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giovedì 8 marzo 2012

8 marzo: "Giornata internazionale della donna", ma è davvero "Festa della donna"? / 2

Per la prima volta in occasione della Giornata della Donna, una delegazione composta da quaranta donne italiane e immigrate su invito di Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti, ha deposto stamattina all'Altare della Patria a Roma una corona di alloro e mimose. Un segno di condivisione dei valori fondanti della Repubblica italiana e per ribadire la comune battaglia delle donne per i diritti, la dignità, contro la violenza e per una cittadinanza inclusiva delle differenze. 


E' giunto il momento - ha concluso il Presidente Napolitano - "di nuove e più decise accelerazioni : per il conseguimento della parità di genere, per il generale progresso di un'educazione al rispetto delle donne come persone nella pienezza della loro autonomia e del loro ruolo".

Sono tre donne coraggiose, Maria Concetta Cacciola, Lea Garofalo e Giuseppina Pesce. Tre donne calabresi che diventano il simbolo in rosa della lotta alla ‘ndrangheta, alla illegalità ma soprattutto ai soprusi di cui, ancora, sempre più spesso si sente parlare in modo sommesso. L’iniziativa “Tre foto e una mimosa” che sta facendo il giro d’Italia passando di bocca in bocca tra tutti i politici, è stata voluta dal direttore de Il Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza che, basandosi su un promemoria del giornalista Giuseppe Baldessarro, corrispondente della testata dalla provincia di Reggio Calabria, ha voluto porre, alla società civile, alcune domande. 

Un'altra giornata internazionale della donna, la 101esima; un altro giorno in cui metà della popolazione del mondo dovrà decidere se cedere alla disperazione per i ripetuti femminicidi (37 in Italia dall'inizio dell'anno), per il perpetuarsi dell'oppressione di genere, per la disuguaglianza generalizzata in materia di lavoro, responsabilità familiari, rappresentanza politica, oppure accettare con un sospiro il canonico rametto di mimose. 

Le donne italiane hanno poco da festeggiare. Vivono peggio delle colleghe francesi, delle spagnole, delle tedesche e delle inglesi. Col Nord-Europa, poi, non c’è nemmeno paragone. Non sono chiacchiere da salone estetico, ma ce lo dice direttamente l’Unione europea, con una serie di statistiche ben nascoste nel suo sito. 

Una cronista de «La Stampa» si è finta una 25enne straniera in cerca di un posto come colf: il suo cellulare preso d’assalto da uomini a caccia d’avventure. Nessun contatto quando si è presentata come maschio

Versione originale e integrale, in alta qualità, del documentario "Il corpo delle donne" sulla rappresentazione del femminile nella TV italiana



Sto per andare in carcere. Tra poche ore sarò a Rebibbia femminile, proprio oggi che è l’8 marzo, la festa di tutte le donne. E sinceramente non so dirvi se questa coincidenza carichi o meno la visita di significato. Molto probabilmente dipende dall’accezione che diamo all’8 marzo e dal valore che diamo alle donne (e alla persone) ogni giorno della nostra vita. Certo è che, per le recluse di Rebibbia, oggi è un giorno come un altro e la nostra visita servirà a spezzare solo in parte la monotonia di giornate tutte uguali.

...Uno dei significati più profondi di questa giornata va ricercato nella condizione delle donne rifugiate e migranti, protagoniste della mobilità internazionale ma spesso non riconosciute come destinatarie di diritti, donne senza voce che pagano il prezzo più alto. Tra loro ci sono anche donne vittime di tratta, abusate e vendute. Così come donne che sono scappate dai loro paesi per sfuggire alla violenza domestica dopo aver invano chiesto aiuto alle autorità dei paesi di origine e che in Italia hanno invece ottenuto protezione attraverso la status di rifugiate... 

Oggi, 8 marzo, è la Giornata internazionale della donna, che in Italia compie 90 anni. Una festa che per noi non ha il colore giallo della mimosa, ma quello variopinto e screziato delle tante donne che hanno lottato e lottano per le conquiste sociali, politiche ed economiche femminili (e non solo), contro le discriminazioni e contro le violenze. Delle donne che si sono fatte strada e ora reggono Paesi, guidano le sorti dell’economia internazionale, conquistano platee. 

Vedi anche i nostri precedenti post: