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venerdì 16 marzo 2012

Calo delle vocazioni sacerdotali e religiose e conseguente aumento dell'età media dei preti - Due studi in Italia (del sociologo Garelli) e negli Stati Uniti (del CARA di Washington DC, Georgetown University)

Quali sono le ragioni del calo delle vocazioni? Quali oggi i principali ostacoli alla scelta di una vita sacerdotale o religiosa? Nell'ultima ricerca del professor Garelli la gente non individua un fattore prevalente, ma chiama in causa una serie di ragioni concomitanti.

La maggioranza della popolazione si sente lontana dalla figura che nella nostra società più rappresenta un ponte tra uomo e Dio, tra chiesa e territorio. La caduta di popolarità del clero è un evidente indizio della crisi di riconoscimento sociale che coinvolge il ruolo del prete nella modernità avanzata, come emerge anche dall'andamento delle vocazioni religiose negli ultimi decenni.
I dati dell'Annuarium Statisticum Ecclesiae fotografano infatti una forte curva discendente...
Per ampie quote di popolazione il prete è più un operatore di servizi religiosi che una figura di riferimento spirituale o morale. Di qui i contatti essenziali o la scarsa propensione a instaurare con un sacerdote o con un religioso/religiosa un rapporto di confronto e di arricchimento sui temi personali e spirituali.
Diverso invece è ciò che accade per quote limitate di italiani, che frequentano con maggior assiduità gli ambienti ecclesiali e hanno maggior familiarità con gli operatori del sacro. È il caso, ad esempio, dei cattolici «convinti e attivi», il 55,5% dei quali dichiara di aver parlato nell'ultimo anno con un sacerdote dei propri problemi personali. Del resto, l’84% di questo insieme di cattolici più impegnati considera il clero come una categoria ecclesiale vicina alla propria condizione di vita, segno questo di assonanza sui valori e di condivisione di esperienze...

Aumenta l’età media dei preti: lo sapevamo tutti, ma ogni volta che escono dei dati, si corre a cercare una qualche notizia che mostri un’inversione di tendenza, che non c’è.

... In ideale continuità è uscito ieri negli Stati Uniti l’ultimo numero di National Catholic Reporter, con la presentazione dell’ultimo studio sulla condizione dei preti americani e alcune interviste in occasione del 50° anniversario del Vaticano II...
A commento dei dati, in particolare riguardo alla loro percezione del Concilio, di quello “spirito del Vaticano II” come viene comunemente chiamato, prendono la parola alcuni preti americani ordinati in quegli anni. Il comune sentire è una preoccupazione per quelle troppe porte e finestre che il Concilio aveva spalancate, ma che successivamente sono state accostate, socchiuse o sprangate. Nello specifico vengono citati il ruolo della leadership della Chiesa, lo stallo nel dialogo ecumenico, il tramonto della collegialità episcopale, il ruolo delle donne di là da venire, l’attuazione della riforma liturgica e molto ancora...
Rispetto ai loro “colleghi” più giovani ciò che emerge è la loro disponibilità ad aprire ai laici affidando anche ruoli di responsabilità. “Siamo i preti della Gaudium et spes”...