L’Annunciazione centro spirituale “Le sorgenti” comunità Emmanuel (Lecce) |
... Che cosa significa essere "chiamati"? In che modo il credente e la Chiesa vivono questa chiamata? C'è molta confusione attorno all'idea di vocazione. In tanti ancora la riferiscono solo ai presbiteri, ai religiosi e alle religiose. E non la considerano una realtà che tocca tutti e tutti coinvolge. Molti, poi, reputano la chiamata di Dio uno strumento, un mezzo per staccarsi dalla realtà presente, per acquistare la vita eterna. Maria, invece, rende esplicita una diversa idea di vocazione: lei è chiamata a lasciare una vita tranquilla ed a farsi investire dai problemi, religiosi e sociali, della sua stessa gente. È chiamata a dare il proprio apporto. Per lei accettare di farsi madre del Messia non è solo un accondiscendere a generarlo fisicamente, quanto anche un seguirlo nel suo progetto di liberazione globale dell'uomo e del mondo. La vocazione, allora, non è pensare a sé, alla propria salvezza: è piuttosto un essere liberati da sé per poter pensare agli altri. Ogni uomo viene al mondo per mettere i propri doni a sei-vizio dell'umanità: quando li tiene per sé tradisce una vocazione, ed in fondo si appropria di ciò che non gli appartiene. È il massimo furto, il massimo peccato...
Lettura/spiegazione dell'immagine a cura del Centro Aletti: L’Annunciazione - Sala degli incontri del centro spirituale “Le sorgenti” della Comunità Emmanuel (Lecce - Italia)
Questa scena dell’Annunciazione è composta dentro il rotolo della Parola. Come le cortine di una tenda, l’angelo apre il rotolo della Scrittura, ad indicare che l’incarnazione, Dio che si fa corpo, è qualcosa di già inscritto nella Parola. Dalla Parola all'Immagine, dall’ascolto alla visibilità, dal Verbo alla carne: così si può esprimere il mistero dell’Annunciazione. Dio aderisce totalmente all'umano, si coinvolge con l’uomo assumendo la sua storia, si fa uomo grazie a Maria di Nazaret. Un Dio inaccessibile, assoluto ed eterno, inabita il grembo di una Vergine.
La Madonna, con l’apertura del suo mantello, indica l’accoglienza della Parola, del Verbo, di Dio. La Vergine l’accoglie con profondo raccoglimento e disponibilità. L’energia del dono di Dio ha bisogno di un’altra energia, purificata e raffinata da secoli di attesa: l’energia dell’accoglienza offerta da Maria, figlia di Sion. Plasmata dallo Spirito e dalla Parola nella quale abita, Maria intuisce che l’attività più feconda dell’uomo è quella di mettersi in grado di ricevere in sé il suo Dio. Maria dice il suo “sì”, e allora interviene lo Spirito ad unire l’energia divina e quella umana, il dono e l’accoglienza: nasce Gesù, non più le parole del Verbo, ma il Verbo del Padre in persona, non più una legge esteriore all'uomo, ma la grazia che nasce nella nostra umanità da Maria, “piena di grazia” (Lc 1,28).
Maria ha in mano un gomitolo. Il gomitolo è apparso nell'iconografia per indicare la tessitura della tenda del tempio alla quale, secondo gli apocrifi, Maria si sarebbe dedicata nella sua fanciullezza. La Madonna tesse il velo del tempio, di quel nuovo tempio che è il Corpo di Cristo, dal momento che dà la carne al Verbo di Dio. Fino ad allora si ascoltava la Parola, da quel momento in poi la si contempla, perché la Vergine di Nazareth, diventando Madre di Dio, gli ha dato la carne, il corpo, cioè la visibilità.