conferenza stampa di presentazione della Lettera di Natale 2011 |
Una Chiesa che paghi le tasse. Una chiesa che chieda scusa alle vittime di pedofilia, che rinunci a titoli come “santità, eminenza, eccellenza” e che permetta a donne e uomini sposati di celebrare la messa. Una chiesa che ripensi all'ora di religione nelle scuole e alla figura dei cappellani militari. Sono le richieste contenute nella tradizionale Lettera di Natale, firmata da 10 sacerdoti, che da 9 anni scrivono alcune riflessioni non solo sulla religione, ma anche sull'attualità, per poi distribuirle e recapitarle nella cassetta delle lettere di credenti e non.
Quest’anno la lettera è intitolata alla “Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte”. «Crediamo la chiesa povera, umile, sobria, essenziale, libera da ogni avidità riguardo al possesso dei beni – si legge nella lettera –. La Chiesa quindi paghi doverosamente le tasse riguardo a quei beni che non sono in modo chiaro ed evidente finalizzati alla solidarietà, alla promozione sociale, al bene comune». Questo è uno dei tanti inviti lanciati dai preti firmatari, tra cui anche don Pierluigi Di Piazza, responsabile del Centro Balducci, dove è stata presentata ieri mattina la lettera. «È un sostegno alle famiglie per affrontare situazioni difficili – ha spiegato – e vuole essere un documento per comunicare e stimolare il dialogo».
Com'è tradizione da alcuni anni, un gruppo di preti cosiddetti "di frontiera" che operano nel Nord-est, dopo la lettera di Natale 2009 su “Il Dio in cui crediamo e il Dio in cui non crediamo” e quella del 2010 “Chi dite che io sia?” su Gesù di Nazaret, ha pubblicato la "Lettera di Natale 2011", intitolata "La Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte".
I temi in essa trattati riguardano le dimensioni più profonde e coinvolgenti dell’appartenenza alla Chiesa e le questioni più difficili e discusse: la Chiesa di Gesù di Nazaret, segno di salvezza, profondamente umana, senza ricchezze, privilegi, titoli onorifici; la Chiesa dei diversi ministeri e carismi, partecipata e democratica con preti celibi, sposati e donne preti; la Chiesa povera e che sceglie i poveri, i deboli, gli esclusi; la Chiesa che può ispirare l’impegno politico, ma mai compromessa con il potere; la Chiesa dell’accoglienza di tutte le persone, della condivisione e della festa. Si tratta di una riflessione come sempre coraggiosa intorno a temi controversi quali il sacerdozio femminile, l'ammissione dei preti sposati, l'ora di religione nelle scuole, la presenza dei preti nelle forze armate. I firmatari chiedono che la Chiesa di cui fanno parte paghi le tasse per quelle attività non collegate ad iniziative di solidarietà e chieda perdono alle vittime della pedofilia. «Quando la Chiesa, si legge nella lettera, riceve dal potere - economico, politico e militare - finanziamenti, vantaggi, privilegi e onori perde la forza profetica di denunciare con libertà la corruzione, l’illegalità, l’ingiustizia, l’immoralità, le guerre, il razzismo, nella nostra Regione (Friuli Venezia Giulia e Veneto, ndr) manifestato anche a livello politico e legislativo. Così è avvenuto e continua ad avvenire in ogni parte del mondo, con la drammatica conseguenza che il potere si sente in questo modo legittimato, difeso, compiaciuto, incoraggiato e sostenuto»
Questi i firmatari della lettera: Pierluigi Di Piazza (Centro Balducci), Franco Saccavini (Udine, San Domenico), Mario Vatta (Comunità San Martino al campo, Trieste); Giacomo Tolot (Vallenoncello, Pordenone), Piergiorgio Rigolo (cappellano del carcere di Pordenone), Alberto De Nadai (Comunità Arcobaleno, Gorizia), Andrea Bellavite (ex parroco ed ex direttore della Voce Isontina, Gorizia), Luigi Fontanot (Fiumicello, Gorizia), Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace, Padova), Antonio Santini (Vicenza)
Leggi il testo integrale della Lettera di Natale 2011 "La Chiesa del Vangelo e del Concilio Vaticano II con le porte sempre aperte" (pdf)