Il grazie di Papa Francesco ai preti anziani e malati:
"a voi, cari confratelli che vivete il tempo della vecchiaia o l’ora amara della malattia, che sento il bisogno di dire grazie. Grazie per la testimonianza di amore fedele a Dio e alla Chiesa. Grazie per l’annuncio silenzioso del vangelo della vita. Grazie perché siete memoria viva cui attingere per costruire il domani della Chiesa."
"a voi, cari confratelli che vivete il tempo della vecchiaia o l’ora amara della malattia, che sento il bisogno di dire grazie. Grazie per la testimonianza di amore fedele a Dio e alla Chiesa. Grazie per l’annuncio silenzioso del vangelo della vita. Grazie perché siete memoria viva cui attingere per costruire il domani della Chiesa."
Anche quest’anno, nonostante la pandemia, i sacerdoti anziani e ammalati delle diocesi lombarde hanno vissuto giovedì 17 settembre una giornata speciale nel Santuario della Madonna di Caravaggio. Organizzata dalla Conferenza episcopale lombarda, l'iniziativa si ripete da sei anni.
Duecento i partecipanti all’incontro, di cui oltre 112 sacerdoti che, recitando il Rosario con i Vescovi, si sono recati in Santuario dove monsignor Delpini, nella sua veste di Metropolita di Lombardia, ha presieduto la Messa, con accanto tutti gli altri presuli. All’inizio monsignor Roberto Busti, assistente spirituale regionale dell’Unitalsi e vescovo emerito di Mantova, ha letto il messaggio inviato da Papa Francesco.
Cari fratelli sacerdoti,
mi rallegro che anche quest’anno, nonostante le limitazioni necessarie per contrastare la pandemia, vi siate ritrovati assieme ai vostri Vescovi nel Santuario della Madonna di Caravaggio.
Ringrazio la Conferenza Episcopale Lombarda, che da sei anni organizza questa giornata di preghiera e fraternità con il clero anziano e ammalato. È bella quest’attenzione dei pastori per la parte fisicamente più fragile del loro presbiterio. In realtà, siete sacerdoti che, nella preghiera, nell’ascolto, nell’offerta delle sofferenze, compite un ministero non secondario nelle vostre Chiese.
Ringrazio l’UNITALSI e quanti si adoperano per la buona riuscita di questo incontro. Col loro impegno concreto e con lo spirito che li anima, i volontari esprimono la gratitudine di tutto il popolo di Dio verso i suoi ministri.
Ed è soprattutto a voi, cari confratelli che vivete il tempo della vecchiaia o l’ora amara della malattia, che sento il bisogno di dire grazie. Grazie per la testimonianza di amore fedele a Dio e alla Chiesa. Grazie per l’annuncio silenzioso del vangelo della vita. Grazie perché siete memoria viva cui attingere per costruire il domani della Chiesa.
Negli ultimi mesi, tutti abbiamo sperimentato delle restrizioni. Le giornate, trascorse in uno spazio limitato, sembravano interminabili e sempre uguali. Abbiamo sentito la mancanza degli affetti più cari e degli amici; la paura del contagio ci ha ricordato la nostra precarietà. In fondo, abbiamo conosciuto quello che alcuni di voi, come anche molti altri anziani, vivete quotidianamente. Spero tanto che questo periodo ci aiuti a capire che, molto più dell’occupare spazi, è necessario non sciupare il tempo che ci viene donato; che ci aiuti a gustare la bellezza dell’incontro con l’altro, a guarire dal virus dell’autosufficienza. Non dimentichiamo questa lezione!
Nel periodo più duro, pieno «di un silenzio assordante e di un vuoto desolante» (Momento di preghiera, 27 marzo 2020), tanti, quasi spontaneamente, hanno sollevato il loro sguardo al Cielo. Con la grazia di Dio, può essere un’esperienza di purificazione. Anche per la nostra vita sacerdotale la fragilità può essere «come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai» (Mal 3,2) che, innalzandoci verso Dio, ci raffina e ci santifica. Non abbiamo paura della sofferenza: il Signore porta la croce con noi!
Cari fratelli, alla Vergine Maria affido ciascuno di voi. A lei, Madre dei sacerdoti, ricordo nella preghiera i tanti preti deceduti a causa di questo virus e quanti stanno affrontando il percorso di riabilitazione.
Vi mando di cuore la mia benedizione. E voi, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
Roma, San Giovanni in Laterano, 13 agosto 2020
FRANCESCO
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Alle parole del messaggio del Papa hanno fatto eco quelle dell’omelia dell’Arcivescovo Mario Delpini: «Siete una presenza molto preziosa»
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Non manca, nella preghiera dei fedeli e nel saluto finale portato dal presidente De Carli, il ricordo di don Roberto Malgesini, il prete di strada, vicino da sempre ai più poveri e disperati, ucciso martedì scorso a Como da uno squilibrato che il sacerdote aveva cercato di aiutare.
Dice De Carli ai Vescovi di Lombardia: «Ci siete stati vicini nei momenti difficili con la vostra parola. Vi ringrazio, anche perché da queste predicazioni di Esercizi spirituali per l’Unitalsi nascerà un libro, curato dalla vicepresidente Unitalsi Graziella Moschino, dal titolo Sempre insieme, lontani, ma vicini. Meditazioni spirituali ai tempi del Covid. Con il cuore abbiamo portato avanti questa Giornata, e voi oggi ci avete ricompensato. Oggi siamo ripartiti anche noi come un’unica casa e un’unica Chiesa».
Infine l'incontro si è concluso con il momento del pranzo nel Refettorio, servito in monoporzioni termosigillate, cui hanno partecipato anche i Vescovi.
A margine dell'incontro il presidente regionale della Sezione lombarda dell’Unitalsi Vittore De Carli intervista alcuni partecipanti
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