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lunedì 5 marzo 2012

"Cos'è l'amore?" la domanda ricorrente di Lucio Dalla...

Di una cosa era certissimo: che c'è l'al di là, l'oltre la morte, "il secondo tempo", la vita per sempre. Ancora recentemente mi aveva ripetuto: "Questa vita è solo l'anticamera, il bello deve venire!". Ho conosciuto Lucio una sera a Bologna nel 1971, giovani della medesima età (uno nato appena ventiquattr'ore prima dell'altro), e siamo subito diventati amici. Da allora incontri, conversazioni, telefonate, discorsi a tavola, mie visite a casa sua e ultimamente anche sue venute a Bose... Lucio era amabile perché umanissimo: nei rapporti con le persone, certo, ma anche nel suo pensare, nel suo poetare, nel suo abitare il tempo della vita per trovare in esso ciò che davvero conta, ciò che rimane, ciò che è eterno: perché "è eterno anche un minuto, ogni bacio ricevuto dalla gente che ho amato". Tante volte assieme abbiamo parlato dell'Amore e Lucio ha voluto che fossi io a presentare a Torino nel dicembre scorso il suo ultimo album: "Questo è amore". "Cos'è l'amore?", mi chiedeva in un modo che pareva ossessivo. Non che non lo sapesse, ma voleva sempre mettersi alla prova, interrogarsi per verificare se i suoi rapporti, i suoi amori erano Amore...

Con la compostezza, il dolore e la legittimità di un vedovo, il giovane Marco Alemanno ha reso pubblico omaggio al suo uomo e maestro Lucio Dalla in San Petronio, dopo l'eucaristia, se non rompendo almeno scheggiando il monolito di ipocrisia che grava, nell'ufficialità cattolica, sul "disordine etico" nelle sue varie forme, l'omosessualità sopra ogni altra.
È importante prenderne atto. Anche se è altrettanto importante sapere che fuori dalla basilica, nel denso, sconfinato abbraccio che i bolognesi hanno dedicato a Dalla, i suoi costumi privati non costituivano motivo di dibattito. Se non per lodare e rimpiangere la dimestichezza di strada e di osteria che Dalla aveva con "chiunque", il suo promiscuo prendere e dare parole, tempo e compagnia, la sua disponibilità umana. Ma dentro San Petronio la vita privata di Lucio, la sua omosessualità pure così poco ostentata, e mai rivendicata, creava un grumo che Bologna ha provveduto a sciogliere nella sua maniera, che è compromissoria, strutturalmente consociativa...

La Cei ha espresso l'auspicio che ai funerali di Lucio Dalla non risuonino le canzoni di Lucio Dalla. Neanche quelle di De Gregori, in questo i vescovi sono stati assolutamente equanimi. Altro che i gorgheggi pagani (e struggenti) di Elton John alle esequie di Lady Diana. Nessuna «canzonetta» deve distrarre i fedeli dall’incontro con la morte che si celebra nel rito: salutare il feretro sulle note di «Futura» sarebbe una rimozione del problema. Mi infastidiscono gli applausi ai funerali: li ritengo una scorciatoia emotiva per non penetrare il mistero, scaricando fuori di noi l'angoscia che il suono del silenzio ci provoca dentro. Ma la bella musica non è un applauso e Dalla è Dalla, un poeta, un cuore pulsante, che poi è quanto di più sacro io riesca a immaginare... 
Leggi tutto: Funeral party di Massimo Gramellini

Quella bara nella basilica di San Petronio ha riunito la città nella sua chiesa mentre attorno alla cerimonia si scatena la bufera della comunità gay. Esequie sorvegliatissime dalla Curia. Da una parte le parole d'affetto di padre Bernardo Boschi, frate domenicano che durante l'omelia si rivolge direttamente al compagno di Lucio Dalla, Marco Alemanno, parlando della "scossa" provocata dalla notizia della sua morte: "Un tonfo... direi quasi crudele, vero Marco?" (video). E dall'altra le parole di Monsignor Gabriele Cavina, che annuncia Alemanno come "collaboratore" di Dalla, e che nell'istante della Comunione invita la platea a rispettare il precetto: "Chi desidera accostarsi all'Eucarestia e si trova in peccato mortale, prima ricorra al sacramento della Confessione e faccia penitenza".

La cronaca del saluto a Lucio Dalla dallo storico giornale di Bologna "Il resto del Carlino"

... Se in questi giorni volete capire meglio la figura di Lucio Dalla, vi consiglio il libro-Dvd, “Gli occhi di Lucio”, scritto con Marco Alemanno. E’ una biografia pura, senza orpelli, dove stelle e parole vanno di pari passo e dove con la fisarmonica sotto braccio possiamo ritrovare la semplicità di un grande innovatore della canzone italiana.

Lucio Dalla e Marco Alemanno presentano il libro "Gli occhi di Lucio" a Lecce. Imperdibile il gorgheggio del cantante dopo aver comprato una statuetta in cartapesta nel centro di Lecce. Poi l'arrivo nella storica sede del circolo cittadino per la presentazione del libro. E' il 22 novembre del 2008.


Vedi anche i nostri precedenti post:

Ricordando Lucio Dalla