelli Pietro e Andrea si baciano misticamente ancora una volta per insegnarci a vivere il legame di fraternità ecumenica a cui siamo così legati. Nel cammino dell'unità, sono necessarie due strade. La prima è definita come il dialogo della carità, fatto di tutti quei gesti che ci hanno avvicinato dopo l'abbraccio scambiato a Gerusalemme nel 1964 da Papa Paolo VI e dal Patriarca ecumenico Atenagora. La seconda è chiamata dialogo della verità. È costituita dagli organismi di dialogo teologico che ci permettono di considerare le tradizioni comuni su cui costruire il nostro futuro di comunione, studiando con onestà e rispettando le questioni che ancora ci dividono. A queste due strade ne vorremmo aggiungere una terza, profetica. È ciò a cui abbiamo assistito con questo dono inaspettato".
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