Raccontano che il famoso filosofo greco Diogene, camminando per Atene, accese in pieno giorno una lanterna; quando gli domandarono il perché, rispose: “Sto cercando esseri umani”. E quando la gente gli si avvicinava, spaventava tutti con un bastone e diceva: “Ho chiamato esseri umani, non spazzatura”. E tutti ridevano. “Gesù, invece,” commenta l’economista Hinkelammert, “è più ottimista: va in cerca di esseri umani senza lanterna, e li trova dappertutto. Sembra che non lo siano, però Gesù scopre che sì sono esseri umani, e chiama le persone ad esserlo”.
In realtà anche Gesù, che fu crocifisso sullo strumento di tortura riservato ai delinquenti e ai ribelli, agli occhi dell’Impero era ‘spazzatura’, un omuncolo senza alcuna importanza. Ma ciò che l’Impero considerava ‘spazzatura’, agli occhi di Dio era invece un “Figlio Diletto” (Mc1,11). Possiamo dunque affermare che col Natale appare sullo scenario della storia un personaggio nuovo: il Figlio Amato. Nel momento in cui nacque Gesù sul palcoscenico della vita politica c’erano solo schiavi, servi, Re e Imperatori. Adesso, l’apparizione sulla scena mondiale dell’essere umano come Figlio Amato cambia completamente il senso della storia. Ecco, dunque, il messaggio del Natale: qualsiasi essere umano che nasce, anche l’ ‘omuncolo’ più povero, Dio lo considera un Figlio Amato, e questo gli conferisce una dignità che nessuno potrà cancellare.
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