Nel prefazio del Mercoledì delle Ceneri il digiuno è descritto come la via che aiuta a «vincere le passioni, elevare lo spirito e infondere la forza». Benedetto XVI lo ha definito «un’arma spirituale» e lo ha indicato come «terapia» che «contribuisce a conferire unità fra corpo e anima». Insieme con la preghiera e la carità, l’astinenza dal cibo è una delle pratiche penitenziali che la Quaresima propone per «sconfiggere il male», come verrà annunciato nella Veglia pasquale. «Certo, l’osservanza del digiuno non è un atto masochistico. Non è mortificazione, ma “vivificazione” perché è opera positiva personale e comunitaria», spiega l’eremita camaldolese don Paolo Giannoni.
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