Benvenuto a chiunque è alla "ricerca di senso nel quotidiano"



mercoledì 14 marzo 2012

Crisi e gioco d’azzardo - nuove regole per contrastare la ludopatia

Lo si può considerare un termometro della crisi. In tempi di ristrettezze economiche, la propensione al consumo degli italiani diminuisce (il calo è dello 0,1% nel terzo trimestre 2011, stando agli ultimi dati Istat) e aumenta invece il fatturato delle aziende attive nel settore del gaming. Vale a dire, delle lotterie e dei giochi d’azzardo tradizionali e online. 

L’Organizzazione mondiale della sanità da decenni li definisce «ludopatici», ovvero affetti da gioco-dipendenza. Ma in Italia si parla ancora di vizio. Eppure i maniaci della slot machine, dei videopoker, dei gratta e vinci a raffica raccontano di una patologia ossessiva che di "giocoso" ha ben poco. Ora il loro grido dal fondo del tunnel, raccolto finora solo dal volontariato, trova un’eco nelle istituzioni.

La dipendenza dal gioco d’azzardo non va più presa sottogamba. E’ ora di considerare finalmente la ludopatia per quello che è: una malattia. A sostenerlo è il ministro della Salute Balduzzi, che ha intenzione di inserire la cura di questa patologia nei Lea, i livelli essenziali di assistenza. “Cambierà tutto”, assicura il Ministro, “ci saranno prevenzione e assistenza, verranno rafforzati i servizi nelle Asl; insomma una svolta concreta”. A dover cambiare saranno anche le pubblicità: “Non vogliamo più vedere uno spot dove si dice che chi non gioca è un bacchettone. Proibire non è la soluzione, ma nemmeno spingere al gioco in questo modo”. 

Bisogna cominciare a chiamare il problema con il suo nome: l’azzardo è una malattia, non un gioco. «E come tutte le malattie è democratica. Non fa differenze di sesso, condizione, credo e posizione sociale. Ai nostri incontri – spiega Gabriele, portavoce dell’associazione “Giocatori Anonimi” – si presentano idraulici e chirurghi, benzinai e calciatori, uomini e donne, cattolici e musulmani».

La proposta del ministro per la Cooperazione internazionale Andrea Riccardi: chi gioca per rifarsi dalle perdite entra in un circuito da cui non è facile uscire.